I dieci motivi per cui tornerò in Val di Fassa

Liste, mie amate!

Scrivere i post a punti mi mette sempre di buon umore.
Io amo scrivere punti: scrivo a punti le cose che devo fare, quelle che devo comprare, perfino gli impegni che mi devo ricordare. I punti mi ordinano il cervello.

La Val di Fassa è talmente TANTA che ci vogliono dei punti per riordinarla.
Se no non posso spiegarvela bene, mi perdo dei pezzi.

Che poi dieci motivi per tornare in Val di Fassa sono pochi. Ma 10 è un numero così bello che mi sono sforzata di tagliuzzare motivi qua e là. Sto sproloquiando. Vai con la Val di Fassa.

Un weekend in Val di Fassa Continue reading

Tornare bambini al Muse di Trento

Se fossi stata al Muse a 6 anni mi sarei esaltata come una pazza: un ghiacciaio vero, uno scheletro di una balenottera di diversi metri appeso al soffitto, gli uomini primitivi che sembrano vivi!

Se fossi stata al Muse a 16 anni mi sarei esaltata come una pazza: un piano intero di giochi di logica e esperimenti di fisica, una struttura splendida progettata da Renzo Piano, un letto di chiodi per provare a fare il fachiro!

Sono stata al Muse a 26 anni e mi sono esaltata come una pazza.

lo scheletro del muse

Ci siamo stati 4 ore abbondanti e arrivati all’ultimo piano avrei ricominciato da capo.
C’è da dire che il tema mi entusiasma.
Tutto quello che è scienza, fisica, logica mi entusiasma.
Alle superiori – Liceo Classico – avevo un 6 striminzito in latino e un 6 striminzitissimo in greco. E poi 8 in matematica, 8 in fisica, 9 in chimica. Bell’idea, eh, fare il classico?

Al Muse mi sono sentita come a una festa organizzata per me. O come quando scelgo il menu all you can eat al giapponese e provo tutto, o come quando da piccina andavo alle fiere di paese con i nonni e mi facevano comprare tutto e tornavo a casa con due sacchetti di caramelle, una trousse di trucchi finti, innumerevoli tubetti di bolle di sapone e un pesce rosso.

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Design, legno chiaro, Igor: l’Hotel Costabella a Moena

Ve l’avevo già raccontata la teoria di mia zia sugli alberghi?
Se no, ve la racconto ora.

Quando si parla di viaggi mia zia non ci risparmia mai la sua perla di saggezza:
Se devo andare in un hotel e stare più scomoda che a casa, piuttosto rimango sul mio divano che mi riposo di più.

Ecco, io di solito negli hotel in cui vado sto sempre più scomoda che a casa. Dalla Malesia agli States ho dormito in delle bettole che perfino i gestori erano increduli quando gli chiedevamo se c’erano delle camere libere. “Tanto ci dobbiamo stare solo per dormire!

Però poi quando capiti in degli hotel che ti tolgono il fiato capisci che la zia effettivamente non ha poi tutti i torti. Perché effettivamente se l’hotel è accogliente anche la vacanza poi è migliore.

Tutta questa intro per raccontarvi che: questo weekend sono stata a Moena in occasione del #bloggerWEmoena, e in particolare sono stata ospitata da Patrizio, all’Hotel Costabella, al Passo San Pellegrino, immersi nella natura.

All’entrata c’è Igor, il padrone di casa, che accoglie gli ospiti con grande calore: un’annusata e una strusciatina, i più fortunati vincono anche un bel leccotto!
Pochi secondi e si sentono strane parole provenire dalla stanza accanto: è Patrizio che richiama Igor in Ladino, l’unica lingua che capisce.
Io ho paura dei cani, ma lui è davvero buonone e tenerone, 35 chili di bulldog, affettuoso e educato. E colto: conosce il Ladino (chissà se al posto dei croccantini mangia i canederli).

Igor il bulldog dell'hotel costabella di moena

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I borghi e le chicche della Valle del Primiero

Valle del Primiero, in Trentino Orientale.
Incastonata tra tre gruppi montuosi: a nord-est le Pale di San Martino, a nord-ovest il Lagorai, a sud le Vette Feltrine.

Lungo la valle si susseguono un paesino dietro l’altro fino ad arrivare al Passo Rolle. Da sud incontriamo Imer, Mezzano, Transacqua, Fiera di Primiero, Tonadico, Siror. E poi c’è anche San Martino di Castrozza, che non fa comune ma è tanto bellino.

Vi lascio qualche spunto sulle cose più belle che abbiamo visto, fatto e mangiato, utili per una vacanza, o anche solo un weekend, in questa splendida valle.

tornare bambini

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Una storia di armonia tra l’uomo e la natura

Agriturismo Dalaip dei Pape, luglio 2013, esterno giorno.

“Noi coltiviamo piccoli frutti.”
“Ah, bello!” dico io, e intanto penso a piccole mele, minuscole pere, microscopiche angurie.
Capirete il mio imbarazzo nello scoprire che questi “piccoli frutti” non sono altro che i più conosciuti frutti di bosco, ma coltivati (e quindi non di bosco). Chiaro, no?

piccoli frutti, agriturismo dalaip dei pape

Mirtilli, more, lamponi, fragole (enormi!), ribes rosso e nero, uva spina.
Fermi tutti. Ho detto uva spinaContinue reading

Fantasmi, libri di legno e rose antiche a Villa Welsperg

La Villa Welsperg è un luogo incantevole, si trova in Trentino, all’imbocco della Val Canali.
Oggi è il centro visitatori del Parco Naturale Panaveggio – Pale di San Martino con mostre curatissime, un giardino di rose antiche, una biblioteca con libri di ogni genere e… un fantasma.

Sì, perché prima di essere un centro visitatori, tanti e tanti anni fa era la residenza super sfarzosa dei ricchissimi Conti Welsperg.
Purtroppo l’ultimo discendente, il dodicenne Corradino, morì cadendo da cavallo, condannando il ramo della sua famiglia all’estinzione.
Morti anche i genitori, la Villa venne venduta da un lontano parente alla Provincia di Trento, che decise di adibirla a sede del Parco.

La leggenda (che i dipendenti del Parco giurano sia verità) vuole che Corradino abiti ancora le stanze di Villa Welsperg, divertendosi a fare qualche scherzetto. Le sue attività preferite sono spostare i vasi e far partire gli ascensori (visto che quando lui era piccolo ancora non erano stati inventati).
Sarà vero? Una che non ha la minima intenzione di indagare è sicuramente Valentina 🙂

C’è da dire che anche a me sarebbe dispiaciuto lasciare un posto così:

villa welsperg

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Le 10 cose che ho imparato in una malga all’alba

Sapete cos’è #albeinmalga?
Albe in malga è svegliarsi alle 4:30 senza schiacciare snooze, già attivi e curiosi.
È iniziare a camminare col buio e vedere il cielo schiarirsi passo dopo passo, e tingersi di rosa e poi di azzurro.
È la signora Gianna che si commuove alla vista di tante persone che si sono alzate all’alba solo per conoscere lei e la sua vita.
È una colazione su un prato con smorum, pape e caffè d’orzo mischiato col vino rosso.

È una splendida iniziativa del Trentino (che è cominciata a luglio e dura ancora per tutto agosto – qui tutte le info) a cui sono stata invitata e da cui sono tornata entusiasta.

Ho fatto tante domande e ho imparato un sacco di cose. È stata un’esperienza che mi ha fatto approfondire pezzettini di mondo che non conoscevo a pieno.
Mi vengono in mente così tante cose da raccontare che è meglio fare un elenco, per ordinarle. E limitarmi a un numero definito. Facciamo dieci che è un numero tondo e mi piace (e nelle liste va sempre forte).

Ecco le dieci cose che ho imparato alla Malga Canali. All’alba.

malga canali

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Tre giorni tra Mantova, Verona e il Lago di Garda

Lo scorso weekend ho passato tre giorni bellissimi tra Lombardia, Trentino e Veneto.
Vorrei scriverne un post per darvi qualche spunto: vi racconto brevemente l’itinerario e vi lascio un po’ di foto per viaggiare un pochino anche con la fantasia.

Siamo partiti venerdì mattina e siamo ritornati a casa domenica sera.
Il venerdì l’abbiamo dedicato tutto a Mantova.
Di Mantova avevo un solo ricordo: ero piccolina, con mia mamma, e ci eravamo comprate due cappelli di paglia uguali con dei fiori rosa e un nastro di raso. Abbiamo una foto insieme mentre posiamo coi nostri cappelli nuovi, dal mio sorriso si vede che ero proprio felice. E orgogliosa di avere un cappello da grandi, uguale alla mamma.
Questa volta abbiamo passeggiato per la città, visitato Palazzo Te, mangiato al sole in piazza. Poi uscendo dalla città ci siamo fermati a fare qualche foto perché Mantova da lontano è bellissima. Anche da vicino, devo dire.

vista di mantova

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