Il posticino perfetto dove prendere il tè delle cinque a Londra

Ci credete che dopo più di dieci viaggi a Londra non ero mai stata in una Tea House?
E a me bere il tè piace un sacco.

È che in viaggio giro tutto il giorno come una trottola e non mi è mai venuto in mente di interrompere la giornata alle cinque per fermarmi davanti a un tè.

Che in Inghilterra l’afternoon tea non è mai solo un tè: si prende con scones, pasticcini, sandwich e varie altre schifezzine buonissime.
È un rito.
(E comunque ci si riempie talmente tanto la pancia da non riuscire poi a cenare, o almeno questo vale per me.)

Durante il mio ultimo viaggetto a Londra, per caso, ho trovato la tea house perfetta.

dove prendere il tè delle cinque a Londra
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La Hopkinson Gallery di Nottingham, dev’essere la luce

Dev’essere la luce, di questo posto, che mi ha colpito.

La Hopkinson Gallery di Nottingham

La strada in cui si trova, che costeggia la stazione di Nottingham, non è niente di ché [qui].
Una mattina, percorrendola a piedi, siamo entrate alla Hopkinson Gallery quasi per caso.
Cercavamo un bar per fare colazione velocemente, per poi poter curiosare tutta la mattina per le stradine di Nottingham.
Ore siamo rimaste qui dentro, ore.

La Hopkinson Gallery di Nottingham11

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A Nottingham: Robin Hood, il Christmas Wonderland e i ciaffi

L’anno scorso, in questi giorni, ero a Nottingham.

Avete presente? Quella di: “Robin Hood e Little John van per la foresta, urca urca tirulero oggi splende il sol!

No, ecco, di sole ne abbiam visto poco, a un mese dal Natale, in Inghilterra.
Però abbiamo visto tante cose veramente belline:

  • il Christmas Wonderland
  • la statua di Robin Hood
  • un cafè accogliente con negozio vintage annesso (Hopkinson Gallery)
  • uno student party nel campus
  • una montagna di cupcake obesi
  • una quantità industriale di calzini natalizi
  • un campus universitario veramente strafigo
  • cibo e ancora cibo come se non ci fosse un domani

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I riti a Londra: quelle cose che proprio proprio devo fare quando ci vado

Passare al negozio di pomelli, scatoline di latta e cianfrusaglie a Portobello
Portobello Road è famosa, soprattutto in Italia, per il suo mercatino del sabato. Ecco, io di sabato non ci vado. Una fiumana di persone si accalca lungo questa strada e si impiegano ore a percorrerla tutta, schiacciati tra una tedesca in sandali e calzino bianco e un italiano lampadato col piumino.
Io ci vado durante la settimana, uno dei miei posti preferiti è il negozietto di pomelli e cianfrusaglie antiche che potete trovare al numero 84, Chloe Alberry. All’inizio della strada, sulla destra, lo riconoscete perché fuori ha una panchina in legno ricoperta di scatoline di latta rovinate dal tempo. Dentro è pieno di pomelli, piastrelle in pezzi unici, bottiglie di vetro colorato, pentolini smaltati. Tutte cose tremendamente belle e tremendamente inutili.

chloe alberry portobello road

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Stoccolma: aria fresca e tè caldo

Il ricordo più bello di Stoccolma è un pomeriggio intero passato in un barettino piccolissimo, tutto arredato in legno, a fare delle chiacchiere davanti a tè e torte ai lamponi.

Ci sono stata a febbraio di qualche anno fa, l’unica settimana di sole in un inverno rigidissimo, a visitare un’amica in Erasmus. Prima di partire ero scettica, Stoccolma non era tra le mie mete ideali, me la immaginavo fredda, asettica, un po’ cupa e poco interessante. “Ma di tutti i posti belli e caldi dovevi proprio scegliere Stoccolma?”
Per di più la sua casina non era propriamente a Stoccolma, ma a Tullinge, un paesino dimenticato da Dio a mezzora di treno dalla capitale, nella foresta.

Ci armiamo di spirito di avventura e partiamo.

Sarà stato il sole tutti i giorni, il cibo, la compagnia, ma Stoccolma ha vinto tutti i miei pregiudizi e si è conquistata dei ricordi davvero felici.

La prima cosa bellissima della Svezia è che mangiano in maniera obesa! 🙂
Dolci e tortine in quantità.. sempre!
Si inizia la mattina con una colazione a base di caffè, latte, cereali, frutta, cracker, qualche affettato e formaggio.
Si pranza alle 11 circa con una fetta cicciona di torta e qualcos’altro di ipercalorico.
Alle 14 si fa la fika (giuro), la “merenda” svedese con caffè e kanelbullar (mmm…).
Si cena alle 18 con una fettazza di carne o pesce insaporita con salsine e verdure (o in alternativa pasta scotta condita col ketchup, true story). Un piatto tipico per la cena sono le kötbullar, polpette speziate servite con purè e una salsa marrone densa.
Alle 21 circa ci si ritrova tutti a casa di qualcuno per mangiare dolci davanti alla televisione, rigorosamente senza scarpe.

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