Non so se è più l’istinto della fotografa o quello della stalker: ci sono certi visi, certe espressioni, certe smorfie che io mi incanto ad osservare. Seguo con lo sguardo la linea del profilo, le rughe sulla fronte, la forma delle mani. Osservo il riflesso degli occhi, la piega della bocca, la scelta della pettinatura. Seguo i gesti, i movimenti. Non con malizia o morbosità, direi piuttosto una sorta di interesse scientifico, una curiosità innata nei confronti della specie umana.
No, bello, detta così sembro un incrocio tra Piero Angela e uno spettatore del Grande Fratello, shakerati con un po’ di schizofrenia.
Prima o poi mi arresteranno, ne sono convinta.
Ma non capita anche a voi di fantasticare colpiti da un particolare, un oggetto, un libro? Pensare “chissà dove sta andando?“, “chissà a chi sta scrivendo?”, “chissà qual è la sua storia…”
In particolare quando sono in macchina o in treno all’estero, e mi capita di attraversare interi quartieri di palazzi e di case, mi ritrovo sempre a pensare all’immensità di vite e storie che sono racchiuse dietro quelle piccole finestrine. Ogni finestrina, ogni appartamento, ha dietro una vita, una felicità, una sofferenza, un amore, un segreto, un sogno. Ci pensate?
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