Io di base sono una fan della Toscana.
Le colline, l’accento, le piazzette, i vicoli, il cibo… Ecco, quando ho qualche giorno libero vado a perdermi in Toscana, di solito.
Poi un bel giorno ho incontrato Umbria on the blog. Dopo aver letto tantissimo e dopo essermi persa saltellando da un post all’altro, mi sono decisa ad andarla a vedere di persona quest’Umbria. C’è da dire che io sono facilmente influenzabile: quando in televisione davano la pubblicità della Rocchetta con Max Tortora a me veniva da piangere perché sapevo già che mi sarei dovuta alzare dal divano per bere (e lui mi sta anche sulle palle).
Già durante la preparazione di questi tre giorni mi sono stupita: non pensavo ci fossero così tante cose da vedere in Umbria! I paesini sono la mia passione, ma la scelta in Umbria è veramente enorme..
Passiamo al sodo. Il nostro itinerario è stato:
1° giorno: Gubbio e Perugia
2° giorno: Spello, Bevagna, Montefalco e Spoleto
3° giorno: ancora Spoleto (perché ci era piaciuta tantissimo), cascata delle Marmore e Narni
Io già a Gubbio avevo perso la testa.
Le stradine ciottolate, le case coi mattoni a vista, le porticine di legno. Senza sole era freschino, ma c’era una luce perfetta per le foto.
A Gubbio abbiamo gironzolato per qualche ora, ci siamo persi, abbiamo mangiato una crescia prosciutto e formaggio, poi un’altra crescia prosciutto e formaggio, e poi abbiamo preso una grandinata coi fiocchi e ci siamo rifugiati sotto una nicchia di un palazzo.
Molto romantico e bagnato.
Perugia credevo fosse una città troppo grande per i miei gusti. Capoluogo, addirittura.
Andiamo lo stesso perché “è di strada, vuoi non fermarti?”. Abbiamo fatto una passeggiata lunghissima e ci siamo fermarti a guardare il tramonto, sembrava che il sole si stesse addormentando sulla città. Oh io non sono romantica, ma posso garantire che è stato uno spettacolo da riempire il cuore, si poteva respirare, quel tramonto.
Una chicca di Perugia è la cura con cui una negoziante intraprendente, ma anche innamorata della sua città, “arreda” ogni giorno la “Via Ritorta“. Le persone si fermano, fotografano e poi entrano, un po’ intimoriti, un po’ incuriositi. È una bella mossa di marketing, ma è anche un segno di affetto e cura per la propria città. Molto bella e tenera.
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