Un bagno di Sicilia: qualche foto per immergervi nell’atmosfera

Questa volta un fotopost.
Che quando torno dalla Sicilia sempre un fotopost.

Poi nei prossimi giorni voglio raccontarvela bene questa Sicilia, ma prima voglio riempirvi gli occhi di immagini.
Voglio che la vediate, prima ancora di leggere i miei consigli.
Voglio che vi ci immergiate, che ci entriate dentro. Un bagno di Sicilia.

panoramica piazza regina margherita, marzamemi, sicilia

Piazza Regina Margherita, Marzamemi

liccamucciula, particolare, mazamemi sicilia

Liccamuciula, un posto magico, Marzamemi

la cialoma ristorante, piazza regina margherita, marzamemi, sicilia

Seggioline di legno e sole in Piazza Regina Margherita a Marzamemi

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La Hopkinson Gallery di Nottingham, dev’essere la luce

Dev’essere la luce, di questo posto, che mi ha colpito.

La Hopkinson Gallery di Nottingham

La strada in cui si trova, che costeggia la stazione di Nottingham, non è niente di ché [qui].
Una mattina, percorrendola a piedi, siamo entrate alla Hopkinson Gallery quasi per caso.
Cercavamo un bar per fare colazione velocemente, per poi poter curiosare tutta la mattina per le stradine di Nottingham.
Ore siamo rimaste qui dentro, ore.

La Hopkinson Gallery di Nottingham11

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Canzoni per l’estate: sole, mare, sabbia e tanti libri

[Edit febbraio 2016: qui trovate la playlist di Spotify >>> Playlist Canzoni per l’estate: sole, mare, sabbia e tanti libri]

Oh sì, questo è un blog di viaggi ma ogni tanto ci buttiamo dentro pensieri in libertà.
Siete d’accordo?

Questo weekend me ne stavo spaparanzata in spiaggia a rosolare sotto il sole ascoltando la mia playlist estiva e leggendo un libro.
Dopo due ore ero rossa come un peperone, affamata come un lupo, ma molto contenta del mix di canzoni che avevo appena ascoltato.
Quindi ho pensato di farvi un regalino di Buona Estate e condividerlo con voi 🙂

Premessa: è un mischione di generi, periodi, artisti, che mi vergogno quasi un po’ per avere affiancato i Pearl Jam ai Train. Però tutte insieme sono molto belle, ve lo prometto.

canzoni da spiaggia, estate, mare, sole.
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Stoccolma: aria fresca e tè caldo

Il ricordo più bello di Stoccolma è un pomeriggio intero passato in un barettino piccolissimo, tutto arredato in legno, a fare delle chiacchiere davanti a tè e torte ai lamponi.

Ci sono stata a febbraio di qualche anno fa, l’unica settimana di sole in un inverno rigidissimo, a visitare un’amica in Erasmus. Prima di partire ero scettica, Stoccolma non era tra le mie mete ideali, me la immaginavo fredda, asettica, un po’ cupa e poco interessante. “Ma di tutti i posti belli e caldi dovevi proprio scegliere Stoccolma?”
Per di più la sua casina non era propriamente a Stoccolma, ma a Tullinge, un paesino dimenticato da Dio a mezzora di treno dalla capitale, nella foresta.

Ci armiamo di spirito di avventura e partiamo.

Sarà stato il sole tutti i giorni, il cibo, la compagnia, ma Stoccolma ha vinto tutti i miei pregiudizi e si è conquistata dei ricordi davvero felici.

La prima cosa bellissima della Svezia è che mangiano in maniera obesa! 🙂
Dolci e tortine in quantità.. sempre!
Si inizia la mattina con una colazione a base di caffè, latte, cereali, frutta, cracker, qualche affettato e formaggio.
Si pranza alle 11 circa con una fetta cicciona di torta e qualcos’altro di ipercalorico.
Alle 14 si fa la fika (giuro), la “merenda” svedese con caffè e kanelbullar (mmm…).
Si cena alle 18 con una fettazza di carne o pesce insaporita con salsine e verdure (o in alternativa pasta scotta condita col ketchup, true story). Un piatto tipico per la cena sono le kötbullar, polpette speziate servite con purè e una salsa marrone densa.
Alle 21 circa ci si ritrova tutti a casa di qualcuno per mangiare dolci davanti alla televisione, rigorosamente senza scarpe.

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La “pezza da treno” VS il sole di primavera

Fare il pendolare è senza dubbio una rottura di palle.
Stanca, anzi, sfianca.
Per non parlare dei treni: sporchi, in ritardo, sovraffollati, disorganizzati.

Ogni giorno della settimana passo circa due ore in treno, fra andata e ritorno, per andare a lavorare.
La mattina esco di casa al volo con un biscotto tra i denti e la musica nelle orecchie.

L’inverno è la stagione peggiore per i pendolari: l’aria è gelida ed è buio. Uno già si sveglia incazzato, l’idea di dover andare in stazione a prendere del freddo non è un pensiero felice.
Poi io sono anche un po’ misantropa e la stazione di mattina è una zona pericolosissima: vecchi compagni delle elementari e cugini degli amici in agguato per attaccarti la celeberrima “pezza da treno”. So che sapete di cosa sto parlando. Incontrare una persona conosciuta (non un amico, chiaro) mentre si sta salendo in treno è il male assoluto. La situazione ti costringe a far conversazione e il buon costume ti suggerisce di sederti vicino al maledetto. Dopo i primi due minuti di chiacchiere gli argomenti sono finiti e i casi sono due: o si tira fuori libro/auricolari/computer dichiarando che è il momento in cui ognuno si fa i cazzi suoi (ma, pur essendo una grande tentazione ogni volta, è molto scortese, lo sconsiglio), oppure si continua a trascinare la conversazione, arrancando ogni due minuti per mancanza di argomenti, guardando il panorama alla disperata ricerca di ispirazione, fiondandosi fuori dal vagone appena arrivati a destinazione. Io salgo sempre sperando che non ci siano posti vicini, ma neanche due nello stesso scompartimento possibilmente.

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