È facile essere felici in Sicilia

È facile essere felici in Sicilia, ma è un’operazione che richiede un adattamento biologico oltre che culturale: bisogna imparare a vivere il tempo alla maniera siciliana.
(Odissea siciliana – Francine Prose)

Mi ha colpito molto questa frase la prima volta che l’ho letta.
Riassume in poche righe, ben scritte e molto eleganti, l’immenso concetto di “vita in Sicilia” che io cercavo di spiegare ai miei amici con giri di parole, aneddoti, gesti, lunghi monologhi e frasi sconnesse. Arrancando.
Perché la Sicilia bisogna viverla.

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Due buoni compagni di viaggio…

“Due buoni compagni di viaggio
non dovrebbero lasciarsi mai,
potranno prendere imbarchi diversi,
saranno sempre due marinai…”

È un po’ che rifletto sul viaggiare in compagnia.
Mi è capitato di viaggiare da sola, ne ho apprezzato molti aspetti, ma rimango una persona da “condivisione”. Mi piace viaggiare in compagnia, in due, tre, quattro, anche dieci. A volte si sceglie la compagnia e di conseguenza si va in un posto che vada bene a tutti, a volte si sceglie la meta e si cercano compagni di viaggio.
E qui, i compagni di viaggio, come li scegli?

Dopo viaggi e viaggi e viaggi, alla fine ho capito cosa cerco, io, in un buon compagno di viaggio: non la simpatia, non l’ironia, non il carisma. Il ritmo.

(piccola parentesi ludica: ogni volta che sento la parola “ritmo” mi viene in mente questa scena delle Follie dell’imperatore)

Dicevo, il ritmo. Il modo di viaggiare. Avere le stesse pause, la stessa necessità di spazi, lo stesso bisogno di silenzio, ogni tanto. Ma anche la stessa resistenza al camminare, al sonno. La stessa velocità di comprensione, la stessa capacità di adattamento, lo stesso equilibrio tra il parlare e l’ascoltare.
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