Questo blog è il mio Giardino segreto

Via, l’ho fatto. Ho aperto una pagina su Facebook di questo blog: questa.

Ho aspettato più di un anno perché avevo un po’ paura.
Faccio tanto la spigliata ma in realtà nella vita sono molto riservata.
Quasi nessuno sa di questo blog, è un po’ il mio Giardino segreto.
Un posto bellissimo che custodisco con grande amore, per me.
Dove mi rifugio quando sono felice, triste, quando ho bisogno di svuotare la testa dai pensieri e di vederli ordinati qui nell’editor.

Quando ho spiegato questa cosa ai pochi amici che lo sanno mi hanno risposto: “Ti rendi conto che è un blog pubblico sul web? E che non l’hai detto ai tuoi amici, ma ti leggono centinaia di sconosciuti ogni giorno? Sei normale?!”
In effetti.

Però a me piace così, mi piace che sia una cosa solo mia, lontana dagli occhi delle persone che mi conoscono, che leggerebbero solo per curiosare e non per viaggiare con le mie parole.

E quindi la pagina su Facebook mi sembrava un po’ un azzardo, un po’ lontana dall’idea del Giardino segreto. Capitemi.
Però ormai questo blog ha bisogno del suo spazio.
Ha bisogno di diventare grande. Ha bisogno di confronto, di condivisione.
E questo è un passettino avanti.

Ora: non cambierà assolutamente niente in realtà.
Continuerò a tenere il mio segreto e a gustarmi il mio giardino.
Però ve lo volevo raccontare perché per me è un passo un po’ impegnativo e se lo faccio con voi mi sento un po’ meno allo sbaraglio 🙂

La pagina è questa, vi aspetto lì, che a fare del giardinaggio da soli dopo un po’ ci si stufa:

www.facebook.com/viachesiva

viachesiva facebook

 

Tornare a casa dopo un viaggio

È veramente dura.

Bisogna riabituarsi agli orari, alle persone, al clima, ai ritmi, alle relazioni, alla lingua, agli schemi mentali.

Bisogna farsi una doccia molto lunga e poi indossare di nuovo i panni di tutti i giorni, stretti o larghi che siano.

Bisogna raccontare, farsi raccontare, sistemare foto e fare un sacco di lavatrici.

È bello ritrovare casa, ma è anche molto impegnativo.
Perché il viaggio ti cambia, e tornare è un po’ come cercare di finire un puzzle con un pezzettino leggermente più grande del buco. Va limato, vanno limati quelli attorno. E se poi proprio non ci entra più, da quel pezzettino un po’ più grande si comincia un nuovo puzzle.
L’uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perché, nel frattempo, lui stesso è cambiato.

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