L’amicizia conflittuale tra mio babbo e il navigatore

Stiamo andando a Bordeaux in macchina, stamattina eravamo a Lione, 590 chilometri.
Io sono nei sedili dietro praticamente stesa con il collo piegato a 90º in una posizione demenziale solo perché mi scoccia tirarmi su.

Mancano ancora più di 3 ore all’arrivo e ho deciso di testare l’app di WordPress per raccontarvi uno spaccato di vita di viaggio familiare: il rapporto conflittuale tra mio babbo e il navigatore.

La storia è questa: mio babbo è una delle persone più intelligenti che io conosca, ma con la tecnologia non va molto d’accordo. Però è curioso e testardo, quindi ci prova e riprova (e ririprova ad libitum). A volte, sconfitto, si scrive le istruzioni su un foglio di carta, a mano.

Per questo viaggio, vista la quantità di strada da macinare e l’indeterminatezza del percorso, abbiamo deciso di farci aiutare da un navigatore, un TomTom.
Agli occhi di mio babbo il fatto che abbia una voce femminile allontana il navigatore dall’indefinita massa di aggeggi tecnologici e lo avvicina di più a una vera e propria guida, che ti accompagna e ti consiglia la strada migliore da fare. Consiglia.

Sì perché lui, abituato ad anni di cartine e cartelli stradali, non si fida ancora molto di questa scatolina parlante e più di una volta ha disobbedito al TomTom seguendo la strada che lo ispirava di più perdendosi miseramente.

Nei giorni lui e la signorina TomTom, dopo essersi osservati un po’ con diffidenza, sono diventati grandi amici. Le chiacchierate che si fanno!

Sarebbe da filmare, ma poi avrei abbastanza materiale per un lungometraggio, quindi vi riporto qui i punti salienti del loro rapporto di odio-amore. Enjoy.

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