10 cose da vedere e fare a Stoccolma (+1, facoltativa, se avete più tempo)

Per un’appassionata di liste come me “le 10 cose” sono sempre un giochino divertente.
Se poi hanno a che fare con i viaggi allora sono una goduria vera.

Questa volta tocca a Stoccolma, una città che ho amato tantissimo, in cui mi sono divertita da matti di cui ho un ricordo davvero dolce.

Dolce in tutti i sensi: sia perché ero con tre persone importantissime e speciali, sia perché ci siamo abbuffati vergognosamente di kanelbullar e varie schifezze svedesi.

Ne ho scritte dieci e poi ho pensato che ce ne stava anche un’undicesima, ma andava messa a parte.
Quindi ho sgarrato un po’, e ho anche scritto un titolo indegno, ma a fin di bene.

Eccovi le 10 cose + 1 da fare a Stoccolma!

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Tornare bambini al Muse di Trento

Se fossi stata al Muse a 6 anni mi sarei esaltata come una pazza: un ghiacciaio vero, uno scheletro di una balenottera di diversi metri appeso al soffitto, gli uomini primitivi che sembrano vivi!

Se fossi stata al Muse a 16 anni mi sarei esaltata come una pazza: un piano intero di giochi di logica e esperimenti di fisica, una struttura splendida progettata da Renzo Piano, un letto di chiodi per provare a fare il fachiro!

Sono stata al Muse a 26 anni e mi sono esaltata come una pazza.

lo scheletro del muse

Ci siamo stati 4 ore abbondanti e arrivati all’ultimo piano avrei ricominciato da capo.
C’è da dire che il tema mi entusiasma.
Tutto quello che è scienza, fisica, logica mi entusiasma.
Alle superiori – Liceo Classico – avevo un 6 striminzito in latino e un 6 striminzitissimo in greco. E poi 8 in matematica, 8 in fisica, 9 in chimica. Bell’idea, eh, fare il classico?

Al Muse mi sono sentita come a una festa organizzata per me. O come quando scelgo il menu all you can eat al giapponese e provo tutto, o come quando da piccina andavo alle fiere di paese con i nonni e mi facevano comprare tutto e tornavo a casa con due sacchetti di caramelle, una trousse di trucchi finti, innumerevoli tubetti di bolle di sapone e un pesce rosso.

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Stoccolma: aria fresca e tè caldo

Il ricordo più bello di Stoccolma è un pomeriggio intero passato in un barettino piccolissimo, tutto arredato in legno, a fare delle chiacchiere davanti a tè e torte ai lamponi.

Ci sono stata a febbraio di qualche anno fa, l’unica settimana di sole in un inverno rigidissimo, a visitare un’amica in Erasmus. Prima di partire ero scettica, Stoccolma non era tra le mie mete ideali, me la immaginavo fredda, asettica, un po’ cupa e poco interessante. “Ma di tutti i posti belli e caldi dovevi proprio scegliere Stoccolma?”
Per di più la sua casina non era propriamente a Stoccolma, ma a Tullinge, un paesino dimenticato da Dio a mezzora di treno dalla capitale, nella foresta.

Ci armiamo di spirito di avventura e partiamo.

Sarà stato il sole tutti i giorni, il cibo, la compagnia, ma Stoccolma ha vinto tutti i miei pregiudizi e si è conquistata dei ricordi davvero felici.

La prima cosa bellissima della Svezia è che mangiano in maniera obesa! 🙂
Dolci e tortine in quantità.. sempre!
Si inizia la mattina con una colazione a base di caffè, latte, cereali, frutta, cracker, qualche affettato e formaggio.
Si pranza alle 11 circa con una fetta cicciona di torta e qualcos’altro di ipercalorico.
Alle 14 si fa la fika (giuro), la “merenda” svedese con caffè e kanelbullar (mmm…).
Si cena alle 18 con una fettazza di carne o pesce insaporita con salsine e verdure (o in alternativa pasta scotta condita col ketchup, true story). Un piatto tipico per la cena sono le kötbullar, polpette speziate servite con purè e una salsa marrone densa.
Alle 21 circa ci si ritrova tutti a casa di qualcuno per mangiare dolci davanti alla televisione, rigorosamente senza scarpe.

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