Cesenatico: i miei consigli, dopo una vita di vacanze

Da tanti anni, da quando ero piccina, ogni weekend e ogni estate vado con la mia famiglia a Cesenatico.
Per chi non lo sapesse è una bellissima città di mare sulla Riviera Romagnola tra Rimini e Milano Marittima. Più tranquilla, lontana dagli eccessi di Riccione, ma molto viva e vitale. A Luglio e Agosto si riempie e si accende, quasi troppo per i miei gusti. L’ideale sono i mesi di Giugno e Settembre per delle lunghe passeggiate sulla spiaggia o sul porto canale.

Io Cesenatico la conosco come le mie tasche, ho provato tutte le gelaterie, i ristorantini, curiosato in tutti i negozi.
E quindi ho pensato di farvela vedere un po’ da insider, di farvi scoprire i posticini dove andiamo noi romagnoli da sempre.

porto canale cesenatico supersampler lomografica

Qui sotto i miei consigli, i posti che io, se fossi in voi, non mi perderei.
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La “pezza da treno” VS il sole di primavera

Fare il pendolare è senza dubbio una rottura di palle.
Stanca, anzi, sfianca.
Per non parlare dei treni: sporchi, in ritardo, sovraffollati, disorganizzati.

Ogni giorno della settimana passo circa due ore in treno, fra andata e ritorno, per andare a lavorare.
La mattina esco di casa al volo con un biscotto tra i denti e la musica nelle orecchie.

L’inverno è la stagione peggiore per i pendolari: l’aria è gelida ed è buio. Uno già si sveglia incazzato, l’idea di dover andare in stazione a prendere del freddo non è un pensiero felice.
Poi io sono anche un po’ misantropa e la stazione di mattina è una zona pericolosissima: vecchi compagni delle elementari e cugini degli amici in agguato per attaccarti la celeberrima “pezza da treno”. So che sapete di cosa sto parlando. Incontrare una persona conosciuta (non un amico, chiaro) mentre si sta salendo in treno è il male assoluto. La situazione ti costringe a far conversazione e il buon costume ti suggerisce di sederti vicino al maledetto. Dopo i primi due minuti di chiacchiere gli argomenti sono finiti e i casi sono due: o si tira fuori libro/auricolari/computer dichiarando che è il momento in cui ognuno si fa i cazzi suoi (ma, pur essendo una grande tentazione ogni volta, è molto scortese, lo sconsiglio), oppure si continua a trascinare la conversazione, arrancando ogni due minuti per mancanza di argomenti, guardando il panorama alla disperata ricerca di ispirazione, fiondandosi fuori dal vagone appena arrivati a destinazione. Io salgo sempre sperando che non ci siano posti vicini, ma neanche due nello stesso scompartimento possibilmente.

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Carpe diem.

Oggi seduto di fianco a me sul treno c’era un tizio che si mangiava un tramezzino veramente invitante.
Questo tizio ad un certo punto ha tirato fuori un iPhone e ha cominciato a giocare a FarmVille. Ho anche fatto un po’ una figura di merda perché mi è scappato da ridere pensando alla parodia della pubblicità di Trenitalia di Natalino Balasso.
Dopo aver perso tutta la mia stima, ne ha riguadagnata gran parte quando ha bloccato lo schermo: come sfondo aveva una foto bellissima. Era una foto di Markus Reugels, veramente un grande fotografo. La foto faceva parte di questa serie, io come sfondo del Mac ho questa:

(C) Markus Reugels

Il buon Markus riesce ad immortalare il millisecondo in cui la goccia riflette perfettamente il mondo. Potete immaginare quante foto avrà fatto prima di raggiungere questo livello di perfezione?
Bene, questo per dire che dà lì mi è partito un viaggio galattico sul valore degli attimi nella fotografia. Ci sono certe foto che colgono precisamente l’attimo, che vengono scattate nell’attimo giusto, come se l’universo in quel momento si fosse allineato davanti al tuo obbiettivo. Ti danno un po’ la sensazione che dà il déjà-vu, di essere nel posto giusto al momento giusto, nel mondo. Sono le foto carpe diemContinue reading