Tonki: arredare casa con le foto di Instagram

[questo post non parla di viaggi: parla di fotografie, Instagram e casine accoglienti]

Da circa dieci giorni mi sono trasferita nella mia casina nuova.
Per mesi me ne sono presa cura, scegliendo ogni cosa con amore, dai pezzi più importanti ai dettagli più piccoli.
Il divano, il letto, il tavolo.
Ma anche il barattolo dello zucchero, i gancini per la cucina, le abat-jour.

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iPhoneography: quello che Cartier-Bresson faceva con il rullino.

Questo post è ispirato da Giorgio Fochesato e dalle foto su Instagram di Chiara di Machedavvero?

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Io ho una Canon e appena ne ho l’occasione la porto con me: fotografo visi, oggetti, luci, attimi, panorami, particolari

Ho anche un iPhone e ogni giorno scatto almeno una decina di foto: fotografo visi, oggetti, luci, attimi, panorami, particolari, fotografo gli orari dell’autobus per ricordarmeli, una frase di un libro per non dimenticarla, la carta d’identità perché non ho la fotocopiatrice.

L’iPhone permette di avere sempre una macchina fotografica con sé. La vera rivoluzione sta qui: poiché la sostanza è più importante della forma, l’iPhone vince perché, pur a scapito della qualità, dà la possibilità di cogliere attimi che altrimenti si perderebbero per sempre (vedi post sulle foto Carpe diem). Il grande sogno di ogni fotografo è quello di essere nel posto giusto, al momento giusto, con una macchina fotografica in mano. L’iPhone aumenta esponenzialmente le possibilità che ciò accada.

Non ti perdi la signora che in treno si addormenta in una posizione assurda.

Non ti perdi la luce pazzesca che incontri mentre torni a piedi dal lavoro.

Non ti perdi gli spaghetti in lattina del supermarket in UK.

Instagram ha poi aggiunto un tassello in più: la foto è diventata un messaggio, un pezzo di identità. La possibilità di aggiungere un centinaio di caratteri e di condividerla sui social apre porte impensabili pochi anni fa.
Cambiano i soggetti e cambiano gli intenti della fotografia.
Si fotografa per condividere. Per farsi conoscere, per farsi scoprire. Per comunicare con gli altri (vedi le foto bellissime di Chiara, su Instagram la seguono tutte le sue lettrici, diventa un vero e proprio canale di comunicazione).
E poi si tagga, si hashtagga e si geolocalizza.
Le foto non sono più il punto di arrivo, ma un punto intermedio, un mezzo per un diverso fine. Si passa dalla foto per raggiungere un link, un luogo, una persona.

(Mi viene in mente il libro “I Barbari” di Baricco, e tutto il discorso che fa sul surfare sulle cose piuttosto che immergersi, vi consiglio di leggerlo.)

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