Sensazioni di Sicilia

La Sicilia è casa.

Ogni volta che ci torno mi sento accolta, mi sento leggera, mi sento al sicuro.

Mi sento come quando da piccola il babbo mi metteva a letto quando mi addormentavo sul divano.

Come quando la mamma mi aspettava in riva al mare con il telo aperto per non farmi prendere freddo quando uscivo dall’acqua.

Come se qualcuno all’arrivo all’aeroporto e mi dicesse ogni volta “Ora i tuoi problemi ce li prendiamo noi, li mettiamo in questa scatolina e te li ridiamo quando torni indietro. Tu qui ricarica le energie e ripulisci lo spirito. Sei al sicuro.

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Viachesiva, la diretta tv al Kilimangiaro e tanti buoni motivi per sorridere

“Alle 16:30 allora tutti davanti alla televisione, anche perché se ci mettiamo dietro non vediamo niente.”
Questo è il commento di mio babbo alla notizia che sua figlia sarebbe andata in diretta su Rai 3 al Kilimangiaro.
(Non vi spiegate tante cose?)

Ebbene sì, è andata! Ieri pomeriggio ho avuto i miei 5 minuti di celebrità!
Non vi avevo detto niente perché sono quelle cose superbelle che se le dici ad alta voce poi hai paura che non si avverino.

E ad alta voce, i giorni prima, l’avevo detto solo ai miei amici più stretti, quelli che sanno del blog.
Vi ricordo che fino a ieri questo blog era il mio giardino segreto.

Poi domenica mattina, tra una pasta cicciona e un cappuccino, ho fatto coming out (qui).

Viachesiva alle falde del kilimangiaro

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“L’importante è non farsi sorpassare dalla vita, l’importante è partire.”

C’è una canzone che mi accompagna nella vita, in ogni viaggio e soprattutto in ogni strada percorsa a piedi con lo zaino sulle spalle.
Si chiama Il Sogno del Menestrello dei Ratti Della Sabina.
La trovate in fondo a questo post e anche nel titolo: vorrei augurarvi buon viaggio a modo.

Questo post è per dirvi che si parte, che i tanto sognati viaggi sono arrivati, che finalmente vedrò e vivrò i posti che sto immaginando da mesi.

L'importante è partire
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Perché amo così tanto i viaggi in macchina

In questi giorni al lavoro sto seguendo un progetto bellissimo che mi riempie di orgoglio.
C’entrano 60 ragazzi delle superiori, una location stupenda, lezioni su innovazione-startup-creatività-sostenibilità. C’entrano persone che vogliono bene al nostro futuro e fanno cose buone, oltre che belle. E c’entrano persone davvero in gamba, che starei ad ascoltare per ore. Oggi per esempio ho conosciuto Annamaria Testa. È stato illuminante.

Questo non c’entra molto se non che per questi giorni ho abbandonato il mio caro, vecchio treno e sto andando ogni giorno a lavorare in macchina.
Un’ora all’andata e un’ora al ritorno.
Non sono abituata a guidare così tanto ogni giorno in autostrada e arrivo a casa che ho il cervello spappolato.

Però oggi, mentre le mie mani guidavano e la mia mente vagava, ho capito perché mi piace così tanto viaggiare in macchina.

viaggiare in macchina

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La piccola me e le formichine di Fabio Vettori a Moena

C’è questa sensazione che accomuna ogni cosa quando si è piccoli: tutto sembra grande e lontano, perfetto e irraggiungibile.
I nostri genitori sono dei superbabbi e delle supermamme, invincibili e indistruttibili, sempre con la soluzione pronta, che fanno lavori importantissimi e senza neanche un 5 nella loro carriera scolastica.
Le sorelle grandi sono splendide e hanno delle amiche simpaticissime. Degli amici maschi poi non ne parliamo: tutti affascinanti e inavvicinabili (anche quelli che ad anni di distanza ti rendi conto essere dei veri e propri rospi).
I nonni sono delle rocce, vecchi da sempre e saggi più di un’enciclopedia.
La prima volta che mio nonno mi disse che non sapeva rispondermi a una domanda ci rimasi malissimo: “Non lo sai, nonno?! Ma sei così vecchio che ormai avrai studiato tutto quello che c’era da studiare nel mondo, è impossibile che tu non sappia qualcosa!”.
E non dimenticherò mai il suo sguardo dolcissimo mentre rispondeva alla me seienne: “Io so tante cose, ma non tutte. Sono sicuro che ci sono delle cose che tu sai e io ancora non so. Potresti sicuramente insegnarmi qualcosa.”
Davvero il più saggio, anche senza sapere tutto.

I cantanti e gli attori poi non ne parliamo, per un bambino vivono talmente nell’iperuranio che i personaggi dei cartoni animati sembrano quasi più reali.
Poi ci sono proprio gli idoli. Tipo io adoravo Cristina D’Avena e Marco Columbro, vai a capire perché proprio quei due. Columbro, poi.

Ma sopra tutti, lassù sul podio degli idoli dorati e irraggiungibili, per me ce n’erano tre: Gianni Rodari (Favole al telefono e Il libro degli errori li rileggo ancora ogni tanto), Silvia Ziche (che disegnava le mie storie preferite di Topolino) e Fabio Vettori (che disegnava le formichine).
Da piccola ero abbastanza fissata con questa cosa dei libri e dei disegni, lavorare nella redazione di Topolino era il mio sogno nel cassetto.
E poi c’erano quelle formichine che mi piacevano da matti, ne disegnavo in continuazione e trasformavo tutti i miei amici in formichine e mi perdevo a osservare gli splendidi mondi che prendevano vita dalla matita di Fabio Vettori.
Disegnava degli universi, delle storie intricatissime in un’unica immagine. Passavo le ore a scovare tutti i più piccoli dettagli nelle sue tavole.
Tipo questa, con le formichine che costruiscono l’arcobaleno:

poster arcobaleno fabio vettori

“Arcobaleno” © Fabio Vettori – www.fabiovettori.com

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Vintagismi, detti anche ricordi: un libro di nostalgia felice

[questo post non parla di viaggi, ma di un libro, di disegni bellissimi e di cappelli improbabili]

Qualche tempo fa, in uno dei miei viaggi virtuali a zonzo tra i blog, ne ho trovato uno splendido.
È il blog di Ilaria Urbinati, che ha 3 anni in più di me e ama disegnare e leggere.
Cioè, in realtà fa proprio l’illustratrice di professione e ha già pubblicato tanti libri, ma “ama disegnare” mi piace di più.

Questo post è per dirvi che mi sono innamorata di una sua graphic novel, cioè un librino con un sacco di disegni tenerissimi.
Si intitola Vintagismi, detti anche ricordi
E se la tua infanzia è stata tra gli anni 80 e 90 è anche per te.

vintagismi - mi racconti una storia

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Un bagno di Sicilia: qualche foto per immergervi nell’atmosfera

Questa volta un fotopost.
Che quando torno dalla Sicilia sempre un fotopost.

Poi nei prossimi giorni voglio raccontarvela bene questa Sicilia, ma prima voglio riempirvi gli occhi di immagini.
Voglio che la vediate, prima ancora di leggere i miei consigli.
Voglio che vi ci immergiate, che ci entriate dentro. Un bagno di Sicilia.

panoramica piazza regina margherita, marzamemi, sicilia

Piazza Regina Margherita, Marzamemi

liccamucciula, particolare, mazamemi sicilia

Liccamuciula, un posto magico, Marzamemi

la cialoma ristorante, piazza regina margherita, marzamemi, sicilia

Seggioline di legno e sole in Piazza Regina Margherita a Marzamemi

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#3cosebelle e il vero valore delle cose

[mentre scrivo ascolto questa canzone in loop, ve la consiglio, è un regalo: You Are My Sunshine – Carly Simon]

Ogni giorno corro tantissimo: sveglia, treno, mille progetti di lavoro, la casina da sistemare, il blog da seguire, amici, palestra e tante altre cose.
La sera di solito sono felice, ma stanca. Non ripenso troppo alle cose, non sono il tipo da esame da coscienza. Arrivo a casa, abbraccio tutti, mangiamo, quando va bene film e poi finalmente sotto il piumone al caldo per dormire fortissimo.

Vivendo così accelerata però non ritaglio mai del tempo per me, per fermarmi a pensare e a pesare le mie giornate. E a volte mi sfugge il valore delle piccole (o grandi) cose che riempiono le mie giornate.

Fraintesa, che potete trovare su Twitter come @fraintesa, ha regalato a me e a tanti altri un momento molto bello della giornata: quello in cui pensiamo alle nostre #3cosebelle.

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L’aria del Natale e le cose che cambiano

[questo post non parla di viaggi, ma di Natale, di felicità e di cambiamenti]

Oggi ho capito perché mi piace tanto il Natale: perché è una scusa per essere felici.

È una scusa per stare tutti insieme.

È una scusa per pensare agli altri, e perché gli altri pensino a te.

È una scusa per dimostrare l’affetto agli amici.

È una scusa per chiamare chi è lontano e sentirlo un po’ più vicino.

È una scusa per fermarsi a riflettere e fare un bilancio dell’anno passato.

albero di natale e regali

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È facile essere felici in Sicilia

È facile essere felici in Sicilia, ma è un’operazione che richiede un adattamento biologico oltre che culturale: bisogna imparare a vivere il tempo alla maniera siciliana.
(Odissea siciliana – Francine Prose)

Mi ha colpito molto questa frase la prima volta che l’ho letta.
Riassume in poche righe, ben scritte e molto eleganti, l’immenso concetto di “vita in Sicilia” che io cercavo di spiegare ai miei amici con giri di parole, aneddoti, gesti, lunghi monologhi e frasi sconnesse. Arrancando.
Perché la Sicilia bisogna viverla.

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