Siamo in macchina, in cinque, stiamo viaggiando già da qualche ora.
Da un po’, non saprei dire quanto, siamo in silenzio. La strada è sterrata e devo tenermi stretta per non sbattere la testa contro il tettuccio della jeep. C’è il sole fuori, non un sole fastidioso, ma quel sole tiepido, primaverile, che ti scalda il corpo e ti fa brillare i capelli. Ogni tanto va dietro una nuvola.
Stiamo percorrendo una pista ai piedi del deserto, di fianco a noi, per un paio di chilometri, c’è solo terra secca, in lontananza si vedono le dune dove inizia il Sahara marocchino.
Seguo con lo sguardo la forma delle dune, mi perdo a fissare il percorso di una crepa nella terra, guardo, ma non vedo niente. Sono ipnotizzata dal vuoto attorno a me, dal movimento della macchina, dal paesaggio che si sussegue sempre uguale ma diverso, come una decorazione geometrica nei quaderni delle elementari.
Continue reading