Chi è Viachesiva: cose che vorrei che voi sapeste su di me e su questo blog

In questo post vi racconto un po’ più di me, di questo blog, della mia storia e della sua. Mi arrivano tante mail che iniziano con “Ciao Viachesiva!” e mi accorgo che molti di voi non sanno come mi chiamo. In questo post rimediamo 🙂

Questo blog io me lo immagino un po’ come una cucina con grandi finestre, inondata dalla luce morbida della mattina, con un tavolo di legno chiaro grande grande, tantissime sedie, e attorno ci siete tutti voi, insieme a me, seduti a prendere un tè o un caffè, a parlare di viaggi, a mangiare biscotti e crostate appena sfornate (nell’aria si sente ancora il profumo!).
Alle pareti foto da tutto il mondo, sul tavolo cartine e guide piene di appunti, Moleskine fitte fitte e tazze tutte diverse – io bevo il mio tè alla cannella dalla nostra tazza smaltata Ink Your Travel ;).
Da un lato c’è un divano grande con una copertina morbidissima, per chi vuole stare comodo e ascoltare le storie degli altri viaggiatori.
Di fianco al divano c’è un tavolino con un mappamondo, un grande vaso con gigli freschi e una lampada con le lucine.
C’è chi si scambia consigli, chi pianifica viaggi, chi cerca idee, chi cerca conforto.
Chi racconta avventure e chi sogna di partire.
È un posto accogliente, familiare, luminoso, ospitale.

Ho esagerato?
Io questo blog me lo immagino proprio così però. 

Benvenuti in viachesiva, il mio blog di viaggi Continue reading

Bookstee: le magliette per gli amanti dei libri, delle illustrazioni e delle cose belle

[Questo post non parla di viaggi-viaggi: è per chi viaggia con i libri, col pensiero, per chi ama leggere, per chi ama le illustrazioni e le magliette belle.]

Ho comprato una maglietta nuova.
Anzi, ho comprato tre magliette nuove. Una per me, una per mia sorella e una per mia mamma.

Sopra le nostre magliette nuove ci sono disegnati i nostri libri preferiti.

Si chiamano Bookstee.

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These are a few of my favorite things

[questo post non parla di viaggi, parla di cose belle e di felicità]

Ci sono certi momenti in cui tutto è buio. E magari piove anche.
Tutto – tutto – sembra andare storto.

Qualche giorno fa ho avuto una giornata veramente incredibile.
Alle 2 di notte hanno suonato i carabinieri: “La sua macchina parcheggiata ha avuto un incidente con un’altra macchina parcheggiata.” WTF?! La mia macchina era parcheggiata in fondo ad una discesa da cui è arrivata a tutta velocità un’altra macchina parcheggiata a cui ha ceduto il freno a mano. Alle due di notte. Parliamone.
La mattina sono andata in stazione in bicicletta, sotto la pioggia, bagnata come un pulcino.
Arrivata in stazione ho scoperto che il mio treno, il mio solito treno, non esisteva più. Soppresso per sempre. Ma benissimo.
Aspetto per un’ora quello dopo, che è in ritardo di mezz’ora.
Arrivo a lavorare praticamente all’ora di pranzo. Il resto della giornata continua su questo registro, vi risparmierò i particolari irritanti.

Una giornata di merda iniziata alle 2 di notte, immaginatevi voi.

Io però sono una persona ottimista e solare, quindi ho cercato di non perdere mai il buonumore, a costo di pensare alle scene delle Follie dell’Imperatore durante le riunioni.
Sono arrivata a casa la sera che ero distrutta in mille pezzettini, un po’ come il vetro infrangibile quando poi effettivamente si rompe.

Quando sono così stanca e a terra uso sempre il metodo di Julie Andrews in Tutti insieme appassionatamente: penso alle cose belle.
Quelle cose piccole che normalmente non notiamo, ma che in una giornata triste fanno tornare il sereno.

Lei cantava questa canzone:

Io l’altro giorno per tirarmi su il morale ho scritto la mia lista delle piccole cose che mi fanno felice.
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