Dispacci dalla Silicon Valley #2: pancakes, quaderni nuovi e Rose Avenue

Finalmente ho un po’ di tempo per scrivere.
Sono in cucina, da sola. Dalla finestra di fianco a me si vede tutta la strada con le casine illuminate.
È proprio bello essere qui.

Questi giorni sono stati frenetici e bellissimi.
Sono stanchissima, sarebbe davvero il caso che io andassi a letto ora.
Però voglio ricordarmi ogni momento, non perdere nemmeno la più piccola e volatile di queste sensazioni.

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Birmingham in 10 scatti

Questo post fa parte del progetto In 10 scatti.

Questo è il primo post, quello dove spiego come funziona: Un nuovo progetto, una nuova sfida: #in10scatti.

Dieci fotografie (scattate rigorosamente da me) per raccontare una città, una volta alla settimana, per tutto l’anno.

Ecco a voi la mia Birmingham in 10 scatti.

Voi sapete quanto significato aveva per me essere qui.
E sapete anche che fatica ho fatto per arrivarci.

Birmingham non è una città di quelle che lascia senza fiato. È una città che ti coccola con le piccole cose.
Una di quelle città che alla classica domanda “bella ok, ma ci vivresti?” risponderei di sì.
Forse un po’ in tutto l’entroterra inglese.
Ma Birmingham è così educata, così delicata, che non ti senti un turista, ti senti a casa.

La luce del mattino inglese

La luce del mattino inglese

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Tonawanda in 10 scatti

Questo post fa parte del progetto In 10 scatti.

Questo è il primo post, quello dove spiego come funziona: Un nuovo progetto, una nuova sfida: #in10scatti.

Dieci fotografie (scattate rigorosamente da me) per raccontare una città, una volta alla settimana, per tutto l’anno.

Ecco a voi la mia Tonawanda in 10 scatti: un piccolo paesino a pochi chilometri da Buffalo, negli States, con queste casine colorate e tutte in fila così perfette da sembrare uscite da un film.
Te arrivi lì e ti guardi un po’ intorno spaesato pensando di essere sul set di Desperate Housewives, o di Dawson’s Creek, o in un episodio dei Simpson. Invece son più vere che mai, circondate da alberi coloratissimi in fila come soldatini.

Le casine di Towananda sembrano finte da quanto sono colorate, ordinate  e perfette

Le casine di Tonawanda sembrano finte da quanto sono colorate, ordinate e perfette

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Le casine di Tonawanda

Avete presente Wisteria Lane, il quartiere di Desperate Housewives?
Oppure le location di Pleasentville.
La classica cittadina americana: villette con giardino, vialetto e portico, il tutto incorniciato dagli alberi in file precise come soldatini.

Ecco: quelle villette, vederle dal vivo, è uno shock.
Per noi che viviamo in città con centri storici, palazzi antichi e stradine ciottolate, è veramente pazzesco. Sembra di essere catapultati dentro ad un film per famiglie.

casina suburbs tonawanda usa

Casette piccoline, colorate, curate fino al più piccolo particolare.
Immerse nel verde della periferia americana.
Certo, anche New York ha il suo polmone verde, Central Park è uno dei parchi più belli al mondo. Ma questi alberi ai lati delle stradine residenziali sono qualcosa in più: sono una cornice.
Sono le fondamenta delle casette sugli alberi dei bimbi americani.
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Il vecchino e la storia di Villa Sentosa, a Malacca

A Malacca, o Melaka, in Malesia, c’è un quartiere molto carino di case tradizionali malesi, vicino al fiume.
Si chiama Kampung Morten, noi ci siamo passati durante un giro in bici della città.
Tra tutte queste casine curatissime e colorate ce n’è una in particolare che merita da sola la visita a Malacca: Villa Sentosa.

Villa Sentosa, Malacca, Melaka, MalesiaMa non è la casa in sé che mi ha colpito, anche se molto bella e tradizionale.
È il suo proprietario.

Arriviamo a Kampung Morten in bici, a mezzogiorno, con il sole alto sopra le nostre teste. Uno dei miei amici vuole assolutamente trovare questa Villa Sentosa e noi lo seguiamo con poco slancio, sperando di trovarla più che altro per stare un po’ all’ombra. Le casine sono splendide, nelle verande le famiglie stanno pranzando riunite per festeggiare l’Hari Raya. Sono tutti eleganti e splendidi. Noi siamo quattro barboni sudati sulle nostre biciclettine dell’ostello. Loro ci sorridono lo stesso.

Dopo aver interrotto qualche pranzo in famiglia per chiedere informazioni riusciamo a raggiungere la Villa. Da fuori è molto bella e tradizionale. Davanti c’è parcheggiata una Golf. Perplessità.
Un signore, dalla casa a fianco, ci spinge ad entrare.
“Entriamo in casa di una famiglia… così?”
“No, dovete togliervi le scarpe prima.”
“Ah. Va beh, entriamo.”

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