Volete partire alla ricerca del blues di Chicago, del rock’n’roll di Memphis, del country di Nashville fino al jazz di New Orleans?
Volete godervi la vera America in una lenta discesa dall’Illinois alla Louisiana attraversando gli Stati del Midwest e del Sud, ascoltandone la musica e le storie?
Siete arrivati nel posto giusto. Ho fatto questo road trip in primavera e qui vi racconto tutto l’itinerario del mio viaggio, tappa per tappa, chilometro dopo chilometro: 17 giorni di musica, di storia, di America vera.
Questo post è un concentrato di informazioni, tutto ciò che mi è stato utile per definire il mio viaggio e le mie tappe. L’ho scritto pensando a tutto ciò che avrei voluto trovare io mentre lo stavo organizzando (e che non ho trovato).
Informazioni generali
- Giorni: 17 giorni, dal 20 aprile al 6 maggio, ottimo periodo dell’anno per visitare queste zone, poca gente e clima perfetto
- Area interessata:
- Illinois: Chicago, Springfield
- Missouri: St. Louis
- Kentucky: Louisville, Mammoth Cave National Park
- Tennessee: Nashville, Memphis
- Mississippi: Clarksdale, Greenwood, Vicksburg, Natchez
- Louisiana: New Orleans
- Spesa totale del viaggio (senza voli Italia-USA): 4000€ in quattro persone (quindi sui 1000€ a testa), così diviso, circa, per darvi un’idea dei costi:
- Auto per 14 giorni: (l’abbiamo presa uscendo da Chicago evitando di pagare i primi due giorni di viaggio visto che eravamo fermi in città, a Chicago ci siamo mossi a piedi, con Uber o con i mezzi pubblici) 450€ + 200€ di drop off, auto prenotata con Autoeurope.it (prenotatela e pagatela dall’Italia: risparmierete un bel po’ e avrete l’assicurazione base inclusa – noleggiare un’auto direttamente in loco costa mooolto di più e spesso nei noleggi sono sold out). Io quando devo noleggiare auto, specialmente qui negli Stati Uniti, uso sempre Autoeurope perché non c’è onestamente paragone sui prezzi. In questo caso tenete conto che è da calcolare anche il costo di drop off che si paga direttamente all’arrivo (il costo di drop off viene aggiunto quando si lascia l’auto in un posto diverso da quello in cui la si è noleggiata, più è grande la distanza tra questi due punti, più cresce il costo). Noi per spendere meno abbiamo pagato per un solo guidatore: io!, e devo dirvi che ho guidato tranquillamente solo io tutto il tempo, le tappe sono abbastanza brevi, si fa bene.
- Benzina per circa 2500km: 200€
- Assicurazione sanitaria: circa 100€ a testa, ma poi dipende da quanto volete essere coperti voi (per quanto possa essere il costo di un’assicurazione sanitaria in USA sarà sempre nulla in confronto a quanto potrebbe costarvi un infortunio, anche minimo). Io vi consiglio di non prenderla sotto gamba per niente: l’assicurazione in un viaggio in USA è fondamentale e obbligatoria visti i costi della sanità qui (rompervi un braccio può costarvi decine di migliaia di euro). Non risparmiate assolutamente su questo, prendete quella con i massimali più alti e con copertura al 100%.
- Hotel: in media 160$ a notte che sono 140€ per camere da 4 persone (Chicago e New Orleans hanno costi molto alti fino a 180€, altri posti come St. Louis o Louisville più bassi fino a 80€). Tenete conto che 140€ in 4 a notte significa 35€ a testa a notte, non è tanto per essere negli Stati Uniti, ma bisogna essere disposti a dividere una camera in 4.
- Entrate ai Musei vari: dipende quanti ne volete fare, ma costano un pochino (esempio: Graceland costa 40$, la Country Music Hall of Fame ne costa 27$, in media ogni entrata costa circa 30$).
- Cibo: contate circa 40$ al giorno in cibo per avere un’idea del budget. Noi a volte abbiamo mangiato carote e sedani in auto, altre degli hamburger ciccioni in ristoranti carini. Per fare una media tra colazione, pranzo e cena secondo me sui 40-45$ ci sta
- Persone: 4 – la mia famiglia
- Mezzi utilizzati: solo auto per 2500km, io vi consiglio di prenderne una grandina per stare comodi perché passerete molto tempo in auto, ma le strade sono facilissime, va bene anche un’utilitaria
- Hotel: in generale vi consiglio di prenotarli con largo anticipo tutti (tanto con la cancellazione gratuita fino a 24h prima di Booking state tranquilli), in alcune zone si riempiono con mesi di anticipo (in particolare se ci sono festival, noi siamo capitati a New Orleans nel periodo del Jazz Festival e gli hotel erano un macello), cercateli con colazione inclusa e parcheggio gratuito. Ricordatevi che al prezzo che vi fa vedere inizialmente Booking nella ricerca vanno aggiunti circa un 15% di tasse (a volte di più, dipende dalla città in cui siete). Quindi per vedere il prezzo reale provate a selezionare la camera che volete e cliccate su “Prenota” (il pulsante che vi manda alla schermata effettiva di prenotazione dove dovete inserire i vostri dati). A quel punto, sulla sinistra, potete vedere il prezzo effettivo comprensivo di tasse.
Noi abbiamo scelto gli hotel in base a 5 cose principalmente (tranne Chicago in cui non avevamo l’auto):
1) che avessero parcheggio gratuito;
2) che avessero la colazione inclusa;
3) che costassero meno possibile;
4) che avessero un punteggio su Booking sopra il 7.5;
5) che avessero la cancellazione gratuita (e possibilmente anche senza pagamento anticipato)
Qui sotto vi metto quelli in cui sono stata io con relativi commenti:- Chicago:
Wyndham Grand Chicago Riverfront, come zona è veramente perfetto per la visita della città, proprio nel suo cuore, sul fiume, in centro. Nella stessa zona però si trovano anche cose meno costose: noi abbiamo abbattuto il costo perché eravamo in 4, ma in 2 è tanto. Tra l’altro non ha la colazione, cosa che secondo me è sempre un po’ scomoda. C’è comunque un sacco di scelta attorno per mangiare (da un banale Starbucks a tanti cafè e posti per il brunch).
172€ per una camera quadrupla a notte (43€ a testa), colazione non inclusa
Mia valutazione personale: zona perfetta, scegliete quelli di fianco che costano meno (tipo il River Hotel che ho provato in un’altra occasione). - St. Louis:
La Quinta Inn & Suites St. Louis Westport, posizione comoda, catena di hotel sempre molto pulita e con ottimi servizi (secondo me i La Quinta sono i migliori delle catene di questa fascia), colazione basica. Su Booking quando abbiamo prenotato era un 8.7, quindi assolutamente favola.
162€ a notte per una camera quadrupla (40.5€ a testa), colazione inclusa
Mia valutazione personale: tornerei qui.
- (Indianapolis):
Indianapolis è tra parentesi perché in realtà abbiamo tagliato questa tappa per aggiungere un giorno in più a Memphis. Però avevamo trovato un hotel super carino quindi ve lo metto qui lo stesso.
Hamilton House Indy, punteggio su Booking 8.9, circa 80€ per una camera quadrupla (20€ a testa) con colazione inclusa, parcheggio incluso e cancellazione gratuita. Sono piccoli bungalow arredati benissimo e gestiti dalla signora Patricia che sembrava un amorino vero. Fatemi sapere se ci andate che sono curiosa! - Louisville:
Quality Inn & Suites University/Airport, i Quality Inn sono sempre una tacca sotto i La Quinta, ma costano anche un po’ meno. Basico, coi servizi che servivano a noi, in una zona comoda per l’auto (non a piedi).
90€ a notte per una camera quadrupla (22.50€ a testa), colazione inclusa
Mia valutazione personale: posto abbastanza anonimo, ottimo prezzo, tornerei qui in caso non ci fossero alternative migliori allo stesso prezzo. - Nashville:
Quality Inn Opryland Area, in centro a Nashville gli hotel costavano troppo, quindi abbiamo cercato un po’ fuori, tanto avevamo l’auto. Questa zona non è comoda, l’abbiamo scelta solo perché le altre alternative erano veramente costose. Niente di speciale. Vi consiglio di cercare qualcosa nella zona centrale della città se avete modo.
120€ a notte per una camera quadrupla (30€ a testa), colazione inclusa
Mia valutazione personale: non ci tornerei in maniera specifica, se non per questioni di costo, assolutamente niente di speciale. - Memphis:
La Quinta Inn & Suites Memphis Downtown, comodissimo, centrale e pulitissimo. Perfetto per girare il centro della città a piedi. Vicino a tutto. I La Quinta sono una garanzia. Consigliatissimo.
138€ a notte per una camera quadrupla (34.5€ a testa), colazione inclusa
Mia valutazione personale: tornerei sicuramente qui! - Vicksburg:
Bazsinsky House, questo luogo è un sogno (9.8 su Booking meritato!). La casa è meravigliosa, Andrew (il proprietario) è una delle persone più speciali incontrate in questo road trip, ogni tanto ci scriviamo ancora. La posizione è comodissima per girare il paesino a piedi e Andrew conosce tutto e tutti. La mattina ci siamo svegliati con la colazione fatta in casa per noi preparata a mano da lui (cornetti appena fatti, sformatini di prosciutto e formaggio, frutta tagliata a dadini…), un coccolino meraviglioso. Siamo rimasti poi due ore a chiacchierare con lui che ci ha raccontato tutta la sua storia. Gli abbiamo lasciato qualche ricetta scritta a mano (tra cui quella che lui tanto voleva: quella del sugo di pomodoro fatto da zero!). Se siete in un raggio di 100km da Bazsinsky House e non vi fermate qui siete dei matti, merita più della cittadina stessa.
136€ a notte per una camera quadrupla (34€ a testa), colazione inclusa
Mia valutazione personale: io prenderei un aereo anche solo per tornare qui. Fidatevi e andateci, chiacchierate con lui. Ditegli che lo saluta la famiglia italiana della ricetta del sugo di pomodoro 🙂 - Natchez:
Hampton Inn & Suites Natchez, basicissimo, poco costoso, fa il suo dovere. A noi serviva proprio solo di passaggio. Promosso per il costo e la comodità.
92€ a notte per una camera quadrupla (23€ a testa), colazione inclusa
Mia valutazione personale: tornerei senza problemi, anche se non avrei preferenze per questo posto specifico rispetto ad altri. - New Orleans:
Days Inn by Wyndham New Orleans Pontchartrain, siamo stati qui solo perché era tutto pieno a causa del Jazz Fest. Questo posto è bruttissimo in una zona bruttissima. Non venite qui.
116€ a notte per una camera quadrupla (29€ a testa), colazione inclusa
Mia valutazione personale: osceno, non ci metterò mai più piede.
- Chicago:
Itinerario giorno per giorno
Ecco qua la cartina con tutto l’itinerario del mio road trip della musica da Chicago a New Orleans tappa per tappa (qui trovate anche la versione interattiva su Google Maps):
Come in tutti i miei post sugli itinerari qui di seguito trovate l’itinerario in breve con le tappe schematiche per ogni giorno, così potete dare un’occhiata generale al giro che abbiamo fatto.
Scendendo nella pagina o cliccando sul giorno trovate la descrizione di ogni giornata con i dettagli.
Spero che possa servirvi, questo viaggio è davvero uno di quelli che si ricordano per tutta la vita.
Giorno 1: Arrivo a Chicago in serata
Giorno 4: Chicago > Springfield > St. Louis
Giorno 6: St. Louis > Louisville
Giorno 7: Louisville > Mammoth Cave National Park > Nashville
Giorno 12: Memphis > Clarksdale > Greenwood > Vicksburg
Giorno 13: Vicksburg > Natchez
Giorno 14: Natchez > New Orleans
Giorno 17: Partenza da New Orleans a metà giornata
Giorni 1-3: Chicago
Giorno 1: in serata siamo arrivati a Chicago (l’aeroporto è bellissimo e coloratissimo), abbiamo mangiato un boccone e ci siamo sistemati in hotel (Wyndham Grand Chicago Riverfront). Contate che i nostri giorni pieni a Chicago sono stati fondamentalmente due.
Giorno 2: la mattina siamo partiti a piedi alla volta del Millennium Park con il suo Cloud Gate (fagiolone a specchio). La maggioranza delle persone lo considera una gran cagata, ma a me devo dire che è piaciuto veramente tantissimo. È ipnotico, scenografico, interattivo, tutto ciò che una bella opera d’arte, specialmente di arredamento urbano, dovrebbe essere. Dedicate una mezz’oretta anche al resto del parco, molto bello, soprattutto nelle giornate di sole.
Sempre a piedi poi ci siamo diretti nella zona del Loop che abbiamo girato a piedi in lungo e in largo. Per vederla dall’alto abbiamo poi preso la Pink Line della metropolitana da Clark/Lake a Washington/Wells.
Nel pomeriggio abbiamo fatto la meravigliosa crociera sul fiume Chicago (assolutamente da fare, ma copritevi bene che fa un freddo becco) del Chicago Architecture Center. Dura in tutto dalla partenza all’arrivo circa due ore e vi permette di scoprire e capire Chicago, i suoi palazzi e la sua storia da un punto di vista privilegiato e strategico: quello del suo fiume. Davvero imperdibile.
In serata House of Blues per un po’ e cena da Gino’s East per provare la famosa deep dish pizza di Chicago. Prendetene una piccola in due o tre persone perché è enorme e pesante come un macigno. È praticamente una torta di pizza iperfarcita e brodosa. Per i miei gusti è onestamente una grande porcheria (oltre che indigeribile), ma se vi piace il genere diversi amici che vivono a Chicago consigliano Gino’s East o Lou Malnati’s. Io direi che sono a posto così per il resto dei miei giorni.
Giorno 3: mattino dedicato all’esplorazione di Wicker Park e Logan Square, due quartierini un po’ hipster e residenziali che fanno vedere una Chicago completamente diversa da quella del Loop. Questa è la zona dei brunch, dei murales, dei negozietti vintage e di cianfrusaglie costosissime. Un bellissima passeggiata e una gran boccata d’aria. Una Chicago più reale.
Dopo un bel brunch obeso ci siamo diretti verso il Magnificent Mile (niente di speciale onestamente, ricorda la 5th Avenue di NYC), percorso tutto a piedi fino ad arrivare al Lake Michigan e Oak Street Beach. Parte da qui una bella passeggiata che può durare quanto preferite voi lungo il Lakefront Trail, il percorso che costeggia il Lago Michigan, così immenso che sembra un mare. Noi ne abbiamo fatto un pezzettino ma era un freddo cane e tirava un vento prepotentissimo.
Ci siamo così rifugiati nel tardo pomeriggio all’Hancock Building per vedere la città dall’alto. Qui ci sono due scelte: si può accedere all’Observation Deck al 94° piano (costa 20$ a testa e c’è una super fila) oppure andare a bere un cocktail alla Signature Lounge al 96° piano e avere la stessa vista, ma al costo di un drink (che è comunque una decina abbondante di dollari, ma almeno vi bevete anche il drink!). Noi, come avrete intuito, siamo stati alla Signature Lounge: zero fila, arrivi su e ti fanno sedere subito, noi abbiamo avuto il culo incredibile di beccare un tavolino proprio sulla finestra. La vista più bella si ha però dal bagno delle donne, una parte enorme interamente di vetro che si affaccia a strapiombo sulla città.
Da qui, su consiglio di un amico, siamo stati ad ascoltare un po’ di blues al Kingston Mines che ci ha regalato una serata davvero eccellente.
Cose che volutamente non abbiamo fatto a Chicago:
- Andare al Navy Pier a vedere luna park e giostre (perché ce l’hanno sconsigliato tutti gli amici che vivono a Chicago essendo molto turistico e abbastanza una trashata)
- Salire sulla Willis Tower per vedere la città dall’alto (perché costa tanto ed è uguale alla vista dalla Signature Lounge)
Cose che avrei voluto fare a Chicago (se avessimo avuto più tempo):
- Esplorare il quartiere di Andersonville
- Fare il gospel brunch all’House of Blues (da prenotare molto prima)
[Recap Giorni 1-3]
Cloud Gate (fagiolone) e Millennium Park
Chicago Loop (con metro sopraelevata, Pink Line da Clark/Lake a Washington/Wells.)
Chicago River Architecture Tour
Gino’s East e Lou Malnati’s (deep dish pizza)
Passeggiata a Logan Square e Wicker Park
Lake Michigan, Oak Street Beach e Lakefront Trail
Magnificent Mile
Hancock Building per vedere la città dall’alto (Signature Lounge)
Kingston Mines (per il blues)
3 notti al Wyndham Grand Chicago Riverfront
Giorno 4: Chicago > Springfield > St. Louis
Partenza dall’hotel al mattino abbastanza presto per andare a prendere l’auto a noleggio (una bella Jeep color diarr nocciola) prenotata con Autoeurope.it (prenotatela e pagatela dall’Italia: risparmierete un bel po’ e avrete l’assicurazione base inclusa – noleggiare un’auto direttamente in loco costa mooolto di più e spesso nei noleggi sono sold out).
La giornata poi è stata tutta di strada per raggiungere St. Louis, fermandoci tutto il pomeriggio e a cena a Springfield, città natale di Abraham Lincoln (non quella dei Simpson purtroppo, anche se ci speravo tantissimo, quella pare sia immaginaria proprio perché ci sono tantissime Springfield negli Stati Uniti).
A Springfield abbiamo dedicato il pomeriggio alla visita dell’Abraham Lincoln Presidential Library and Museum. Inizialmente ci siamo entrati più per dovere morale, culturale e storico, onestamente. Ma poi siamo rimasti incantati. Il museo è piccolino ma pieno di storia e di narrazione. Un viaggio bellissimo attraverso la storia di Lincoln e di un pezzo cruciale di America. Secondo me merita molto. Da non perdere assolutamente i due spettacoli interattivi. Noi siamo stati circa due orette abbondanti ma ne sarebbero servite di più, secondo me tre sicuramente (solito problema dei musei/parchi americani: chiudono alle 17.00).
Abbiamo poi fatto una cena (prestino, con le galline) molto buona in un ristorantino sempre a Springfield che si chiama Obed & Isaac’s Microbrewery and Eatery.
Ci siamo poi rimessi in marcia verso St. Louis (circa un’ora e mezzo di strada), dove abbiamo dormito al La Quinta Inn & Suites St. Louis Westport.
[Recap Giorno 4]
Partenza da Chicago, recupero auto a noleggio
Visita a Springfield e al museo di Abraham Lincoln
Notte a St. Louis al La Quinta Inn & Suites St. Louis Westport
Giorno 5: St. Louis
Iniziamo la giornata con la tappa che forse ci incuriosiva di più di St. Louis: il Delmar Loop con la St. Louis Walk of Fame. È una strada lunga circa 1 chilometro piena di negozi di dischi, atelier d’arte, club con musica dal vivo, icone della musica del passato. Qui trovate la mappa dettagliata stampabile con la descrizione di ogni tappa interessante (la mappa si trova anche in qualunque negozio del Loop in versione depliant). Noi abbiamo passato qui tutta la mattinata esplorando ogni angolino di questa strada. Lungo la passeggiata si incontrano anche tutte le stelle della Walk of Fame, da Chuck Berry a T.S. Eliot a Miles Davis (c’è anche il supremo Scott Bakula, passione sfegatata di mia sorella undicenne quando in mansarda guardavamo Quantum Leap – In viaggio nel tempo a ripetizione). Se siete appassionati di camicie americane vintage non perdetevi Avalon Exchange: noi abbiamo comprato quattro camicione di flanella da bovari americani per la modica cifra di 20$ (c’erano anche dei felponi con stampe anni ’90 che mi pento amaramente di aver lasciato lì).
A pranzo ci siamo fermati al Blueberry Hill, locale storico di St. Louis che ha visto per anni Chuck Berry come ospite fisso. Assolutamente consigliatissimo, non tanto per il cibo (medio), ma per l’atmosfera e la storia che si respira. Un luogo decisamente unico nel suo genere.
Come in ogni città che visitiamo ci siamo poi dedicati per un’oretta all’house-watching, una delle nostre attività preferite che prima o poi ci farà arrestare. Consiste fondamentalmente nel girare in macchina per i quartieri residenziali, a passo d’uomo, per osservare le casine, le porticine, le decorazioni dei giardini, le strade curatissime. Ogni tanto facciamo anche qualche foto. Un comportamento praticamente identico a quello dei ladri quando studiano il loro prossimo colpo. Prima o poi ci sparano. Ma ne vale la pena, sono bellissime.
Dopo aver rischiato così scioccamente la vita ci siamo diretti a Downtown, verso l’Old Courthouse e il Gateway Arch. La nostra prima tappa è stata l’Old Courthouse dove si acquistano i biglietti per salire sulla cima del Gateway Arch. Qui abbiamo anche visitato la mostra sul caso Dred Scott che è fondamentalmente uno degli antefatti della Guerra di Secessione (e una pagina buia della schiavitù in America – stiamo parlando di meno di duecento anni fa, rendiamoci conto). Interessantissima e un po’ devastante.
Da qui in cinque minuti a piedi si raggiunge il gigantesco e leggerissimo Gateway Arch, l’arco simbolo della città. Potete ammirarlo da sotto oppure fare come noi turistazzi che abbiamo preso i biglietti (34$ a testa!) per salire sulla cima e vedere la città da lassù. Io adoro vedere le città dall’alto quindi sono di parte, ma a me è piaciuta tantissimo come vista e come esperienza. Unica parte contemporaneamente terrificante e indimenticabile: la salita in cima all’arco con un sistema di capsule sferiche sigillate che vengono trasportate da un nastro ripidissimo. Se soffrite seriamente di claustrofobia non fatelo. Io sto male negli spazi chiusi e non ho avuto problemi, ma devo dire che fa impressione.
Da lassù la vista è molto bella (anche se di per sé la città non è niente di speciale) e si vede anche tutto il Mississippi.
Una volta scesi abbiamo fatto una passeggiata a Downtown dove non c’è veramente nulla di nulla. A cena ci siamo spostati al BB’s Jazz, Blues and Soups per sentire un po’ di musica dal vivo: posticino carinissimo, musica speciale, atmosfera casalinga e accogliente, cibo medio.
[Recap Giorno 5]
Passeggiata al Delmar Loop e alla St. Louis Walk of Fame
Pranzo al Blueberry Hill
Giro in auto per i quartieri residenziali per vedere le casine
Visita alla Old Courthouse e al museo sulla storia di Dred e Harriet Scott
Visita alla cima del St. Louis Gateway Arch
Passeggiata a Downtown
Cena e musica blues al BB’s Jazz, Blues and Soups
Notte a St. Louis al La Quinta Inn & Suites St. Louis Westport
Giorno 6: St. Louis > Louisville
La mattina di questa giornata è passata tutta lungo la strada: da St. Louis a Louisville ci vogliono circa 4 ore di guida. Ci siamo fermati a mangiare lungo la strada e siamo arrivati a Louisville nel primo pomeriggio.
Nota bene/errore da non commettere: Louisville ha l’orologio 1 ora avanti rispetto a St. Louis e noi non ci avevamo fatto caso. Questo perché il Kentucky (dove si trova Louisville) ha due fusi orari diversi, segue per metà l’Eastern Time e per metà il Central Time (vedete qui la divisione). Ciò significa che pensavamo di essere arrivati alle 15, mentre erano già le 16, quindi era impossibile visitare l’unico museo che ci interessava e cioè il Muhammad Alì Center che chiude alle 17. Visita rimandata al mattino dopo con conseguente condensamento del programma della giornata successiva.
Curiosità: lungo la strada da St Louis a Louisville passavamo in auto dentro nugoli di zanzare così fitti che il rumore che facevano nello spiaccicarsi sulla macchina era lo stesso della pioggia battente. Impressionante. A metà strada ci siamo dovuti fermare per lavare la macchina perché il vetro e i tergicristalli erano diventati una roba disgustosa. Abbiamo dovuto immortalare lo schifo con una foto che non vi risparmierò.
Detto ciò siamo arrivati a Louisville sulle 16 ora locale e ci siamo diretti subito a Old Louisville, per visitare a piedi questo meraviglioso quartiere vittoriano. Abbiamo passato qui un paio di ore meravigliose, a curiosare tra le stradine e nei giardini. Le case sembrano delle torte nuziali, curate in ogni minimo dettaglio, io avrò fatto duecento foto solo qui. La zona più bella secondo me è quella di St James Court e Belgravia Court. Se siete in macchina potete parcheggiare qui e poi proseguire a piedi. Volendo, se riuscite a organizzarvi con gli orari, ci sono anche i walking tour guidati che devono essere spettacolari. Noi abbiamo seguito i consigli di questo utilissimo post sull’itinerario da seguire e abbiamo fatto da soli: Lace Up Your Shoes & Take a Walk Through Old Louisville
Da qui ci siamo spostati verso il centro seguendo circa questo itinerario a piedi di un’oretta. Eccovi anche lo screenshot:
Volevamo vedere il centro, Downtown, e poi passeggiare lungo il fiume fino al Waterfront Park. Passeggiata carina, non specialissima devo dire, ma interessante. Al parco era in corso anche una bella festa estiva con concerto e food truck. Abbiamo cenato qui, guardato il tramonto e ascoltato un po’ di musica dal vivo.
[Recap Giorno 6]
Strada St Louis > Louisville (4 ore, tutta la mattina)
Arrivo a Louisville (+1 fuso orario)
Passeggiata a Old Louisville (St James Court e Belgravia Court)
Downtown e Waterfront Park
Giorno 7: Louisville > Mammoth Cave National Park > Nashville
Al mattino alle 7.30 eravamo in piedi per riuscire ad arrivare al Muhammad Alì Center all’apertura, alle 9.30. È un luogo veramente emozionante, che non solo segue la vita di un uomo che è stato icona del suo tempo e del nostro, ma racconta insieme alla sua storia anche quella dell’America di quei tempi. Si percorre il suo cammino nel mondo dello sport, si vive la sua conversione all’Islam e la sua apertura alla fede, il suo essere un uomo di colore e di successo negli anni più bui del razzismo americano. Un tassello fondamentale in questo viaggio attraverso gli Stati Uniti.
Usciti dal museo abbiamo fatto un’altra passeggiata a Downtown (in particolare lungo West Main Street), zona piena di musei, negozietti e posticini interessanti. Qui ci siamo fermati a pranzo da Atlantic No. 5 che vi consiglio molto (soprattutto per l’atmosfera).
Verso le 13.30 siamo ripartiti da Louisville e in un’ora e mezzo siamo arrivati a Mammoth Caves National Park, dove però erano ancora solo le 14.00. Come vi scrivevo anche sopra, il Kentucky ha due fusi orari diversi, Louisville segue l’Eastern Time mentre la zona delle Mammoth Caves segue il Central Time (vedete qui la divisione). Scomodissimo, ma meglio saperlo prima (noi questa ce l’eravamo dormita e lungo la strada abbiamo fatto un po’ di casini).
Le Mammoth Caves sono il più grande sistema di grotte e caverne al mondo, con oltre 650km di cunicoli esplorati. Le grotte non si possono visitare in autonomia, è necessario prenotare le visite guidate direttamente lì, come abbiamo fatto noi, oppure online (potete vedere qui quali sono disponibili nel periodo in cui andate voi). Noi abbiamo fatto due tour: il Mammoth Passage Tour (1.15 h – 8$ a testa) e il Domes and Dripstones Tour (2 h – 17$ a testa). Se avete poco tempo fate solo il secondo perché merita davvero.
Il generale a me la visita al parco è piaciuta molto, anche perché è molto diversa rispetto al resto del viaggio, concentrato soprattutto in città e strade. Non la considererei però una delle tappe imperdibili. Molto bello se avete tempo.
Da qui siamo ripartiti verso le 18 in direzione Nashville. Un’ora e mezzo di strada e siamo arrivati. La notte abbiamo dormito al Quality Inn Opryland Area.
[Recap Giorno 7]
9.30 (ora Louisville, Eastern Time) > Visita Muhammad Alì Center
12.30 (ora Louisville, Eastern Time) > Pranzo ad Atlantic No. 5 a Louisville
13.30 (ora Louisville, Eastern Time) > Partenza da Louisville
14.00 (fuso -1 ora, ora Mammoth Cave, Central Time) > Arrivo a Mammoth Caves National Park
14.30 (ora Mammoth Cave, Central Time) > Mammoth Passage Tour (1.15 h)
15.45 (ora Mammoth Cave, Central Time) > Domes and Dripstones Tour (2 h)
18.00 (ora Mammoth Cave, Central Time) > Partenza da Mammoth Caves NP
19.30 (ora Tennessee, Central Time) > Arrivo a Nashville
Notte al Quality Inn Opryland Area
Giorno 8: Nashville
La giornata è iniziata con tutta la mattina Country Music Hall of Fame, un luogo imperdibile visto che Nashville è considerata la capitale mondiale della musica country. La visita costa abbastanza (26$ a testa), ma merita tantissimo: si potrebbe passare un’intera giornata dentro a questo posto, percorrendo la storia musicale di Nashville. Curiosità: la meravigliosa entrata riprende i colori e le forme di un pianoforte, dal vivo è davvero bellissimo.
Dopo uno spettacolare pranzo da Sun Diner, abbiamo dedicato il pomeriggio a vagabondare nelle strade del centro, in particolare su Broadway, dove la musica esce letteralmente da ogni porta. Negozi di dischi e di stivali, localini con gruppi live, ogni angolo di questa città è dedicato alla musica. La città è un po’ meno “puramente musicale” di come me l’aspettavo, tante persone vengono qui per divertirsi, bere e festeggiare addii al celibato. Io ho apprezzato ancora di più le zone un po’ fuori dalla confusione, dove la gente entra nei locali per la musica e rimane in ipnotizzata ad ascoltare.
All’ora del tramonto abbiamo fatto una bella passeggiata lungo il Riverfront Park fino al John Seigenthaler Pedestrian Bridge. Qui siamo rimasti ad ascoltare un ragazzo suonare la fisarmonica mentre il sole tramontava sul fiume Cumberland.
Poi cena a base di musica dal vivo e crocchette di alligatore al Bourbon Street Blues and Boogie Bar (molto consigliato, leggermente fuori dalla confusione, le crocchette sanno di pollo un po’ più molliccio). Notte al Quality Inn Opryland Area.
Due cose interessanti di Nashville che non abbiamo visto per mancanza di tempo:
- Tour dell’Historic RCA Studio B
- Partecipazione alla registrazione dello storico programma radiofonico Grand Ole Opry
[Recap Giorno 8]
Mattina: Country Music Hall of Fame
Pomeriggio: passeggiata a Broadway e al Riverfront Park e al John Seigenthaler Pedestrian Bridge, musica ovunque
Sera: cena a base di musica dal vivo e crocchette di alligatore al Bourbon Street Blues and Boogie Bar
Notte al Quality Inn Opryland Area
Giorno 9: Nashville > Memphis
Questa giornata è stata dedicata alla lentezza e alla strada. Avremmo potuto correre ed essere a Memphis in meno di tre ore, invece abbiamo scelto di passare tutto il giorno lungo la Natchez Trace Parkway, una strada lenta ma bellissima, in mezzo alla natura. A questo link l’itinerario che abbiamo seguito.
La mattina ci siamo fermati per un paio d’ore all’Andrew Jackson Hermitage, la casa e piantagione del Presidente Jackson. È una bella visita, non necessaria onestamente, ma fa conoscere un pezzettino in più di storia. Noi l’abbiamo fatta proprio perché avevamo scelto di farci una giornata rilassata e lenta.
Abbiamo quindi imboccato la Natchez Trace Parkway e ci siamo fermati a pranzo in un paesino meraviglioso (se passate di qui non perdetevelo!): Leiper’s Fork. Abbiamo mangiato in un posticino super tipico, The Country Boy, a me è piaciuto così tanto come atmosfera e come esperienza che ho comprato la loro tazza e ora ci faccio colazione tutte le mattine a casa a San Francisco.
Da lì siamo scesi lentamente fino a Memphis perdendoci tra i boschi e le foreste del Tennessee ascoltando Elvis Presley e cantando insieme a lui, una delle giornate più belle del viaggio.
Ultimo stupidissimo stop: un Walmart, per far vedere ai miei che posto assurdo è. Notte al bellissimo e comodissimo La Quinta Inn & Suites Memphis Downtown.
[Recap Giorno 9]
Mattino all’Andrew Jackson Hermitage
Visita a Leiper’s Fork e pranzo da The Country Boy
Viaggio in auto lungo la Natchez Trace Parkway
Stop dovuto a Walmart
Notte al La Quinta Inn & Suites Memphis Downtown
Giorno 10: Memphis
La mattina del primo giorno a Memphis l’abbiamo dedicata a una delle più incredibili esperienze di questo viaggio: la Messa alla Full Gospel Tabernacle Church tenuta dal reverendo Al Green. Al Green è stato un famosissimo cantante soul e R&B che a causa di un fatto molto traumatico nella sua vita (dopo aver rifiutato la proposta di matrimonio della sua compagna, lei prima lo ha ferito e poi si è tolta la vita) si è convertito al Cristianesimo ed è stato ordinato pastore. La sua messa, devo dire, è qualcosa di unico al mondo. Io sono credente, quindi non ho mai visto di buon occhio l’idea di approcciare una messa come se fosse uno spettacolo. Ma l’esperienza alla ch è qualcosa di superiore. Non solo il coinvolgimento nelle musiche, nelle danze e nei canti, ma proprio l’atmosfera che si respira e la presenza davvero unica di Al Green rendono questo momento qualcosa di imperdibile. Andateci a prescindere dalla vostra fede, è un bel momento per la vostra vita in generale. Al Green purtroppo non officia tutte le messe, quindi la sua presenza non è mai garantita, ma pare che a quella della domenica alle 11.30 lui ci sia sempre (alla nostra effettivamente c’era). Della messa non ho foto, ma online trovate video e racconti cercando “Full Gospel Tabernacle Church Memphis“. Tenete conto che dura circa un’oretta.
Al termine della messa ci siamo diretti ai Sun Studio per la visita guidata. Il Sun Studio è lo storico studio di registrazione in cui è stato scoperto Elvis Presley e da cui è partita la sua carriera (ma non solo, anche tantissimi altri hanno registrato qui i loro pezzi).
La storia di Elvis è dolcissima però: registrò il suo primo demo ai Sun Studio solo come regalo di compleanno alla mamma poiché chiunque, per una somma minima, poteva registrare le proprie canzoni e portarsi a casa il disco. La visita dei Sun Studio si può fare solamente guidata (costa sui 14$), noi abbiamo preso i biglietti direttamente lì per il tour successivo (si entra a gruppi).
Da qui ci siamo spostati lungo Beale Street per visitare il centro musicale di Memphis. Il primo impatto, devo dire, è stato un po’ deludente: gente ubriaca ovunque, rumore altissimo, poca musica dal vivo, tante casse che pompavano in strada musica commerciale. Un po’ sarà stata colpa del weekend, un po’ è chiaro che i tempi sono cambiati, ma a me ci è voluto un po’ per adattarmi a questa “diversa” Memphis, rispetto a quella del mio immaginario.
Su Beale Street abbiamo ascoltato un po’ di musica e poi ci siamo incamminati verso il centro per esplorare a piedi la città e pian piano raggiungere il Mississippi. Qui abbiamo fatto una lunga passeggiata lungo il parco che costeggia il fiume aspettando il tramonto.
A cena siamo poi rientrati su Beale Street e ci siamo fermati ad ascoltare un favoloso gruppo live al B.B. King’s Blues Club (il cibo era come al solito medio-pesante, ma la musica era spettacolare).
Da qui siamo poi rientrati a piedi al nostro La Quinta Inn & Suites Memphis Downtown.
[Recap Giorno 10]
11.30 > Messa alla Full Gospel Tabernacle Church
13.00 > Visita ai Sun Studio
16.30 > Beale Street
18.00 > Passeggiata lungo il Mississippi
20.00 > Serata al B.B. King’s Blues Club su Beale Street
Notte al La Quinta Inn & Suites Memphis Downtown
Giorno 11: Memphis
La nostra seconda giornata a Memphis piena di musica e di storia inizia alle 10 con la visita guidata alla scenografica e impeccabile fabbrica delle chitarre Gibson. Premetto che a me visitare le fabbriche in generale piace tantissimo, vedere come vengono fatte le cose, passaggio dopo passaggio, come una precisione millimetrica e una cura quasi affettuosa mi emoziona. Alla Gibson è stata veramente l’apoteosi. Ogni chitarra viene curata nel minimo dettaglio e assemblata a mano dall’inizio alla fine. Chiamarla “fabbrica” è quasi sminuente, è una grande collaborazione perfettamente oliata e coordinata tra liutai e artigiani unici al mondo. La visita merita assolutamente, da non perdere.
Da qui ci siamo spostati alla famosissima Graceland, eccentrica residenza di Elvis Presley nei suoi anni a Memphis. L’impatto iniziale onestamente per me è stato pessimo: Graceland non è più solo la sua casa, è diventata un parco giochi: ci hanno costruito attorno negozi di souvenir e ristoranti, su misura di quel turismo chiassoso e di massa che ricerca queste esperienze. L’accesso a Graceland costa parecchio: 40$ il biglietto base con audio guida (fondamentale e interessantissima devo dire) inclusa.
La sua residenza si raggiunge con uno shuttle dopo aver fatto una lunga fila, sembra di essere a Mirabilandia. La sensazione fino a questo passaggio è rimasta quella del parco giochi, ma poi finalmente siamo arrivati alla casa e, ognuno con l’audio guida nelle orecchie, ci siamo ritirati ad ascoltare la sua storia e la sua vita, camminando tra i corridoi della sua casa. Tutti parlano della grandiosità delle stanze e dell’arredamento di Graceland, ma quello che a me ha lasciato questa visita è una grande tristezza e un grande affetto per quest’uomo così fragile e dolce, con un amore sconfinato per la madre e per la figlia, con un pessimo controllo della sua fama e degli eccessi che ne conseguono. La visita è stata un’esperienza bellissima, quasi mistica a tratti. Assolutamente imperdibile, tenete in conto circa tre orette in tutto (anche di più volendo, la visita è self paced).
Ultima tappa della giornata, imperdibile come le prime due, è stato il National Civil Right Museum al Lorraine Motel, luogo in cui è stato assassinato Martin Luther King che oggi ospita il museo sui diritti civili. Qui si ripercorre la vita e la morte di Martin Luther King in parallelo alla storia dei diritti civili nell’America dell’ultimo secolo. Museo interessantissimo (ci hanno praticamente cacciato dopo due ore, alla sua chiusura) e anche molto forte: il punto in cui nelle foto sotto vedete la corona di fiori è realmente quello in cui è stato assassinato. La sua camera al Lorraine Motel, la 306, è rimasta esattamente uguale ad allora. Davvero una visita che apre ancora di più gli occhi (se ce ne fosse bisogno a questo punto del viaggio nell’America sudista e schiavista di un tempo) su un pezzettino di storia irripetibile neanche troppo lontano dai giorni nostri (mia mamma l’assassinio di MLK se lo ricorda dalla tv).
In serata siamo tornati su Beale Street con il cuore un po’ più pesante e un gran voglia di ascoltare un bel po’ di musica live. Da qui siamo poi rientrati a piedi al nostro La Quinta Inn & Suites Memphis Downtown.
[Recap Giorno 11]
10.00 > Visita alla fabbrica delle chitarre Gibson
12.00 > Visita a Graceland
15.00 > National Civil Right Museum al Lorraine Motel
Serata su Beale Street
Notte al La Quinta Inn & Suites Memphis Downtown
Giorno 12: Memphis > Clarksdale > Greenwood > Vicksburg
Giornata dedicata al lento scendere parallelamente al fiume Mississippi lungo le strade del Delta Blues seguendo il Mississippi Blues Trail.
Lo scopo era quello di evitare tutte le strade trafficate e le autostrade, scegliendo solo le stradine di campagna. Le tappe che ci interessavano particolarmente erano:
- Clarksdale
- Greenwood e le tre tombe di Robert Johnson
- Vicksburg
Questo è l’itinerario (qui il link su Google Maps) che abbiamo seguito:
Il primo tratto di strada, fino a Clarksdale, è stato assolutamente disperso nel nulla, costeggiando il Mississippi, tra strade sterrate e tratti semi paludosi: una meraviglia!
Siamo arrivati a Clarksdale, patria del Delta Blues e paesino natale di Sam Cook, verso l’ora di pranzo e la prima tappa è stato il famosissimo Devil’s Crossroads, l’incrocio tra le highways US 61 e US 49, dove la leggenda vuole che Robert Johnson abbia fatto un patto con il diavolo per poter suonare il blues migliore di sempre (qui potete leggerne la storia). Qui se alzate gli occhi potete vedere le chitarre incrociate proprio sopra le due strade.
Per le successive due ore abbiamo percorso ogni stradina di questo paese disperso in mezzo al Mississippi, dimenticato dallo scorrere del tempo. Dal Delta Blues Museum, al Ground Zero Blues Club, allo Shack Up Inn, sembra che a Clarksdale non ci sia nulla, ma ci vorrebbero giorni per visitarla per bene (qui un po’ di info). Se riuscite a organizzarvi venite per il Juke Joint Festival, ci hanno detto tutti i paese che è una roba pazzesca.
Siamo ripartiti da Clarksdale nel primo pomeriggio e da qui è iniziata la nostra quest più difficile del viaggio: trovare tutte e tre le tombe in cui si dice essere sepolto Robert Johnson. Vi spiego. La leggenda vuole che Robert Johnson, uno dei più grandi musicisti blues e chitarristi mai esistiti, sia stato assassinato a soli 27 anni da un marito geloso e sepolto senza una lapide in un cimitero disperso nelle campagne del Mississippi. La storia negli anni è diventato un vero e proprio mistero tra gli appassionati di musica che dopo approfondite ricerche hanno identificato tre possibili luoghi di sepoltura. Così, poiché il nostro capofamiglia è sia un patito sfegatato di musica, sia un grande estimatore del turismo cimiteriale, questa era la combo per l’avventura perfetta. E tutta la famiglia è stata coinvolta nella caccia al tesoro.
Il problema fondamentale è non avevamo internet e avevamo dato per scontato che tutti sapessero dove erano le tombe, e che quindi bastasse chiedere informazioni ai passanti una volta nelle vicinanze. Avevamo appuntato vagamente le tre location. Niente di più sbagliato, nessuno aveva la più pallida idea di cosa stessimo dicendo, internet era offline e tutti i cimiteri si chiamavano uguali. Alla fine, dopo aver girato la metà dei cimiteri del Mississippi, siamo riusciti a trovare anche l’ultima, introvabile, tomba.
Per gli appassionati qui sotto vi lascio le tre foto con le tre location (in ordine da nord a sud), sia mai che anche a voi venga la curiosità di andare a vedere dal vivo i luoghi di sepoltura di questo mostro del blues:
Tomba di Robert Johnson #1
Little Zion Missionary Baptist Church
Money Rd, Greenwood, MS 38930
Location su Google Maps: goo.gl/maps/yazcbSZZi8G2
Tomba di Robert Johnson #2
Payne Chapel Church
32830 Co Rd 167, Itta Bena, MS 38941
Location su Google Maps: goo.gl/maps/UcKnrJunPLH2
Tomba di Robert Johnson #3
Mount Zion Church
County Road 511
Sidon, Mississippi 38954
Location su Google Maps: goo.gl/maps/8RD38qQXtFu
Una volta trovata l’ultima tomba, al tramonto, ci siamo messi lentamente in auto verso Vicksburg, pensato ai pomodori verdi fritti per cena.
Arrivati a Vicksburg abbiamo avuto la sorpresa più bella del viaggio: la Bazsinsky House e Andrew, il suo proprietario. Questa casa è un’oasi di pace, cura e amore in cui riposarsi e sentirsi bene durante un road trip così intenso (9.8 su Booking, non so se mi spiego). Andrew è la persona più dolce e carina incontrata nel nostro viaggio, ci ha accolti come se fossimo di famiglia e al mattino successivo ci ha cucinato con le sue mani la colazione più buona di sempre (guardate quei tortini di uova, prosciutto e formaggio!). Ci ha dato tantissimi consigli per il nostro viaggio e abbiamo passato ore a chiacchierare come se ci conoscessimo da sempre. Come se non bastasse la casa è veramente uno splendore, arredata alla perfezione, come se fosse una bomboniera. Se passate anche solo in Mississippi fate in modo di fermarvi qui, non ve ne pentirete. Salutatemi Andrew, ditegli che lo ricordiamo spesso e che lo saluta la famiglia italiana che gli ha lasciato la ricetta del sugo di pomodoro 🙂
[Recap Giorno 12]
Partenza da Memphis
Visita a Clarksdale e al Devil’s Crossroads
Visita a Greenwood
Visita alle tre tombe di Robert Johnson
Arrivo a Vicksburg
Notte alla specialissima Bazsinsky House
Giorno 13: Vicksburg > Natchez
La mattinata è volata tra le chiacchiere con Andrew alla Bazsinsky House, la meravigliosa colazione preparata con le sue mani e la visita al paesino di Vicksburg con le sue indicazioni. La stradine più belle da fare a piedi sono Washington St e Levee St. Uno stop da non perdere è la galleria d’arte Attic Gallery (e anche un paio di chiacchiere con la proprietaria).
Nel primo pomeriggio abbiamo visitato in auto il Vicksburg National Military Park. Il percorso è interessante e racconta un ulteriore tassello della storia americana, in particolare quello dell’Assedio di Vicksburg. Di per sé vedere il campo di battaglia a me non ha detto gran ché, la parte più interessante è il capire da dentro un episodio così strategico della guerra di secessione (dai video al Visitor Center, dai depliant, dalle ricerche che poi abbiamo fatto autonomamente per approfondire).
Ci siamo rimessi in macchina a metà pomeriggio e abbiamo seguito la Natchez Trace Parkway, che si è riconfermata una strada meravigliosa e immersa nella natura, fino a Natchez.
Qui abbiamo visto uno dei tramonti più belli del viaggio sul fiume Mississippi, abbiamo esplorato la zona Under The Hill e abbiamo cenato (molto bene!) al Magnolia Grill, proprio con vista ponte.
[Recap Giorno 13]
Colazione buonisssssima alla Bazsinsky House
Mattina visita alla cittadina di Vicksburg
Primo pomeriggio visita al Vicksburg National Military Park
Strada lungo la Natchez Trace Parkway
Arrivo a Natchez e visita alla zona Under The Hill con tramonto sul Mississippi
Cena da Magnolia Grill e notte all’Hampton Inn & Suites Natchez
Giorno 14: Natchez > New Orleans
Mattina dedicata alla visita di Natchez, del suo centro storico, dei suoi palazzi merlettati e del suo lungofiume. Onestamente me l’aspettavo molto più caratteristica, ma tutto sommato è molto carina.
Lungo la strada ci siamo fermati a St. Francisville per visitare la Myrtles Plantation, un luogo meraviglioso immobile nel tempo. La casa è splendida e la visita molto interessante: raccontano la storia delle famiglie che si sono susseguite alla guida della piantagione, le lotte di potere e i drammi della schiavitù. C’è anche una storiella sui fantasmi che presumibilmente infestano la casa, che magari a qualcuno può piacere (a me sembra solo una gran turistata, ma il posto è bellissimo).
Scendendo poi verso New Orleans abbiamo preferito sempre restare sulle strade interne e di campagna, abbiamo volutamente evitato Baton Rouge perché ci hanno suggerito tutti di non perderci tempo e abbiamo fatto in modo di entrare in città tramite lo scenograficissimo ponte che taglia a metà il Lake Portchartrain.
Questo è l’itinerario da Natchez a New Orleans che abbiamo seguito noi (link su Google Maps della strada):
[Recap Giorno 14]
Visita al paesino di Natchez
Visita a The Myrtles Plantation a St. Francisville
Arrivo a New Orleans, serata su Decatur St, notte al Days Inn by Wyndham New Orleans Pontchartrain
Giorno 15: New Orleans
[Se cercate un po’ di pensieri e impressioni sulla città li trovate qui: Diario-brainstorming di un road trip da Chicago a New Orleans]
Primo giorno a New Orleans dedicato alla scoperta – rigorosamente a piedi e lenta – del French Quarter. Da Decatur St a Bourbon St, percorrendo ogni singola stradina della scacchiera, respirando l’aria godereccia e rilassata della città.
I punti secondo me più interessanti e da non perdere:
- Bourbon St: il centro della movida della città, non tra i miei preferiti, ma va visto (e annusato)
- Royal St e Chartres St: il cuore più bello del French Quarter, con l’aria francese, i balconi in ferro battuto e la musica in strada
- Jackson Square: piazzetta circondata da pittori e artisti di strada
- Café du Monde: per assaggiare i migliori beignets di New Orleans (lo so che è un poto super turistico, ma vi giuro che merita, ne abbiamo provati diversi e questi sono superiori)
- French Market: per un po’ di shopping e un po’ di color
- Frenchmen St: dove andare a sentire un po’ di musica live, zona un po’ meno turistica e un po’ più underground. Noi siamo stati allo Spotted Cat a sentire dal vivo Andy J. Forest (super consigliato, andate a vedere sul sito quando suona lui)
- The Original Pierre Maspero’s: per pranzo o cena, molto centrale, un po’ turistico, ma fa una jambalaya che tuona
[Recap Giorno 15]
Visita a piedi del French Quarter
Merenda al Café du Monde
Musica live allo Spotted Cat
Cena da The Original Pierre Maspero’s
Giorno 16: New Orleans
Mattino dedicato a uno dei miei sogni di sempre: giro in airboat nelle paludi di New Orleans, i bayou, per vedere gli alligatori!
Per me è stata un’esperienza stupenda e ve la stra consiglio. Noi siamo andati con Airboat Adventures, ma onestamente una compagnia vale l’altra. Avremmo voluto fare il tour con Pearl River Eco-Tour ma erano pieni (ci piaceva l’approccio un po’ più eco-friendly e responsabile). Abbiamo preso i biglietti da una delle agenzie su Decatur St perché costavano 5$ in meno a testa rispetto al sito (50$ invece che 55$). Si può scegliere la barca piccola o grande, noi inizialmente volevamo la piccola per essere solo noi, ma la differenza di prezzo era grande (20$ in più a testa) e abbiamo fatto il tour con la grande: assolutamente la scelta giusta secondo me.
Se non avete l’auto vi vengono a prendere direttamente in hotel (a un sovrapprezzo, ovviamente), noi siamo andati direttamente lì in macchina. Una volta arrivati fate check in e vi assegnano il numero della barca su cui salire. Noi abbiamo aspettato circa 30 minuti che abbiamo passato all’interno dell’agghiacciante gift shop (a osservare l’orrore, non abbiamo comprato neanche uno spillo): teste di alligatore essiccate, denti-portachiavi, un alligatore albino vivo in esposizione in una mini vasca. Terribile.
Dopo questo tour degli orrori siamo partiti sulla nostra airboat (come quella su cui sfreccia Horatio Caine all’inizio della sigla di CSI Miami) e ci hanno fatto indossare le cuffie isolanti per il forte rumore della ventola.
Già da subito abbiamo iniziato ad avvistare gli alligatori che nuotavano perfino nei bracci più larghi del bayou, vicino alle case. Il tour dura due ore ed è veramente emozionante: sia per la meraviglia dello scenario dei bayou, sia per i numerosissimi avvistamenti di alligatori e fauna selvatica. Noi a un certo punto siamo stati accerchiati da 4-5 alligatori in un punto chiuso di un bayou (gran scagazzo lì per lì, ma stupendo).
Finito il giro ci siamo diretti verso il Garden District per vedere le ville storiche della città e il Cimitero Lafayette.
Per visitare questa zona abbiamo seguito uno splendido itinerario a piedi trovato online: qui trovate l’articolo con la spiegazione e qui la mappa dettagliata da seguire a piedi.
La zone è veramente bellissima e anni luce di distanza dalla confusione del French Quarter: a me è piaciuta tantissimo.
Vi lascio qui anche gli orari di apertura e chiusura del Cimitero Lafayette che ho fotografato sul cancello: online trovavamo mille informazioni differenti. Il cimitero è aperto dal lunedì al venerdì dalle 7.00 alle 15.00 e il sabato e la domenica dalle 8.00 alle 16.00 (questo sicuramente a maggio, non so se d’inverno appendono un cartello diverso).
Al termine di questo giro abbiamo fatto una lunga passeggiata lungo Magazine St partendo dall’incrocio con Washington Ave. Giro carino, zona nuova, un po’ hipster. Qui ci siamo fermati a cena in un ottimo ristorante mediterraneo che vi consiglio (lo so che non è tipico, ma non ne potevamo più di cucina pesa del sud!): Anatolia Mediterranean Cuisine – ordinate l’hummus!
[Recap Giorno 16]
Tour in airboat ai bayou per vedere gli alligatori
Visita al Cimitero Lafayette
Visita a piedi al Garden District
Passeggiata lungo Magazine St
Giorno 17: New Orleans
Ultima mattinata a New Orleans passata a visitare il New Orleans City Park: parco stupendo, tenuto benissimo, con mille attività per grandi e piccini.
Noi abbiamo dedicato la mattina a due cose principalmente: la visita della parte esterna del New Orleans Museum of Art e il pranzo a base di beignets da Morning Call.
Lo Sculpture Garden del NOMA è un’area di parco molto bella e ad accesso gratuito, espone oltre 60 pezzi di artisti rinomati in tutto il mondo e ha anche un’audioguida gratuita accessibile da questo link. Nota bene: attenzione ad andarci d’estate perché deve fare un caldo impressionante. Noi a maggio abbiamo arrancato un po’.
Dopo questo giro culturale siamo andati a scofanarci un bidone di beignets a testa da Morning Call: locale storico di New Orleans con degli interni meravigliosi. Attenzione che accettano solo cash. Beignet buonissimi ma non al livello di quelli del Café du Monde.
Da qui siamo risaliti sul nostro fido destriero, l’abbiamo riconsegnato all’aeroporto (pagando la tassa di drop off di cui vi dicevo all’inizio) e siamo ripartiti verso casa.
[Recap Giorno 17]
Visita allo Sculpture Garden del New Orleans Museum of Art
Ultimo beignet da Morning Call
Restituzione dell’auto a noleggio
Ripartenza verso casa
Il nostro indimenticabile viaggio finisce qui.
Appena tornata ho riletto questo e ho sorriso: Quant’è bello tornare a casa?
Spero che questa guida-articolo possa aiutarvi, fatemi sapere nei commmenti se avete domande o consigli o se avete preso spunto da qui per i vostri viaggi.
È una grande fatica ogni volta scrivere dei post così pieni e lunghi, ma sapervi in viaggio con un pezzettino di queste esperienze mi ripaga di tutto il tempo.
Grazie a tutti voi che tornate qui ogni volta a leggermi.
Buon viaggio e buona strada!
Come sempre un racconto carinissimo e super super utile per organizzare un viaggio così bello. Non sono particolarmente ferrata sulla storia della musica americana, ma mi piace la musica country e sarei davvero curiosa di visitare luoghi come Nashville e New Orleans (Chicago è nella top list da un pezzo). Chissà….prima di questo sogno di andare verso la costa Est tra New England e Maine, ma gli Usa sono un forte richiamo. Ma non è che se ordino crocchette di pollo mi portano quelle di alligatore vero? Aiuto 😉 Buon tutto e visto che non manca molto, buon Natale.
È un viaggio davvero interessante per conoscere meglio gli Stati Uniti. Anch’io non sono esperta di musica americana, ma vivendo quei luoghi ti viene davvero la voglia di saperne di più, di capirne la storia.
Se ordini le crocchette di pollo e quando le mangi sono un po’ viscidine allora mi sa che ti hanno fregato 😉
Bellissimo reportage! Grazie 🙂
Per quel poco che posso aggiungere io direi che:
1) avete fatto benissimo a saltare Indianapolis
2) la zona della Hamilton House a Indy non mi sembra né carina e né particolarmente felice per gli spostamenti sebbene Fountain Square che è il nucleo originale della città sia a portata di mano.
3) La biblioteca Vonnegut continua a chiudere alla 6 del pomeriggio e tutte le volte che vado in città (sono appena tornato) non riesco a visitarla. Enorme rimpianto perché quando ho abitato a Indy per 4 mesi nel 2006 non ne conoscevo ancora l’esistenza 🙁
4) Concordo, la deep-dish pizza fa cagare, anche io dopo averla assaggiata da Giordano’s penso di averne abbastanza per il resto della mia vita (ma quella di Giordano’s è più “solida” e quindi anche più pesante!)
5) io adoro letteralmente il Cloud Gate, credo di averci passato ore a guardalo come ipnotizzato.
6) Louisville una scoperta, al prossimo weekend che mi tocca di passare in Indiana (non che ci aspiri particolarmente, a me una settimana basta ed avanza!), ci vado di sicuro!
😛
—Alex
Allora sono proprio contenta di averla saltata!
Mi fa troppo ridere il tuo commento – condivisibilissimo – sulla deep dish pizza
Louisville merita, soprattutto la zona di Old Louisville! Poi fammi sapere!
Adoro i tuoi post e i tuoi reportage, sono sempre così ricchi di cose fighissime che mi fanno istantaneamente voglia di partire. Ma soprattutto mi piace tantissimo il tuo stile: molti blogger di viaggio se la stratirano per molto meno, tu invece conservi sempre quella simpatia e quella semplicità che ti fanno spiccare su tutti. L’idea di partire in famiglia è meravigliosa e piacerebbe tantissimo anche a me, se non avessi i genitori più “statici” dell’universo! 🙂 Grazie mille Irene per avermi fatto sognare ancora una volta!
Ma grazie! Apprezzo davvero tantissimo quello che mi scrivi, verrò a rileggere questo commento nei momenti in cui non mi va di scrivere 🙂
Aspettare un tuo articolo e vederlo arrivare è sempre un piacere! A volte vengo a controllare il blog pensando che chissà, magari non mi è arrivata la mail di notifica di un nuovo articolo!
Avete fatto un viaggio a dir poco spaziale. Indescrivibile. Devi averci messo molto tempo per stilare questo resoconto che, come tuo solito, è ricco sia di informazioni pratiche che di pensieri ed emozioni. Utilissimo davvero. Hai fatto un ottimo lavoro! Spettacolare la foto con il sole in fondo alla strada e quella con i due fiorellini rosa in primo piano e lampione e palazzo sullo sfondo!
Ma che bello! Comunque sì, ci lavoro da maggio su questo articolo Avrei potuto spezzettarlo in una decina di mini articoli, ma mi sembrava più utile così, e soprattutto di più facile consultazione per chi dovrà partire. Quindi al diavolo la SEO 😉
D’accordissimo! Brava!
Ho trascorso buona parte della mia serata a leggere il tuo splendido articolo che come sempre mi ha messo una voglia immensa di partire e scoprire, conoscere. Seguirò alla lettera il tuo itinerario con tutti questi preziosi consigli non appena avrò modo di fare questo viaggio. Ma che meraviglia sono gli Stati Uniti?
Grazie Ire <3
Cara Irene,
aspettavo questo racconto quasi come si aspettava la mattina di Natale da piccoli ☺️
Lo abbiamo letto ieri sera a letto io e mio marito, fra risate e sogni… sì perché dopo aver fatto, a maggio di quest’anno, un road trip fra California/Nevada/Utah/Arizona (molto simile a quello che hai fatto tu, dai cui ho preso molti spunti utilissimi – ti ho conosciuto proprio facendo una ricerca sull’argomento, infatti) abbiamo cominciato a pensare, già sull’aereo di ritorno, il nostro prossimo viaggio, come facciamo di solito… e ci piaceva l’idea di ritornare negli States però più a est.. e fatalità poco dopo tu hai scritto che ci saresti andata!
Non abbiamo ancora iniziato a programmare nulla ma ora abbiamo ancora più voglia di farlo
Grazie ancora per il tuo tempo dedicato al blog
Ciao! Sono capitata per caso sul tuo blog, eh…devo dirlo,per fortuna!!!
ho mente di organizzare questo esatto viaggio per questa estate con una mia amica, con una piccola variazione su un paio di città ma con l’idea di farla tutta on the road fino a New Orleans e poi da li prendere un volo interno per fermarci 3 gg a New York.
Quindi complimentissimi per questo super articolo, volevo chiederti invece cosa ne pensi i AirBnb, cioè ipotizzando sempre di prenotare mesi prima dall’Italia l’alloggio, più o meno si riesce a trovare un alloggio per 2 anche a 40/60€ a notte.
Dici che è preferibile Booking?
Ciao Irene,
ottimo articolo, talmente ottimo che a fine agosto di quest’anno partiremo per il medesimo itinerario!
Volevo farti una domanda circa la “pericolosità” di questo percorso, lo scorso anno abbiamo fatto un bellissimo on-the-road in California e la nostra percezione di sicurezza è stata alta, tu che hai più esperienza cosa ne pensi?
Grazie mille e congratulazioni per Clara ❤️
Ciao Carmine! Sono molto contenta che l’articolo sia stato utile il percorso è molto sicuro, potete andare tranquilli. Ci sono state forse alcune zone di Louisville o di Memphis un po’ più bruttine di altre, ma niente di preoccupante! Buon viaggio!
Grazie per la risposta e a presto 😉
Comunque, se interessa, puoi seguire il mio viaggio in tempo reale su polarsteps.com/carminesan
Ciao, grazie per l’articolo, stavo programmando lo stesso viaggio ed è stato una vera manna dal cielo!
Andró a fine aprile. Ho una domanda: la messa gospel di memphis, a prescindere dalla presenza di al green, c’è solo la domenica o anche altri giorni?
Grazie e complimenti!
Ciao, bellissimo articolo, complimenti. Mi sta aiutando tantissimo nell’organizzazione del mio viaggio. Ho una domanda: la messa gospel di memphis, prescindere dalla presenza di al green, c’è solo la domenica o anche altri giorni? Grazie!
Ciao Mara, scusa il ritardo, ho letto solo ora, ma purtroppo non avrei saputo darti una risposta 🙁
Buongiorno Irene, e grazie per questo articolo… grazie al quale ho cancellato la mia prima prenotazione a Vicksburg e riprenotato con Andrew alla Bazsinsky House 🙂 noi faremo un giro simile al vostro tra un mese (partenza 4 ottobre), e ve lo saluteremo senz’altro di persona, anche se già via booking.com mi ha detto di salutarvi e che tiene sempre in freezer un po’ di sugo al pomodoro fresco come glielo avete insegnato voi… non male come scambio culturale!
Ho letto per ora superficialmente il tuo blog, ma volevo domandarti, se possibile, che tipologia e con quale Compagnia avete stipulato l’assicurazione di viaggio: a noi il preventivo con un paio di assicurazioni (in due) viene fuori un wopping 350/400€ per due settimane!!!!!!!!
E poi, mi confermi quindi che è perfettamente inutile perdere tempo a Baton Rouge? c’è talmente tanto da visitare in zona, e talmente poco tempo… grazie anticipatamente per le tue risposte, non posso garantirti che saranno finite le mie domande, quando avrò terminato di leggere tutti i tuoi approfondimenti, grazie ancora Alessandra
Ciao Alessandra, scusami ma con le centinaia di commenti accumulati a cui rispondere sono riuscita a leggerti solo ora! Perdonami! Com’è andato il viaggio? Ne è valsa la pena la tappa da Andrew? 🙂
Assolutamente, la tappa a Vicksburg da Andrew è valsa più che la pena, Bazinski house è un posto meraviglioso come i suoi proprietari, si incontrano viaggiatori fantastici e si fanno grandi chiacchierate stimolanti, bisognerebbe programmarvi qualche giorno in più solo per quello. Grazie Irene (P.S. Andrew è meravigliato del feedback che riceve, grazie alla tua menzione). Il viaggio è ormai finito a fine ottobre, ma mi ha stupita per quanto ci è piaciuto, grazie ancora Irene
Grazie Alessandra, mi fai così felice! Per me è stata davvero una tappa indimenticabile. Sono proprio contenta che chi passa di qui si fidi del consiglio e vada a conoscere questo posto stupendo ❤
Ciao! Grazie grazie per questo articolo, super utile per organizzare il mio prossimo viaggio che spero di fare a primavera o inizio estate. Una domanda… se nei musei che hai visitato, hai sempre trovato l’Audioguida in italiano oppure no? Grazie mille. Ti terrò aggiornata su questo viaggio che spero di r
ealizzare
Ciao, non sempre, normalmente la prendevo in inglese o spagnolo. Buon viaggio!
Ciao, reportage straordinario. Abbiamo appena prenotato e vorrei replicarlo in toto:-) però avremo 1 giorno in meno a disposizione ed il penultimo giorno dovremo tornare via aereo da New Orleans a Chicago. Dove consiglieresti di tagliare? Grazie