Dispacci da San Francisco #14: la luce che cambia, una nuova passione da vecchina e le crocchette di dinosauro

Sono passati diversi mesi dall’ultimo dei miei Dispacci, era ora di riprendere il discorso.
Oggi vi racconto alcune cose che sono successe nella mia vita qui a San Francisco senza un filo logico, come i primi dispacci.
Vi parlo dell’estate che finalmente è arrivata, degli orari lavorativi e delle modalità di lavoro differenti, della mia nuova passione da vecchia gattara e dei miei gusti culinari da bambino di otto anni.

La vista piu bella di San Francisco

Ottobre me lo immagino giallo, rosso e arancione. Ma a San Francisco è azzurrissimo.

Il 22 settembre a San Francisco è arrivato tecnicamente l’autunno. Ma concretamente è arrivata l’estate.
FINALMENTE.
Sì, perché dopo tre lunghissimi mesi di freddo, nebbia e vento (giugno, luglio e agosto) finalmente il cielo è terso, il sole risplende e si può passeggiare a maniche corte.

Qui la chiamano Indian Summer, come la canzone dei Doors.
Di fatto è l’estate che arriva un po’ quando le pare, in un momento che non sarebbe il suo, ma lei se ne frega e si sveglia a settembre, spalanca le finestre e fa entrare la luce, il caldino e l’azzurro in tutta San Francisco.

E noi ci mettiamo le nostre t-shirt più belle (io ovviamente tiro fuori tutte le mie Ink Your Travel❤), la musica nelle orecchie e ci muoviamo solo a piedi, perché vogliamo fare il pieno di questa luce.

Unica pecca: è strano trovarsi nel pieno dell’estate con il sole che tramonta alle 18.30.
È proprio vero comunque che “The coldest winter I ever spent was a summer in San Francisco”.

The coldest winter I ever spent was a summer in San Francisco Il periodo migliore per visitare San Francisco - L'estate di San francisco a ottobre

Di orari di lavoro, scrivanie e tè al buio nel mio ufficio

Lunedì, ore 18.30, San Francisco, ufficio.
Sono concentrata da ore sulla scrittura di un documento, non mi sono neanche accorta che il sole ormai è sceso, che i miei colleghi se ne sono andati e che nel mio ufficio è buio.
Accendo la luce, mi stiracchio e guardo fuori dalla finestra, dal 18° piano del palazzo.
È proprio bella la città da quassù.

Non ho ancora finito di lavorare, vado verso la cucina comune per farmi un tè. Silenzio.
Le luci sono mezze spente, le porte chiuse.
In tutto il piano sono rimasta solo io. Di cinquanta persone alle sei e mezza del pomeriggio sono rimasta solo io.
Non mi stupisco neanche più, succede ogni giorno. Lo noto di più perché inizia a fare buio fuori dalla finestra, le giornate si accorciano e non ricordavo più la sensazione di rimanere sola in ufficio con il buio fuori.

All’inizio non ci potevo credere: alle cinque, cinque e mezzo, l’intero palazzo si svuotava. Ma veramente? Nel mio ufficio in Italia alle cinque e mezza ci sono ancora tutti. Ma anche alle sei.
Come è possibile che a San Francisco già alle quattro e mezza la gente inizi a fare l’happy hour?
All’inizio pensavo fossero tutti dei vagabondi. Noi italiani stakanovisti, loro americani vagabondi. Poi, in realtà, mi sono accorta che medio.

E se loro fossero più produttivi? E se loro fossero più felici? Più responsabilizzati? Più motivati? Più rilassati?
Piano piano, iniziando a conoscere il mondo del lavoro qui a San Francisco, mi sono accorta che le risposte a queste domande sono tutte “sì”.
Chissenefrega di quante ore lavori se raggiungi gli obiettivi, se spremi a fondo la tua produttività, se le ore le lavori la sera invece che la mattina, se le lavori da casa o da un bar o da un parco invece che dall’ufficio.
Con una piccola differenza: che se non fai il tuo lavoro al meglio e al massimo ti licenziano.
Te lo possono dire alle 17 proprio mentre sei con il tuo ditino premuto sul bottone dell’ascensore.
Quindi dai il meglio di te, ti spremi come un limone, raggiungi i tuoi obiettivi. Spesso con il culo seduto dove ti pare e con gli orari che ti sono più comodi. Con responsabilità e fiducia. E, guarda un po’, funziona.

Io invece mi ritrovo da sola, alle 18.30, al buio, in un palazzo di venti piani, con ancora una lista di to do che arriva fino a piano terra e le mie otto ore lavorative che magicamente ogni giorno diventano almeno dieci.
Dov’è che ho sbagliato? 

Il tramonto tra i grattacieli di San Francisco

Gli acquerelli e le mie passioni da vecchina millenaria

Dovete sapere che vedendomi da fuori sembro una bambina, ma dentro di me alberga una vecchia gattara con golfino appoggiato sulle spalle e gli occhialini sul naso appassionata di tutto ciò che normalmente è associato al pensionamento.
Mi piace fare coperte all’uncinetto. Adoro giocare a carte! Compro chili di cera e tengo da parte i barattoli di vetro per fare da sola le mie candele. Cucino biscotti, scrivo a mano ricettari, faccio le marmellate (e le relative etichette con i disegnini sopra). Raccolgo a mano le more. Scrivo a mano lettere e cartoline.
A 7 anni ho ricamato a punto croce un lenzuolino per la nascita di mia sorella con scritto “Buonanotte Linda”, capite che questa cosa della vecchiaia ha origini lontane.
Bene. Detto ciò.

Qualche mese fa una nuova passione da ottantenne ha illuminato le mie giornate: l’acquerello!
Ho iniziato a documentarmi un po’ titubante. Sarò capace? Troverò il coraggio di posare il colore su un foglio completamente bianco? Ho guardato qualche video su YouTube, studiato qualche blog, sbirciato qualche profilo su Instagram.
Poi, come per ogni nuova passione, ci sono scivolata dentro con la grazia di un camionista dell’Arkansas: ho comprato tutto-tutto il necessario online, ho aspettato il postino con più dedizione di Hachiko, e poi mi ci sono messa a testa bassa in ogni momento libero.
Dipingere è diventata una droga.
Il tavolo del soggiorno è invaso da pennelli, colori e tavolozze, per cenare dobbiamo ricavare due spazi circolari per i piatti.
Di notte sogno di dipingere e durante i momenti stressanti al lavoro penso “tanto stasera dopo cena mi regalo due ore di acquerelli”.

Quando ho in mano un pennello perdo ogni cognizione dello spazio e del tempo, sono in una bolla di colore e spensieratezza e felicità.
Sono innamorata degli acquerelli e non so come ho fatto a vivere fino a oggi senza. Mi rilassa, mi appassiona, non ne ho mai abbastanza.
Vi giuro, provateci, se ci sono riuscita io possono dipingere veramente tutti.

(Per completare il quadro da vecchina millenaria: mentre dipingo spesso ho gli occhiali per vedere da vicino e la coperta – che io stessa ho fatto ad uncinetto! – sulle gambe. E il tè caldo di fianco).

Acquerello faro - viachesiva Acquerello piante grasse - viachesiva Acquerello mongolfiera - viachesiva Acquerello faro Monterey - viachesiva

Cibi a forma di dinosauro a notte fonda

Il mio essere una vecchina si riflette solo per le passioni.
In tema di cibo invece sono come un bambino americano di 8 anni sovrappeso.
Mi piace da morire tutto ciò che è junk food: i marshmallow, i cupcake, la patatine fritte, la Nutella a cucchiaiate, il purè con due chili di burro, le cotolette della nonna. Cerco di non mangiare niente di tutto ciò, specialmente qui a San Francisco dove tutti sono fissati con il cibo sano (e sono anche magri, belli e corrono in continuazione).

Lo scorso weekend ho scoperto la mia nuova passione proibita: i Dino Nuggets!
Eravamo a casa di amici per festeggiare (in ritardo) il mio compleanno. Dopo aver cenato, fatto un milione di chiacchiere, e aver quasi dato fuoco alla casa con le candeline della torta, a notte fonda ci siamo messi a giocare a Exploding Kittens (perché why not?).
Mentre la competitività ci sta distruggendo sentiamo un “biiip biiip biiip” venire dalla cucina.
“Cos’è stato?”
“No, niente, è il microonde, ho messo su un po’ di Dino Nuggets.”
“Scusate, cosa sono?” 
chiedo io.
“NON HAI MAI MANGIATO I DINO NUGGETS?! Sono la base della dieta di ogni bambino americano. Devi provarli.”

E così, alle 2 e mezza di mattina tra un sabato e una domenica, numerosi adulti di diverse nazionalità si sono trovati nel mezzo di un gioco da tavola a litigarsi crocchette di pollo a forma di dinosauri.
(Io avevo dipinto tutto il pomeriggio, incredibile la velocità con cui si possa passare dall’avere ottant’anni all’averne otto.)

Morale della favola: i Dino Nuggets sono stati spazzolati alla velocità della luce e ieri sera sono andata al supermercato apposta perché volevamo mangiare un po’ di dinosaurini impanati per cena.
E io che pensavo di essere diventata una persona salutare a San Francisco.

21 thoughts on “Dispacci da San Francisco #14: la luce che cambia, una nuova passione da vecchina e le crocchette di dinosauro

  1. Ciao Irene! Belli i tuoi dispacci, non li avevo mai letti!!
    Una boccata d’aria da San Francisco. E anche se non ci sono mai stata grazie a te mi sembra un pochino di conoscerla.
    Sono innamorata dei tuoi acquerelli e molto stupita del fatto che hai imparato da sola… hai qualche canale youtube da consigliarmi? L’ offerta è amplissina e mi perdo tra centinaia di video!
    Grazie!

  2. I tuoi dispacci mi appassionano sempre! Hai una scrittura semplice, fresca, che si fa leggere con gioia! Poi, adoro S. Francisco! E oggi con immensa felicità apprendo di non essere la sola ad avere passioni da vecchietta! Io riesco a rilassarmi solo ai fornelli, quando preparo una delle mie torte (meglio se al cioccolato)! Peso gli ingredienti, impasto, inforno, aspetto. Secondo me non c’è niente di più bello nella vita che sedersi intorno a un tavolo insieme alle persone che ami e condividere qualcosa da mangiare, specialmente se dolce! Quando ho espresso questo mio punto di vista a una mia collega lei ha cambiato sguardo, ha cominciato a guardarmi in maniera più dolce. Troppa fretta i ragazzi di oggi, forse. Ah, ho 34 anni, e ben vengano le passioni che non hanno età!

    • Nemmeno io purtroppo, ancora.
      Devo dire che la mia situazione lavorativa è un po’ particolare: lavoro per una realtà italiana e sono l’unica italiana qui.

  3. Ciao Irene,
    mentre leggo questo dispaccio ho troppa voglia di farti mille domande:
    – ma che lavoro fai? Sono troppo curiosa!
    – quanto mi piacerebbe ricevere un vasetto delle tue marmellate <3
    – come si fanno le candele? mi piacerebbe provare
    – i tuoi acquerelli sono fantastici, vorrei comprarli per farci delle cartoline o dei biglietti di auguri per gli amici… come devo fare?
    Fantastica come sempre.

    • Ciao Flavia!
      Faccio un lavoro un po’ particolare: lavoro per una realtà italiana qui e gestisco l’ufficio di San Francisco, nulla a che vedere con i viaggi!
      Riguardo alle marmellate sono con te, in questo momento pagherei per avere qui a San Francisco uno dei barattoli di marmellata di more che abbiamo fatto l’estate scorsa!
      Le candele sono abbastanza semplici da fare di base: prendi un pentolino (che usi solo per quello), ci butti dentro la cera (anche di candele quasi finite) e la sciogli a bagnomaria. Prendi un barattolo di vetro, metti lo stoppino al centro, e ci coli dentro la cera sciolta. Detta così sembra facile, in realtà le mie candele fanno veramente cagare, la metà si crepano nel mezzo oppure non bruciano in maniera uniforme. Diciamo che sto sperimentando 😉
      Per gli acquerelli me lo state dicendo in tantissime e io non ero pronta, pensavo che piacessero solo a me. Adesso ci penso. Alla peggio ne scannerizzo un paio e ve li metto da qualche parte da scaricare. Ci penso. Promesso.

      • Ehi bellona, non so perché ma la tua risposta mi era sfuggita! Grazie!!! Ho visto che a breve sarai in Romagna, se passi per Pesaro sei la benvenuta a casa mia. Ho un tè russo strepitoso <3

  4. Irene ma tu sei davvero un mito!!!!
    Ad ogni compleanno dico che la mia età fisica si sta allineando con la mia età mentale e con i miei passatempi 🙂
    A me piace un sacco fare le cose con il punto croce, adoro scrivere diari e preparare conserve, sgranare piselli/fagioli e farne scorta per l’inverno….. 🙂
    Per il lavoro secondo me in USA hanno un’istruzione diversa, che li prepara da subito al mondo del lavoro e quindi riescono ad essere più produttivi (è un mio pensiero però, potrei sbagliarmi)
    I tuoi acquerelli sono davvero meravigliosi! Una volta ne avevo fatto uno come regalo di Natale….. e devo dire che era una superschifezza! quindi sei proprio brava perchè non è da tutti riuscire a farli così bene!
    Grazie per questo post! vado a prepararmi per il lavoro, ma per fortuna è venerdì 🙂
    Ciaooooo

    • Sgranare i piselli!! Anch’io super fan since 1987!
      Per gli acquerelli credo che non sia questione di bravura ma di cocciutaggine: se ti ci metti un’ora ogni giorno vedrai come ti vengono bene dopo un po’ 😉

  5. Anche io vorrei iniziare con gli acquerelli.. ma credo di essere veramente negata!! Ci fai un post basic con qualche dritta? Cosa acquistare, quali video ecc. Grazie e complimenti per il blog, mi piace molto come scrivi!

  6. come scrivi tu Irene, non scrive nessuno. totalmente innamorata del tuo modo di scrivere e raccontare. ti seguo da tantissimo ormai; di solito commento con il mio profilo personale, questa volta lo faccio con il profilo del mio nuovo blog che ho aperto con il mio fidanzato e che sta crescendo piano piano. sappi che rimani sempre il mio punto di riferimento qui nel mondo dei blogger.
    ti abbraccio,
    Chiara

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