[Per capire bene questo post ed entrare dentro le emozioni che quest’isola speciale lascia, andate prima a leggere qui: Diario-brainstorming di un viaggio a Pantelleria]
Giorni magici ad aspettare albe e tramonti, a mangiare panelle e sarde fritte, a conoscere persone innamorate di Pantelleria, che ti mostrano i suoi segreti, i suoi colori, i suoi sapori e la sua storia, e ti insegnano ad entrare in sintonia con questa terra.
Cerco di fare un po’ di ordine per raccontarvi le cose per me più interessanti.
1. Lo Specchio di Venere e le sue acque verdazzurre opalescenti
2. Le tracce dei Sesi e il muro ciclopico
3. La Grotta di Benikulà e il bagno asciutto
4. Cala Tramontana, Cala Levante e l’Arco dell’Elefante
5. Pantelleria centro con le sue viuzze strette e il porto
6. Il Lago delle Ondine e il Faro di Punta Spadillo
7. Scauri a sud-ovest e il profilo dell’Africa
8. Contrada Kaffefi e le “vignette” pantesche
Bonus: Come arrivare a Pantelleria
1. Lo Specchio di Venere e le sue acque verdazzurre opalescenti
A pochi minuti dalle Case del Principe (si può fare anche a piedi, con una passeggiata di un quarto d’ora circa), in una conca dietro le alture in località Bugeber, si trova un bellissimo lago formatosi nel cratere di un antico vulcano.
Le sorgenti termali sotto le sue rive e le poche piogge lo tengono vivo, con fanghi ricchi di proprietà benefiche e acque trasparenti che riflettono le montagne attorno.
Scendendo per la strada, dall’alto, sembra una cartolina, con i colori che paiono finti, ritoccati da un ufficio marketing un po’ audace, in una tavolozza tra il verde acqua e il blu, che riempie i contorni del lago incredibilmente corrispondenti alla forma stessa dell’isola di Pantelleria.
Sulle rive, in una casa fresca circondata da un magnifico giardino, Mariagrazia e Raimondo dell’Azienda Agricola “MaRai” offrono panelle e insalate, caponata e pesto pantesco, panini, bibite e granite per chi desidera rifocillarsi e riposarsi dopo un bagno o una passeggiata sul lungolago.
2. Le tracce dei Sesi e il muro ciclopico
Una visita archeologica ha un senso se ti guida qualcuno che conosce la storia di chi ci è passato tra quei sassi, di chi ci è vissuto e del perché ha combattuto per difenderli: se no rischiano di essere sassi e basta.
I Sesi a Pantelleria sono l’inizio della storia di uomini che hanno percorso l’Isola nei secoli, facendone via via un insediamento primitivo, un crocevia di scambi commerciali, una terra di scorribande, un punto di incontro di civiltà, un avamposto militare, un confino per soggetti indesiderati.
Peppe D’Aietti, che ci ha fatto da guida, conosce queste storie e ama la sua terra, tanto da lasciare la sua professione di avvocato a Trapani e ritornare a Pantelleria per scrivere un libro e abitare a Sibà, piccina e pittoresca, così pantesca che di più non si può.
Quando racconta di questi uomini di quattromila anni fa, che costruirono il loro villaggio su uno splendido poggio tra due anse di mare, difeso da un muro ciclopico impressionante, con un culto dell’aldilà che li ha riportati fino a noi coi loro “sesi” in pietra lavica nera a camere funerarie in cerchi concentrici, ti sembra quasi di rivederli, questi primi abitanti, attorno ai fuochi accesi per riscaldarsi, e percepire gli odori penetranti delle loro case costruite per proteggere uomini e animali.
3. La Grotta di Benikulà e il bagno asciutto
Dalla strada che da Sibà porta a Scauri, si gira a sinistra fino ad un comodo parcheggio.
Si prosegue a piedi per un sentiero che si snoda in mezzo ad una vegetazione mediterranea, con grassi e fioriti fichi d’india, e si inerpica verso la grotta, con una vista mozzafiato sulla valle di Monastero fino al mare.
Si arriva ad una terrazza accogliente con confortevoli sedili di legno e alla grotta, cui si accede da una spaccatura della roccia, piena di vapori, che ospita spartane sedute di pietra lavica in una sauna naturale calda e umida.
Il vapore che esce dall’anfratto ad un ritmo lento sembra il respiro della terra.
È consigliato il costume, un telo da bagno e una bottiglia di acqua per fare una doccia fredda dopo la sauna, e rilassarsi poi sulle panche di legno della terrazza ad asciugarsi di fronte ad un panorama stupendo.
4. Cala Tramontana, Cala Levante e l’Arco dell’Elefante
Lungo la costa, verso est, sulla strada che qui a Pantelleria chiamano “perimetrale”, si arriva in uno dei punti più suggestivi dell’isola.
Passata Cala Tramontana e Cala Levante, già evocative nei nomi ripresi dalla rosa dei venti, si arriva ad un arco di roccia sul mare, che pare davvero un elefante con la testa protesa verso l’orizzonte e la proboscide tuffata nell’acqua per dissetarsi.
Credo sia il punto della costa pantesca più fotografato in assoluto: da riva, dal mare, da sotto, con le acque calme e col mare agitato, all’alba e al tramonto.
5. Pantelleria centro con le sue viuzze strette e il porto
Il capoluogo si trova a nordovest, a poca distanza dall’aeroporto.
In questa isola dominata dai venti, l’orientamento dei due porti principali è strategico: quando quello di Pantelleria centro è in tempesta, Scauri (si spera) è più tranquillo, assicurando in qualche modo i collegamenti via mare con la terra ferma.
Nel porto si vedono ancora ormeggiate le barche di legno dei pescatori dipinte di azzurro, con l’imponente castello Barbacane sullo sfondo.
Nelle viuzze più antiche del centro, strette, tortuose e lastricate di pietre consumate, si respira un’aria quieta, al ritmo lento pantesco.
Mercatini sulla strada offrono prodotti artigianali pittoreschi e colorati.
6. Il Lago delle Ondine e il Faro di Punta Spadillo
La mia passione: il Faro di Punta Spadillo ☺
Il suo profilo sulla punta rocciosa all’alba in controluce e la sera avvolto nella luce rosata del tramonto ha catturato il mio sguardo ogni volta che mi affacciavo alla terrazza del dammuso.
Dalle Case del Principe si raggiunge facilmente seguendo la costiera: da vicino si vedono i segni del tempo, ma la passeggiata ne vale la pena.
Partendo dal parcheggio di Punta Spadillo, nel sentiero a destra, poco prima del Faro, si trova il Museo Vulcanologico e verso sinistra, a circa un quarto d’ora di cammino, il Laghetto delle Ondine.
Verso il lago, il sentiero sterrato si snoda tra appuntite rocce vulcaniche (sconsigliate le infradito), regalando una vista stupenda sulla costa nera e frastagliata, scendendo poi a tratti anche impervi fino al livello del mare.
È un luogo selvaggio e riservato, una conca di roccia lavica che si riempie d’acqua con le mareggiate, formando una piscina naturale trasparente dai colori sfumati verdi e blu, decisamente suggestiva e romantica.
7. Scauri a sud-ovest e il profilo dell’Africa
Il secondo porto dell’isola è Scauri, che si può raggiungere anche facendo la strada più lunga, attraverso la perimetrale da sud, se si ha voglia di vedere un tramonto sul mare.
La strada per lunghi tratti passa alta sulla costa a strapiombo sul mare, con lo sguardo che si allarga come essere in volo: nelle giornate di vela chiara all’orizzonte si può vedere l’Africa (e che soddisfazione riuscire a fotografarla!).
Il tramonto dalla costa sud-ovest, dalle parti di Punta Suvaki, col sole che si tuffa nel mare, regala colori stupendi.
8. Contrada Kaffefi e le vignette pantesche
Non solo mare, anche terra scura e forte, che produce un vino famoso in tutto il mondo, il Passito di Pantelleria.
Contrada Kaffefi è un’azienda vitivinicola di un giovane imprenditore, Francesco Ferreri, che dopo essersi laureato in viticoltura e enologia, è tornato nella sua terra per condurre le vigne di famiglia.
A Pantelleria le vigne terrazzate, potate a piccoli alberelli, si trovano ovunque il terreno si lasci coltivare.
Dai racconti esperti di Francesco si capisce la fatica e la cura di mantenere le “matarette” (le aree coltivabili) sorrette dai muri a secco, di tenere le viti potate basse, non solo perché il vento non le stronchi, ma anche per combattere la siccità, assicurando alla linfa il percorso più breve, di sorvegliare sapientemente la “passulata” di zibibbo in fermentazione finché diventa un meraviglioso Passito.
Bonus: Come arrivare a Pantelleria
A Pantelleria si arriva normalmente da Trapani, in volo o per mare, con traghetto (che consente il trasporto dell’auto propria) o aliscafo (più veloce).
Arrivati al porto o all’aeroporto il consiglio è di noleggiare un’auto (con le Case del Principe esiste una convenzione).
Per i più spartani funziona anche il servizio bus in quattro linee che collegano Pantelleria centro rispettivamente a Kamma-Tracino, Scauri-Rekhale, Aeroporto-Bukkuram-Sibà e Bugeber (vedi cartina sotto). Gli orari stagionali sono distribuiti in comune.
Per gli orari e i prezzi di voli e traghetti conviene rimanere aggiornati sui siti di riferimento:
- Aeroporto di Pantelleria
- Traghetti e aliscafi “Siremar” Trapani-Pantelleria e ritorno
- Traghetti “Traghetti delle Isole” Trapani-Pantelleria e ritorno
- Aliscafi “Liberty Line” Trapani-Pantelleria e ritorno
Buon viaggio a Pantelleria, brindate con un po’ di passito anche per me!
Che colori e che viste! Si sente il calore siciliano da dietro lo schermo! Bellissimo post!
Grazie Giorgia! Il calore della Sicilia è unico davvero.
P.S. ho salvato questo post tra i preferiti per quando andrò a Pantelleria con il maritino 🙂
Grande! A disposizione per qualunque consiglio!
Come devo fare che ogni volta che scrivi un post aggiungo una destinazione alla lista dei viaggi futuri??? Aiuto!! 🙂 🙂 🙂 🙂
siamo sulla stessa barca Barbara!!
Sto già guardando i voli per settembre… 🙂
TOP! Li hai trovati? Ci vai davvero? Come ti invidio!
Ahah! Grazie Barbara, sono proprio contenta 🙂
Mi hai riportato lì, in un’isola che 10 anni fa ho amato al primo istante. Selvaggia, un po’ aspra, con dei colori e dei profumi che porto ancora nel cuore.
Che meraviglia! Hai scritto qualcosa su Pantelleria? Se sì me lo link qui? Grazie!!
E’ stato un viaggio di tanti anni fa…anni in cui scrivevo si, ma non avevo ancora il blog. Nessun post su Pantelleria, quindi. Ma a luglio sarò di nuovo in Sicilia dopo tanto tempo. Questa volta tra la valle di Noto e la Sicilia Barocca e Taormina…anche qui ovviamente sei stata d’ispirazione. Farò tesoro dei tuoi suggerimenti che si sente vengono da un cuore legato profondamente a queste terre.
Uuuuu che bel giro che farai! Se hai bisogno di consigli sai dove trovarmi (se puoi fai una scappata a Marzamemi, ma non di sabato sera!).
Buona sera a tutti. Qualuno ha osato girare in bibibletta? Grazie.