[Per informazioni su cosa vedere, assaggiare ed esplorare a Pantelleria andate a leggere qui: Cosa vedere (e cosa assaggiare!) in una settimana a Pantelleria]
Se mi conoscete sapete che la Sicilia accende in me un fuoco particolare, più di qualunque altro posto al mondo.
Quando qualche mese fa Ariane delle Case del Principe di Pantelleria mi ha invitata a scoprire la sua isola mi è pianto il cuore a dirle che purtroppo, abitando a San Francisco, non sarei potuta andare.
Ma poi a me e ad Ariane è venuta un’idea.
Al posto mio, a fare i miei occhi e le mie orecchie, è andata la persona più appassionata di Sicilia che io abbia mai conosciuto: mia mamma. Anzi, LA mia mamma, come si dice in Romagna. La mia mamma Marina.
Ha visto tramonti infuocati, assaggiato specialità goduriosissime che sanno di Sicilia, dormito nei dammusi sul mare con il rumore delle onde, mi ha mandato foto incredibili che dall’altra parte dell’oceano mi hanno fatto venire un nodino allo stomaco bestiale.
E ha scritto un sacco sul suo taccuino di viaggio. Regolarmente a mano. Questo post è scritto da lei: sono le sue sensazioni al ritorno da questo luogo speciale. Le lascio la parola.
Come tra amici ritrovati
Non era in programma questo viaggio, ma se c’è da partire… via che si va 🙂
Il primo contatto con Pantelleria è dall’aereo, in fase di atterraggio: nel tardo pomeriggio l’isola appare in mezzo al mare blu, verde e montagnosa, tutta coste frastagliate, punteggiata da casine con i tetti bianchi, luminosa e colorata.
Sono di nuovo in Sicilia e sono felice.
Con Ariane e Laura delle Case del Principe ci eravamo sentite solo per email, ma appena ci vediamo ci sorridiamo e ci abbracciamo come tra amici ritrovati.
A dieci minuti dall’aeroporto si scende alle Case per una sterrata rocciosa verso un mare stupendo, con il verde della vegetazione bassa tutto intorno e il nero della terra lavica che si intravede ovunque.
Le Case del Principe sono sette dammusi che si affacciano sul mare, costruiti come luogo di vacanza da Paolo e Costanza Sallier de la Tour, Principi di Camporeale, ora aperti dalla figlia Ariane all’ospitalità.
Sulla terrazza del dammuso di Ariane ci ritroviamo con Maya di Acquerelli in viaggio e Mauro e Max di Nabumbo, i miei compagni di avventura.
Di fronte al mare e ad un tramonto stupendo, Laura arriva con l’aperitivo: olive nere, formaggio e panelle calde: mondiali!
Chiacchiere, risate e racconti con un vino bianco “Inzolia” della Tenuta di famiglia, Sallier de la Tour di Palermo.
Maya ci parla dei suoi viaggi organizzati con Avventure nel Mondo per artisti che hanno voglia di dipingere i posti che vedono invece di fotografarli e non vede l’ora di visitare l’isola
I ragazzi di Nabumbo hanno già tracciato sulla mappa tutti i precorsi di trekking più interessanti, per i prossimi giorni.
Ceniamo a base di spaghetti e zucchine fritte di Pantelleria, si chiude a cannoli con la ricotta e vino passito in perfetto stile siciliano (che a me piace assai!).
È sempre bellissimo trovarsi tra viaggiatori: un momento si è sconosciuti, il momento dopo amici.
Qui sull’isola tutto è più forte: rumori e colori di Pantelleria
Sembra un pezzettino di Sicilia, ma in realtà la dolcezza e la morbidezza della luce siciliana si perde all’orizzonte.
Qui sull’isola tutto è più forte: il colore della terra, nera di vulcano, il colore del mare, blu profondo, il colore del verde, attaccato a terra per non sprecare neppure una goccia d’acqua, e il vento, che soffia forte senza trovare barriere che lo smorzano, se non i muri neri dei giardini panteschi attorno agli alberi di agrumi solitari.
E poi i fiori, che sono la passione di Ariane: i gialli delle ginestre e i rosalilla delle bocche di leone, cresciuti sulla terra vulcanica, hanno la luce dentro.
Anche le case, i dammusi, hanno il carattere di Pantelleria: sono neri, sanno che l’acqua è preziosa, con i tetti bianchi modellati per raccoglierla tutta e conservarla, sono molto riservati, ma quando entri ti accolgono freschi e protettivi, e non vuoi più andare via.
Il rumore del vento e del mare fanno da sottofondo, e di notte si sente di lontano il ritmo della risacca. Se tutto tace però, e il vento si quieta, anche il silenzio è forte e quasi consistente.
Le colazioni sulla terrazza guardando il mare e il faro
Per me le colazioni siciliane sono sempre state granita-al-caffè-con-panna-e-brioche al Ciclope di Marzamemi. Punto.
E invece.
Sulla terrazza del dammuso di Ariane la mattina è chiara e luminosa, e i programmi per la giornata si fanno guardando il mare e il faro di Punta Spadillo, con uova strapazzate e pancetta croccante, pane tostato con marmellata di arance e zenzero.
E caffè profumato come solo Laura sa fare, sempre col sorriso, che viene più buono.
(piccolo disclaimer: se deciderete di pernottare alle Case del Principe dovete sapere che la prima colazione non è inclusa nella prenotazione, ma è riservata esclusivamente ai gruppi con accompagnatori che staranno presso Le Case del Principe per minimo una settimana. Questo significa: attrezzatevi in autonomia per la colazione perché farla con questa vista ne vale veramente la pena!)
Le albe e i tramonti sul mare e l’Africa all’orizzonte
Dai dammusi, perfino dal letto, sotto le coperte, si vede il mare.
Io amo dormire con gli scuri aperti, la luce non mi disturba il sonno, anzi mi piace: qui alle Case del Principe non mi sono persa un’alba.
Verso le sei, i primi raggi di sole all’orizzonte sul mare entravano in camera.
Ogni mattina un rosa diverso, con strisce di nuvole colorate di arancio o col cielo terso e abbagliante, mi faceva correre sulla terrazza per cercare di cogliere l’attimo mutevole del sorgere del sole, sempre col faro di Punta Spadillo in controluce a disegnare ogni volta uno skyline ormai familiare.
E una sera, in una serata tersa dall’altra parte dell’isola, vicino a Scauri, dopo aver visto le alture africane all’orizzonte, Pantelleria ci ha regalato un tramonto indimenticabile.
Anche tua mamma non scherza in quanto a capacità di racconto 😉 e ora anche Pantelleria sarà nella mia lunghissima wish-List!
Eheh! È lei la vera scrittrice e storyteller, io sono solo la seconda generazione 🙂 Pantelleria è anche nella mia wishlist!
Ma che meraviglia <3 Mia madre sogna di andare a Pantelleria da tanti anni e mi immagino come dev'essere stato bello per te ricevere le emozioni e le parole di tua mamma, di saperla così felice in quelle albe e in quei tramonti. Un racconto bellissimo 🙂
Vedrai come le piacerà! È un posto proprio “forte”.
Ahh…se fosse sempre possibile fare i programmi della settimana con quella vista. Bellissimo post(o) 🙂
Firmerei ora per potermi svegliare lì tutti i lunedì 😉
Come ti capiamo!! Noi abbiamo tutta una nostra filosofia sul “lunedì” (guarda sul nostro Blog)
La penna è una questione di famiglia ❤️
Complimenti Marina 🙂 ho voglia di andare a Pantelleria!
Te sei troppo un amorino comunque.