Avere due vite è così bello e così doloroso.
Che condanna vivere al 200% ma solo con il 100% del tempo: ti perdi la metà sempre, comunque per forza.
Per quanto la tiri la coperta resta corta.
E così a metà gennaio ho salutato tutti, dato abbracci molto stretti, lasciato pezzettini di cuore sparsi per l’Emilia-Romagna, ho lasciato casa… e sono tornata a casa.
Perché la mia casa adesso è qui, a San Francisco, tra fochine, balene, cene italiane per palati stranieri, e giornate di sole bellissimo.
Vi racconto a caso questi primi giorni a San Francisco, quello che mi mancava e quello che proprio no.
Cosa NON mi mancava di San Francisco:
- Le malefiche tendine di casa mia dove passa la luce e alle 7 della mattina ho già gli occhi spalancati come due fanali.
- Il casino delle strade: fino al 12 febbraio è tutto bloccato per il Super Bowl. Quando ho chiesto all’omino della metro come posso fare per raggiungere casa mia, lui mi ha risposto: “mettiti un paio di scarpe da ginnastica comode”. AH.
- Il vento: che esco di casa pettinata e dopo dieci secondi sembro Mafalda.
- Rifare il caffè a NextSpace quando è finito: mi avvicino con terrore alla macchina e quando vedo che la caraffa è vuota cerco di sgattaiolare invisibilmente fuori dalla cucina. Ho qualche problema a svuotare il filtro, 1 volta su 2 mi cade per terra e tutti i granini di caffè si spargono per tutta la cucina fin sotto i mobili e io vorrei strapparmi le vesti dalla disperazione.
- L’angoscia di ammalarmi/farmi male con questa spada di Damocle dell’assicurazione sanitaria sempre sulla testa. Alcuni amici hanno lanciato l’idea di andare a sciare al Lake Tahoe: YAHOOOOOOOMMIODDIOL’ASSICURAZIONESANITARIAAIUTO. Andiamo, ma mi sa che non scio. Vado al Lake Tahoe a rosicare.
Cosa mi mancava TREMENDAMENTE di San Francisco:
- La mia casina piena di balene, amore, lucine e con le super nuove mongolfiere (prese a Brighton quest’estate).
- Le colazioni/brunch pigrissime a base di Eggs Benedict da Pat’s (can you please add extra Hollandaise Sauce? Thaaaanks!❤).
- Le passeggiate a caso durante le domeniche di sole.
- Che mentre sei lì in salita maledici questa stupida idea della passeggiata dopo aver ingurgitato una colazione da strabilamila calorie, ma poi arrivi su e BAM hai tutta la città ai tuoi piedi e ti viene un brividino lungo la schiena (gioia pura).
- Lavorare dalla mia scrivania al NextSpace:
“May your mug always be half full.”
- Le zuppe (che ora ho imparato a fare anche a casa quindi: fruttivendolo, trema!).
- La magia del latte che fa le nuvole dentro la tazzona di caffè americano.
- Perdermi a North Beach.
- LE FOCHINE!! ❤
Complimenti! I tuoi post sono sempre davvero molto interessanti! 🙂
Grazie Giulia! Mi fa proprio piacere 🙂
Ci mancavano i tuoi dispacci!! La tua scrittura mi piace sempre e mi fa sorridere:) è bello iniziare la giornata così! Grazie.
La GinaMondo
Che bello! Grazie per questo commento che fa sorridere me 🙂
Ohi ohi ohi!
Il Super Bowl! Centinaia di migliaia di invasati invaderanno il tuo quartiere…
Non ti invidio, so cosa si prova; ero a Indianapolis quando era il suo turno di ospitarlo…
Se non altro organizzeranno diversi eventi collaterali che potrebbero risultare interessanti anche per i non-tifosi…
L’omino della metro è stato fantastico; una massima da scolpire sulla roccia! 😉
—Alex
Guarda questa cosa del Super Bowl è attesa con terrore da tutti gli abitanti di San Francisco e io non ho ancora ben capito di che dimensioni catastrofiche stiamo parlando. Argh.
Mancavano i dispacci! ❤️
Un infusione di gioia pura!
Un abbraccio
Camilla
Ooooo! Grazie Camilla! ❤
zucca e porri, vero? deliziosa.
Carote in realtà! Solo perché la zucca è difficile da gestire 🙂
E poi patate, una cipolla, uno spicchio d’aglio e l’olio che ho portato dall’Italia!
Quanto mi eri mancata Ire <3
Mi sono tenuta il tuo post per un sorriso e anche una lacrimuccia perchè quello che ci racconti sembra proprio un sogno!
Bentornata al caldo!!!
Grazie Danila! Sono proprio contenta che i miei Dispacci senza una logica facciano un così bell’effetto!
(E questo caldino mi mancava da matti!!)
Qunando ho letto il titolo “lasciare casa per tornare casa” ho pensato di avere un deja vu … io lo avevo chiamato “A metá”. È la prima volta che commento e vorrei dirti che mi piace tantissimo leggere della tua esperienza, così tanto lontana e così tanto vicina alla mia, attraverso il tuo “sguardo” così speciale 🙂
Eheh! Babi devi commentare di più, mi fa super piacere che tu abbia deciso di farlo mentre racconto una storia così simile alla tua 🙂
Benvenuta ❤
Dopo una dura giornata di lavoro, non c’è niente di meglio che leggere uno dei tuoi post. Sono sempre molto coinvolgenti e appassionati. Grazie per farci sognare e renderci partecipi della tua vita ^_^
Grazie a te Denis, e a tutti quelli che lasciano qui un segno del loro passaggio. Che senza di voi raccontare non ha senso, no?
Mi sono mancati i tuoi dispacci 🙂
E mi manca pure San Francisco!! Due volte non bastano… credo che non ne basteranno nemmeno altre 1000!
Grazie Elisa! Quando vieni qua hai un caffè offerto 😉