Quando qualcuno mi chiede “Allora come si vive a San Francisco?” rimango sempre imbambolata per qualche secondo. Cerco la risposta giusta.
Rispondo sempre solo “Molto bene, grazie!“, ma lo so che il mio interlocutore si aspetta di più, si aspetta aneddoti, fuochi d’artificio, storie, racconti, pezzi di vita con gli occhi che brillano.
Però io mi sento un po’ in colpa. Mi sembra di sbattere in faccia agli altri la mia felicità.
Mia mamma mi prende in giro, dice che è colpa della mia forma mentis “cattolica” che non mi permette di gioire a pieno dei miei traguardi.
Non lo so di chi è colpa, fatto sta che non mi viene da rispondere la verità vera.
Mi viene da dire solo “molto bene”, cercando di ovattare, di non squizzare di gioia, di sminuire un po’.
Non lo so perché.
Però oggi ho deciso di farlo, almeno qui, dove non mi sento in colpa, che se vi stancate di leggermi basta cambiare blog.
Oggi vi racconto perché ogni giorno passato qui è un pezzettino di felicità in più.
Ecco, in ordine sparso cosa amo di San Francisco e della mia vita qui.
• La mia nuova casina e la mia balena.
Perché sentirti a casa a diecimila chilometri da casa non è facile e neanche scontato. Ma ho trovato il mio posto qui, con la mia balena e un’altra cosa importante che inizia per B.
• Essere nell’ombelico del mondo.
Per quanto riguarda il mio lavoro, almeno. Qui succede tutto, da qui tutto è iniziato, e qui sono trent’anni avanti. C’è da imparare tanto, e c’è tanto da riportare a casa.
Possiamo fare grandi cose con la testa, la cultura, l’ingegno che abbiamo noi italiani.
Ci hanno un po’ tolto la speranza, ma dobbiamo riprendercela perché l’Italia si merita tanto di più.
• Il sole che ogni giorno – OGNI GIORNO – scalda la pelle, le ossa e i pensieri.
Io sono super meteoropatica e questa cosa mi migliora decisamente la vita.
Adoro vivere in un posto in cui non ti viene da piangere dal freddo quando aspetti l’autobus per andare al lavoro (tipo Bologna).
• Il concerto di Noah Gundersen che è stato felicità pura.
E ve ne parlerò ancora credo, perché ho pianto tremando per le prime tre canzoni.
Perché è stata un’emozione così forte, così tanto aspettata, così sognata, che io non ci potevo credere di essere lì veramente.
Di sentire la sua voce, dal vivo, da lui a me senza passare per i miei auricolari.
Con così tante persone che sapevano a memoria ogni parola, come me.
Non me lo dimenticherò mai.
Il concerto più bello, intenso, e felice di tutta la mia esistenza.
• I brunch super ciccioni.
Che siano le mie adorate Eggs Benedict o qualche altra ciccionata scoperta per caso, i brunch a San Francisco sono una cosa seria. Si fanno anche un paio d’ore di fila in alcuni posti, ma io vi giuro che ne vale la pena.
Il Monte Cristo di Mama’s o le Eggs Benedict di Stacks valgono tutta la fila del mondo.
• Il Golden Gate Bridge che continua a dirmi che sono nel posto giusto del mondo.
Appare sempre all’orizzonte quando ne ho bisogno.
Quando sono immersa nei miei pensieri, nei problemi, a un certo punto spunta lui.
Questo gigante rosso, immenso, che contrasta sugli azzurri del cielo e dell’oceano.
E mi ricorda di quando ho sentito la prima volta quel “click“ che mi diceva che cuore e cervello erano allineati, che questo è il mio posto.
Quando si è aperto il sipario.
E quel click lo sento ancora, ogni volta, per fortuna.
• Off The Grid, dove tutti i food truck si ritovano il venerdì sera.
E anche la domenica a pranzo, modalità pic-nic.
I food truck sono i classici camion che servono cibo, street food, da noi in Romagna ce ne sono un sacco fuori dalle discoteche che servono piadina con la salsiccia e la cipolla alle quattro del mattino.
Qui c’è Off The Grid, un festival-evento che si tiene ogni venerdì sera a dieci minuti a piedi da casa mia.
E nello stesso posto puoi provare tutto, dal cibo caraibico, allo zucchero filato (vedi foto!), ai burrito più buoni del mondo.
C’è sempre un mucchio di gente, un paio di gruppi che suonano dal vivo e tante chiacchiere allegre nell’aria.
• La zuppa al pomodoro, quando mi va di stare da sola.
Quando a pranzo ho voglia di stare da sola, di stare in silenzio, di pensare, vado sempre in questo posticino a un paio isolati da dove lavoro, dove servono una buonissima zuppa al pomodoro.
Ne ho provate altre, ma questa le batte tutte.
E il posticino è piccolo, tanto accogliente, sempre caldo, sempre inondato dal sole.
Mi mette di buon umore anche solo pensare che andrò a mangiare la zuppa al pomodoro per pranzo. Quando sono lì, ordino la mia zuppa, metto via il telefono, e sto in silenzio.
E torno in pace col mondo.
• Riscoprirmi ottima cuoca per necessità.
Non ho mai amato cucinare, sarà perché a casa mia in Italia c’è una lunga lista di persone che lo fa meglio di me. Quindi un po’ per pigrizia, un po’ per la fortuna di essere circondata da cuochi provetti, non mi sono mai particolarmente impegnata.
Ho sempre solo fatto un paio di cose che considero le mie specialità: i biscotti a forma di fiore con la marmellata di albicocca nel mezzo e il ciocorì. Non ridete.
Ma qua il cibo italiano o è pessimo, o costa troppo. E io non ce la faccio a vivere mesi senza – per dirne una – un bel piattone di pasta.
Quindi mi sono data alla cucina. E ho imparato a preparare un sacco di cosine buone tra cui spaghetti alla carbonara (non ridete, non sapevo nemmeno quali fossero gli ingredienti prima di venire qua) e biscotti al cocco.
Sono diventata persino amica dei negozianti che mi consigliano i prodotti migliori.
Mai avrei pensato di dover attraversare un oceano per diventare un’azdora (dal romagnolo: “massaia, padrona della cucina e della casa”).
• La quantità incredibile e la qualità super stimolante delle cose da fare.
A San Francisco si può star sereni che non ci si annoia. Ogni giorni ci sono mille feste di quartiere, eventi tech, musei, parchi, quartieri da scoprire.
Per me la cosa più stimolante da fare a San Francisco è una visita all’Exploratorium. Ci sono già stata due volte (due giornate intere) e ancora non sono riuscita a vederlo tutto. È il museo più bello che io abbia mai visitato.
• Creare nuovi ricordi.
Voler bene a nuovi biglietti di autobus, concerti, partite di baseball. Nuove foto, nuove pagine di diario, nuovi post qui sopra.
Tantissimi sorrisi da ricordare e a cui aggrapparsi in futuro.
Tra l’altro non vi ho parlato di una cosa molto bella che mi è successa. Dovete sapere che sono un’appassionata di album fotografici, quando succede qualcosa di importante stampo le foto e creo un album, mi piace nel tempo andarli a sfogliare, ricordandomi com’ero felice in quei momenti.
Bene, qualche settimana fa, proprio mentre iniziavo a sentirmi a casa a San Francisco, ho ricevuto un mail di Imprify che mi proponeva di testare i loro prodotti: dei fotolibri. Lo vedete anche voi lo zampino del destino?
Ho accettato, ho scaricato l’app e ho scelto tutte le foto di San Francisco a cui voglio più bene, quelle che mi faranno sorridere tra qualche anno, quando lo sfoglierò. Dopo pochi giorni l’album era già a casa mia.
Ed è così bello vedere le proprie foto stampate, una dopo l’altra, a ricreare una storia che altrimenti sarebbe rimasta solo nella mia testa. Tengo l’album sul comodino. Sto bene ogni volta che lo sfoglio.
Ps: Imprify mi ha dato un codice sconto del 20% per voi, se volete stampare un fotolibro fino a giugno 2016, basta scrivere “A1AF8D” al checkout.
Se volete scoprire qualche dettaglio in più li trovate anche su Twitter e Facebook.
• I colori dell’autunno americano.
Che sono vividi, potenti, carichi.
Ti ricordano che la natura è potente e fa quello che vuole, anche tra i grattacieli.
• La gioia di essere sé stessi, anche un po’ matti.
Che qui non gliene frega niente a nessuno se ti vesti come un pagliaccio, esci in pigiama o ti va di cantare per la strada.
E non è che la gente lo faccia per atteggiarsi o fare “quelli strani e alternativi”.
No, no. Qua son proprio genuini, non gliene frega niente. L’esagerazione è pane quotidiano, sicuramente se fai qualcosa di matto qualcuno l’ha già fatto dieci volte più di te quindi vai sereno che non sconvolgi nessuno.
E questo per me è proprio bello.
Qualche settimana fa ho rivisto Kimberly per lavoro (ve la ricordate?) e aveva un pollo di gomma che le spuntava dalla borsa. E non gliene poteva fregare di meno.
• Le fochine che dormono tutto il giorno e si accasciano l’una sull’altra.
Non c’è niente da fare, a me fanno troppo ridere, troppo. Ci passo al tramonto, dopo il lavoro, quando il sole sta calando e loro – tanto per cambiare – o dormono della grossa, o si rotolano l’una sull’altra per muoversi.
A me le fochine fanno crepare dal ridere.
• La visita a Google.
Dentro, fuori, intorno. Il giro le Google Bike, le chiacchiere con i Googlers, l’immensità del campus, la serietà del lavoro in un ambiente così divertente.
Le gioia di andare in ufficio perché stai contribuendo a qualcosa di storico.
La passione.
Se ho una dipendenza, quella è Google.
Io non fumo, non bevo, non dico parolacce, bevo tanto caffé ma ogni tanto faccio dei periodi di disintossicazione perché odio l’idea di dipendere da qualcosa.
Ma Google è la mia droga. Ogni volta che non so qualcosa io DEVO googlarla. DEVO passare ore a leggere tutto quello che Google può insegnarmi. Non ce la faccio a tenermi un dubbio.
Le mie colleghe mi prendono sempre in giro perché quando siamo a pranzo e non sappiamo qualcosa loro lo sanno che io non posso resistere e DEVO tirar fuori il telefono per cercare su Google la risposta.
Quindi visitare Google è stato un po’ come andare sulla luna per me.
Ho avuto il sorriso stampato in faccia per giorni.
• Il caffè americano.
Scusami Italia.
Scusami mamma.
Scusate tutti, mi sono bevuta il cervello, ma il caffè americano è una coccola che mi fa felice, anche quello costosissimo e pessimo di Starbucks.
Scusate.
• Conoscere tante nuove persone e tante nuove storie.
Vivere in una città così grande e così viva permette di conoscere tantissime persone, tantissime di più rispetto a quelle che si potrebbero conoscere a Bologna o in Romagna.
Qualcuno resta, e diventa importante, sempre di più.
Qualcuno lo incontri solo una volta, ma ti lascia un pezzettino di sé.
Con qualcuno pianifichi viaggi, a qualcuno racconti di casa, con qualcuno ridi fino alle lacrime, qualcuno perfino ti chiede di andare a lavorare per lui.
La parte più bella è che non sai chi incontrerai domani.
• Il più buon sushi mangiato in vita mia.
Da Sushi on North Beach, dove quando ordino 10 sake nigiri (i pezzettini di sushi fatti di riso e salmone) ridono sempre un sacco e mi chiedono se sono sicura di quello che sto facendo.
• I contrasti tra i vari quartieri.
Che ci sono le casine eleganti di North Beach, i graffiti di Haight-Ashbury, i grattacieli del Financial District, i colori di Castro, i negozi hipster di Valencia e le feste di quartiere di Lower Haight.
• Le passeggiate lungo la baia.
C’è sempre qualcosa di nuovo da vedere, un’angolazione da scoprire, una San Francisco sconosciuta da esplorare.
Non ne ho mai abbastanza di San Francisco.
• Le donut vere, le più buone del mondo.
Quelle dei food truck, delle fiere di quartiere.
Che di solito sono servite da una signora un po’ in carne con un grambiule bianco e le guance rosse.
Io me le sogno la notte.
• Tornare, ogni volta che posso, nel mio posto preferito di San Francisco.
Che è a cinque minuti da dove lavoro, al riparo dal caos del Financial District.
E quella piazzetta ce l’ho ancora legata con un elastico al cuore.
Tirerà sempre, ogni volta che mi allontanerò.
• Svegliarmi ogni mattina con un sorriso gigante.
• Qualcuno di speciale con cui condividere tutto questo.
Continua a scrivere di felicità per favore 🙂 …non può che essere contagiosa!
Eheh! Sono contenta, lo trovo sempre difficile, ma vedo che il contagio è positivo! 🙂
Assolutamente si <3
Ire, ma ti rendi conto? hai trovato il tuo posto nel mondo!!!
Chissà! In effetti questo è davvero un sogno a occhi aperti, e spero che duri il più a lungo possibile, però credo che il mio posto nel mondo sia l’Italia ❤️
Leggere il tuo blog è un po’ come condividere con te la tua felicità: mi riempie il cuore e mi aiuta nelle scelte di ogni giorno…
grazie Irene!
Che bello Marina! Grazie!! 🙂 ❤️
oddio cosa hai fatto, oddio cosa hai fatto, oddio-cosa-hai-fatto. tu sai che io non mi staccherò dal sito di exploratorium per i prossimi sei mesi? se non addirittura fino a che non avrò trovato dei fondi e qualcuno per creare qualcosa di simile in qualche altra parte del mondo? aaaaaaaargh.
molto bello il dispaccio, pieno di energia. e grazie davvero per aver condiviso e offerto lo sconto imprify, credo ne approfitterò assolutamente!
No ma te ti immagini quanto può essere bello quel posto dal vivo! Dovevi vedermi, ero partita completamente! Entrare costa parecchio (tipo 30$ mi pare), ma ogni 1-2 mesi fanno le giornate gratuite dove il museo è aperto a tutti! TOP.
guarda cosa ho appena scoperto: http://oggiscienza.it/2015/12/10/libri-bambini-esperimenti-scienza/
Che spettacolo! Appena mia nipote impara a leggere è suo! Pensa che il gift shop dell’Exploratorium ha un reparto intero solo di libri di esperimenti per i bimbi!
La felicità è contagiosa e la tua è così meravigliosamente bella da commuovermi.
Sono felice per te Irene.
Immensamente e da chilometri di distanza, anche se ci conosciamo solo tramite parole e foto e non ci siamo mai viste o parlate!
Una mezza magia! 😉
Un abbraccio assolato da qui :*
Camilla
Un mezza magia davvero tutto questo affetto! È la cosa più bella in assoluto nata dal mio blog. Più dei viaggi, più di tutto. Grazie! ❤️
e insomma… qui e’ grigio come quasi tutti i giorni, fa freddino, la pausa pranzo e’ finita e io devo tornare in laboratorio. Ma grazie per questi dieci minuti di sorrisi. Un giorno riusciro’ a venirci anche io a S.Francisco.. magari un giorno mi sentiro’ nel posto giusto proprio come ti senti tu e smettero’ di cambiare citta’ e paese continuamente.
Non ti sentire in colpa di essere felice. Te la sei andata a prendere quella felicita’, mica te la sta regalando nessuno!
In bocca al lupo, un abbraccio =)
**La zuppa di pomodoro, il silenzio, il telefono nella borsa. Faccio quasi lo stesso almeno una volta ogni weekend se posso. ricarica le batterie per davvero. (l’altro giorno la tipa del locale mi ha chiesto se ormai poteva definirmi una cliente abituale…volevo sprofondare!!)
Grazie a te Barbara, mi hai fatto fare un sorrisone gigante! Io nonostante i mille viaggi e la grande felicità che mi sta dando San Francisco, credo che nel lungo termine il mio posto nel mondo sia l’Italia 😉
scoprire il tuo blog è stata veramente una grande fortuna. Ci sono arrivato per una guida ad un viaggio ed invece ho trovato molto più, una fonte di energia per cercare di lavorare ogni giorno per provare a cambiare la mia Sicilia…
Che meraviglia! Vedrai che ci riusciamo, un passettino alla volta si va ovunque!
I post di questo genere rendono felici i lettori ^_^
Yèèèè!
(In realtà ne sto scrivendo uno un po’ pesone, spero di farvi felici lo stesso, se no perdonatemi già da ora) 😀
Si si si! A me fai felice sicuro! 😀
E insomma sono tanto felice anche io, in questa fredda giornata romana, pur non essendo lì a San Francisco, solamente per aver letto della tua felicità. Di tutte le cose belle che stanno riempiendo la tua vita, eventi, scoperte, luoghi, persone.
Sono felice per te pur non conoscendoti di persona, come se fossi un’amica lontana, perché questo sei per chi ti segue da tanto tempo, anni ormai. Per chi può ringraziarti di aver fatto nascere una grande passione e determinazione verso il viaggiare e lo scoprire continuamente nuovi mondi, così come posso ringraziarti io. Sono sinceramente felice per te Irene, anche se forse non ci incontreremo mai, ed è così strano ,ma così bello, sentirsi così. Un forte abbraccio e goditi tutto al 200%.
Tutto questo affetto mi riempie davvero di gioia.
Vedrai che ci incontreremo prima o poi, ne sono certa.
(Basta volerlo, no?)
Assolutamente! Basta volerlo!
Che bellissima esperienza! Io già solo per il punto sul brunch e le donuts ho capito perché potrei trovare facilmente un posticino in cui stare bene anche li 😛 mi faccio convincere con poco 😀
Eheh! Non so se hai notato che la metà dei punti riguardano il cibo! Sono inguaribile!
Gira e rigira, il cibo sta sempre in mezzo 🙂 bella cosa che ci renda felici!
Io penso che il tuo non riuscire a mostrare tutta la tua felicità si chiami umiltà! Non vuoi mostrare la tua felicità come motivo di vanto e questo è proprio bello! Ma soprattutto penso voglia dire che la tua felicità è pura e non hai bisogno di dimostrarlo ad altri ma solo a te stessa!
Ogni volta che leggo il tuo blog vengo trasportata dalle tue parole nei luoghi che visiti e nelle cose che fai, è come se anche noi, che leggiamo da ogni parte dell’Italia o del mondo, vivessimo le tue esperienze così ci permette di sognare ad occhi aperti ! (Almeno a me fa questo effetto, e mi fa venire anche un sacco fame;) )
Chissà se è umiltà o è l’animo cattolico, come dice mia mamma 😀
Che sia pura ne sono certa: tutte le cose per cui si lotta all 100% lo sono, no?
Sono tanto contenta che dici che ti faccio viaggiare con le mie parole, e anche molto orgogliosa di farti venire fame: per un’appassionata di cibo come me è un vero complimento!
Concordo con tutti quelli che prima di me ti hanno scritto che la tua felicità è contagiosa! Quindi post così lunghi (non sarà mica lungo questo?? 😀 ) sono i benvenuti. San Francisco era la mia città-mito dell’adolescenza e spero di poterci andare un giorno..intanto guardo le tue foto meravigliose, leggo le tue parole e mi sembra di essere un po’ lì!!
Che bello! No il post lungo che dicevo è un altro, ma è un po’ tristino, rimandato alla prossima settimana.
Vedrai che verrai qua presto, merita, è un pezzo di mondo che va vissuto.
dico solo…. <3 E hai anche trovato qualcuno con cui condividere <3 <3
Che – alla fine – è la cosa più bella di tutte.
sììììì sono molto felice per te 🙂
Mi inviti per il brunch?? 😀
Considerati invitata: brunch, caffè, piatto di carbonara, quello che vuoi! 🙂
Complimenti Irene per il tuo blog e per la tua capacità di descrivere San Francisco riuscendo a trasmettere tutta la sua magia. Io ci sono stata solo 4 gg e ogni volta che leggo i tuoi post (anzi non aspetto altro) mi sento bene, sorrido e rivivo le sensazioni e le emozioni che ho provato. Per me sono stati 4 gg intensi e meravigliosi che mi hanno lasciato tanto! Grazie mille! 🙂
Sai perchè mi piace leggerti?
Perché mentre lo faccio ho il sorriso stampato in bocca 🙂
Sono proprio felice, la tua felicità è contagiosa ed è un toccasana per queste giornate lunghe e infinite.
Io dico sempre che NY è la mia città preferita perché c’è stato qualcosa che mi ha legato a lei fin da quando ero piccola, ma San Francisco credo sia la città d’America più bella di quelle viste fino ad ora.
Mi hai fatto tornare voglia di scriverne… e di prenotare un volo!
Goditi ogni momento 🙂
Ma che gusto 🙂 Grazie Elisa!
Per me è stata così San Francisco: sempre un sogno. E adesso che sono qui non mi sembra ancora vero. Se prenoti un volo ti aspetto per un caffè! 😉
E finalmente eccomi seduto davanti al Mac a cercare di renderti indietro quello che mi hai dato con il tuo post.
In realtà questi giorni di frullatore “alsaziano” mi hanno un po’ rimescolato le idee ed adesso non sono più sicuro di quello che volevo scriverti 😉
Innanzitutto stai tranquilla, questo post, anche se infinito, ci sta tutto e non mi è sembrato difficile da leggere 😉
Per il resto (ma lo sai già!) mi sento di dirti che la cosa importante è che ti senta nel tuo posto, o meglio, in quello in cui vuoi essere in questa fase della tua vita.
Io dico sempre che non esiste “un posto solo”, esiste quello dove vuoi essere e solo gli stolti (oppure i dittatori) non cambiano mai idea 😀
Casa è Casa, la Famiglia pure non si discute ma esistono tante sfumature e condizioni che ci permettono di essere felici e realizzati anche lontano dalle tagliatelle della mamma… No?
E poi la cosa bella secondo me del vivere in posti diversi, tra culture diverse e persone provenienti da tutto il mondo, è che si possono prendere le cose buone da tutti, farne tesoro per poi sommarle in un compendio da urlo!
Certo, un posto magico come SF (per tutta una serie di motivi) esiste solo li e replicarlo non sarà mai possibile ma cavolo, se non ci facciamo contaminare dalle idee e dall’entusiasmo vogliamo rimanere a piangerci addosso tutta la vita?
Comunque ti leggo positivissima e caricata a pallettoni; molto più che nei primi post, bene!
—Alex
PS = Tra qualche giorno sarò di nuovo in viaggio, questa volta in USA, ad un paio di fusi orari da te…
Sono convinta anch’io che non esista “un posto solo”, ma piuttosto un luogo per ogni momento o fase.
Vivere a San Francisco è un 200% di stimoli, tornare in Italia ogni tanto è un 200% di affetti. Ci vogliono entrambe le cose per vivere felici.
Super carica a pallettoni comunque 😉
Ps: io sono appena rientrata in Italia per Natale 🙂
Bentornata allora! 😉
Se durante le feste passi dalle mie parti fammi un fischio.
—Alex
Ciao Irene!
finakmente ho trovato il tempo per aggiornarmi con il tuo blog!
CHE MERAVIGLIA!!!!
Ma davvero, grazie!
Perchè adesso voglio andare a lavorare da Gusto, perchè ogni tanto metto il piede sull’accelleratore, e mi dimentico delle piccole cose, che poi sono anche le più importanti, le cose che mi rendono davvero davvero felice.
Ti auguro con tutto il cuore che la tua esperienza continui in questo modo, che le fochine siano sempre lì a farti sorridere, e che il caffè americano ti faccia fare un sorriso gigante ogni mattina!
Grazie millissime per i post!
Tra l’altro adesso vado a vedere il sito di Imprify che devo stamparmi giusto due o tre anni di foto 🙂
Buon tutto e ancora grazie!!!!!
Che bello questo commento, grazie a te Bea!
Mi prendo tutti i tuoi auguri e li stringo forte, che spero anch’io che vada tutto super bene
Buon tutto anche a te 🙂
Ma ciao! Sai, ti ho scoperto perchè una blogger ti ha citato assieme alle due paroline magiche: SAN FRANCISCO. Giusto un caso, stavo scrivendo un post sul mio blog, parlando di TravelDreams 2016.
Cara la mia omonimella, tu vivi SOLO nella città che io penso sia il mio posto nel mondo.
Paroloni. Aahahaha.
Piccolo dettaglio: non ci sono mai stata. Sai quella cosa a pelle? Ecco quella!
Ma se io verrò e tu ci sarai, sarebbe bello incontrarci. Perchè grazie a questo post tu 1) mi stai già simpatica 2) mi hai fatto venire di cercar di concretizzare la mia venuta nel 2016!
Tanta stima! Stammi bene!
Ire
Ciao Irene! Piacere di conoscerti! 🙂
Devo dire che San Francisco è proprio uno spettacolo, e anch’io avevo la tua stessa sensazione prima di metterci piede per la prima volta.
Con me ci ha preso in pieno tanto che ora ci vivo 😉
Tra l’altro proprio oggi ho visto qualche volo per SF a meno di 400€ (vedi qui: http://www.piratinviaggio.it/voli/viaggio-in-california-voli-ar-per-san-francisco-1), magari è il momento di farci un pensierino? Io ti aspetto eh!
Complimenti e grazie per questi post che mettono sempre buon umore e voglia di partire e mettersi in gioco ogni giorno! Una curiosità, dove prendi questi bellissimi portapenne? ^.^
Eheh! Me li cuce la mia mamma ❤️
Mannaggia, riesci sempre a farmi commuovere con le tue parole…!!!
Mi vengono gli occhi lucidi come se stessi leggendo cose tristi, come se di lì a poco dovessi piangere, ed invece mentre ti leggo mi prende una cosa al petto, che fa parte di quella sensazione sempre repressa di voler viaggiare, di voler dare una svolta felice alla mia vita, come tu stai facendo con la tua.
Grazie, sempre.
:*
Ma dai che bello! Forza che basta volerlo, e alla fine se ci credi la vita ti ripaga sempre in un modo o nell’altro, con i tempi che decide lei!