Dispacci da San Francisco #1: per quanta strada ancora c’è da fare amerai il finale

“Coraggio,
lasciare tutto indietro e andare,
partire per ricominciare,
che non c’è niente di più vero di un miraggio,
e per quanta strada ancora c’è da fare,
amerai il finale.”
[Buon Viaggio – Cesare Cremonini]

Si riparte con i Dispacci, questa volta da San Francisco!

E si riparte con un post sconclusionato e scombussolato, come in questo momento mi sento io.
Ho viaggiato un numero imprecisato di ore, ho fatto 15 ore di scalo a Istanbul, ho avuto in milione e mezzo di imprevisti, ho 9 ore di fuso sul groppone, ho visto 5 film e parlato 3 lingue diverse.

Ho avuto tanto tempo per pensare, ma comunque poco per realizzare cosa sta succedendo.

In questo post vi racconto il mio viaggio da Bologna a San Francisco passando per Istanbul.
L’ho scritto un pezzettino alla volta, nelle note del telefono.
Volevo ricordarmi ogni momento, ogni pensiero casuale, ogni pezzetto di strada per arrivare qua.

Preparare la valigia

Aeroporto di Bologna
Ore 18:30 di venerdì 18 settembre

Sono seduta sull’aereo che sta per partire. Mi scagazzo un po’ addosso, si dice?
Mi fa paura volare e non parliamo di quanto mi fa paura (una paura buona) questo futuro.
Ora questo aereo mi porta a Istanbul, mi sparo uno scalo di 15 ore, e poi finalmente domani riprendo un aereo in direzione San Francisco.
La giostra non ha mai girato così forte come ora.
Mi allaccio le cinture che si parte!

Non aver paura del domani perché in fondo oggi è il giorno che ti faceva paura ieri

Per aria da qualche parte in direzione Istanbul
Ore 19:30 di venerdì 18 settembre

Quanto mi piacciono i tramonti dall’aereo.
Che la luce è gialla poi arancione poi rosa poi viola e poi azzurrina. Cambia in continuazione, si vede a occhio nudo.
Le nuvole sotto sembrano zucchero a velo, di quello soffice e perfetto che non appiccica le dita.
Tutto ha colori incredibili che li puoi quasi toccare.
Però poi quando riguardi le foto ci rimani male, dal vivo era tutta un’altra cosa.
Era magico.

Tramonto dall'aereo

Sempre per aria, sempre direzione Istanbul
Ore 20 di venerdì 18 settembre

Uno dei primi post che scrissi sul blog più di tre anni fa parlava del mio animo da stalker.
Stalker buona, eh!
Nel senso che mi piace tantissimo osservare le persone che mi circondano, mi ipnotizzano i dettagli, mi raccontano storie, immagino vite e sogni.
Cerco di capire che lavoro fanno, dove stanno andando, se sono felici, se anche loro si stanno chiedendo le stesse cose su di me.
In questo momento alla mia destra c’è una ragazzona asiatica tanto sorridente e gentile che scrive all’impazzata ideogrammi cinesi (edit: giapponesi, dice la Silvia).
Indossa vestiti di dieci colori diversi, tutti fluorescenti, e spinge tasti dal significato a me sconosciuto su una specie di mini computerino simil-Nintendo DS. Studia qualcosa in inglese, tipo storia dell’arte.
Ogni tanto mi dice qualcosa riguardo al volo. “Speriamo che ci portino del cibo in fretta” oppure “Fa freschino eh? Odio l’aria condizionata dell’aereo!” oppure “Se devi fare la pipì dimmelo che mi alzo quando vuoi”.
Parla un sacco, e dire che io non sono una dalla faccia particolarmente chiacchierona.
Mi piace e mi ipnotizza anche un po’ con tutti quei colori.

Dettagli

Ancora per aria, direzione Istanbul
Ore 20:30 di venerdì 18 settembre

Osservare la ragazza di fianco a me ha fatto partire nella mia testa un trip mica da poco: attorno al collo ha un cuscino a righe blu e bianche di quelli ripieni di palline.
Che sembra la coda dello Stregatto.
Allora.
A me quei cuscini hanno sempre fatto venire il nervoso: sono super comodi, ma mega ingombranti, che praticamente devi andare in giro con questo salsiccione attorno al collo se no non sai dove infilarlo perché occupa molto più spazio del necessario con quella forma stupida. Secondo me quello che l’ha inventato si è fatto delle gran ghigne tipo: “Lo farò così comodo, ma così irrazionalmente ingombrante, che costringerò i viaggiatori a girare con il cuscino attorno al collo tutto il tempo in maniera ridicola pur di usarlo. E riderò tantissimo.
Io ne ho uno gonfiabile. È molto più scomodo. Ma finito il volo lo sgonfio e lo ripiego, tiè. I cuscini da collo con le palline non mi avranno mai. Il loro inventore non riderà mai di me!

Vicino di posto in aereo

Istanbul, finalmente nel letto
Ore 02:30 del 19 settembre

Ho sonno e sono esasperata.
Da quando sono arrivata a Istanbul ogni cosa che poteva andare storta è andata storta.
Niente di grave, però che fatica.

Arrivata all’aeroporto ho passato un’ora e mezza al controllo passaporti (avendo 15 ore di scalo volevo andare a dormire in un letto e farmi un giro per la città).

Poi agli arrivi il transfer che avevo prenotato non c’era.

Ho chiamato il numero che avevo ma non ha risposto nessuno.

Ho chiamato l’hotel ma non mi ha risposto nessuno.

Benissimo.

Ho preso un taxi fuori dall’aeroporto. Ma non avevo le lire turche quindi dovevo pagare con la carta di credito. Ma lui non aveva il macchinino per il pagamento sul taxi quindi siamo andati alla stazione dei taxi e abbiamo fatto la fila per pagare con la carta di credito.

Arrivati in centro a Istanbul l’omino del taxi non aveva idea di dove fosse l’hotel.

Quindi l’abbiamo cercato mezzora chiedendo a destra e a sinistra.

Arrivata all’hotel ho scoperto perché non rispondeva nessuno: il tizio della reception era fuori a chiacchierare con i suoi amici.

Di bene in meglio.

Vado per fare il check in e il tizio mi dice che “ops” la mia camera non è disponibile.

“Perché?” chiedo io.
“Overbooking”
“Anzi no, non funziona la luce”
“Anzi no, si è sbagliato Booking.com”
“Ma ti facciamo dormire in un altro albergo proprio qui dietro l’angolo ancora più bello!”

Certo.

Mi impunto e la camera alla fine è disponibile, se aspetto 5 minuti un suo amico sistema il problema elettrico.

Passa un’ora e mezzo.

L’amico non è capace di risolvere il problema.

Dico che è lo stesso, voglio dormire.

Mi danno la camera e scopro che il problema è che l’interruttore della luce è rotto quindi non si spegne. L’unico modo per spegnere la luce è togliere la chiave elettrica e quindi staccare l’energia a tutta la camera (addio carica batterie del telefono).
Mi rassegno. Va bene.

Faccio una doccia veloce, ma non va l’acqua calda.
È lo stesso, la faccio fredda.

Mi stendo nel letto e non va il wi-fi.
Vado giù a chiedere di sistemarlo e il tizio armeggia mezzora ignorando la mia richiesta “possiamo provare a spegnere e riaccendere?”

Alla fine spegne e riaccende e il wi-fi funziona.

Non ho più le forze neanche per respirare, buonanotte.

(Per quel che può valere, la camera è molto bellina)

Let my hand touch yours Let me warm it if it's cold My last warmth shall not be wasted

Istanbul
Ore 9 del 19 settembre

Stamattina mi sono svegliata in una Istanbul super soleggiata (dopo una notte di sonno così-così, ero un po’ agitatina – e c’era il piumino nel letto nonostante i 30 gradi).
Tra qualche ora ho l’aereo per San Francisco e non ho ancora ben realizzato.
Intanto mi faccio un giretto a Istanbul, che c’ero già stata, ma mi incanta sempre.

Inkyourtravel a istanbul

A Istanbul, su un taxi
Ore 10 del 19 settembre

In Turchia il codice della strada va interpretato.
Negli ultimi 10 minuti ho rischiato di morire almeno 5 volte.
Di vomitare almeno 10 volte.
Dovrei cominciare ad avere paura dei taxi, non degli aerei.

I taxi a Instanbul

Aeroporto di Istanbul
Ore 13 del 19 settembre

Si parte.
Sorrido da sola fortissimo e la gente penserà che sono pazza.

Botta di culo: ho il posto in prima fila con un sacco di spazio per le gambe.
Botta di sfiga: sono di fianco a una bimba neonata e il volo dura 13 ore.

La felicità della partenza

Per aria da qualche parte in direzione San Francisco
Non ho idea di che ore siano ma so che è venerdì 18 settembre

Per me i voli aerei sono soporiferi.
Tipo che appena mi siedo, nonostante la paura nera di volare, inizio a perdere i sensi.
Come se fossi drogata, non riesco a tenere gli occhi aperti.

Quindi questo volo per me è una tortura.
Viaggiando di giorno – dalle 13 (ora di Istanbul) alle 16 (ora di San Francisco) con 10 ore di fuso – non voglio dormire perché se no mi scombino tutto il ritmo sonno-veglia.
Quindi sto cercando di stare sveglia, ma è una lotta durissima.

Ho già guardato 5 film: Inside Out (molto bellino), Tomorrowland (carino, ma potevano fare di meglio con una storia così), Never loose focus (intrigante, ma non ce l’ho fatta, mi sono addormentata), Blended (un film leggero che però mi ha tenuto sveglia), Winter’s Tale (niente di ché, ma mi ha fatto fare qualche lacrimina, c’è un Colin Farrel con dei capelli imbarazzanti e un Russel Crowe sprecatissimo, ma nel complesso fa il suo dovere).

La bimba di fianco a me è stata più buona del previsto.
E mi sorride sempre.

Continuo a non realizzare cosa sta per succedere.
Ma è il suo bello.

Il posto in aereo

San Francisco, Page Street
Ore 19 del 19 settembre

Sono arrivata.

È stranissimo, bellissimo, travolgente essere qui sul serio.
Dopo averlo sognato per così tanto tempo.
Così tanto.

Sono stesa sul letto della mia stanza a San Francisco.
È anche più bella del previsto, in una via piena di casine meravigliose.

Devo aspettare che si faccia l’ora giusta per dormire, ma io ho sonnissimo.

Intanto continuo a chiedermi sempre la stessa cosa: metterò radici?

La mia stanza a San Francisco

“Buon viaggio ,
che sia un’andata o un ritorno,
che sia una vita o solo un giorno.
E siamo solo di passaggio,
voglio godermi un po’ la strada,
amore mio comunque vada.”
[Buon Viaggio – Cesare Cremonini]

31 thoughts on “Dispacci da San Francisco #1: per quanta strada ancora c’è da fare amerai il finale

  1. Radici o meno, sicuramente hai di fronte una bellissima avventura.. Quindi goditela appieno!! Dopo tutta quella fatica per arrivare lì.. Buon proseguimento!!

    • Grazie Andrea! Eh sì, arrivare qui mi è costato un’enorme fatica, ma ho come l’impressione di essere solo all’inizio. Bisogna rimboccarsi le maniche adesso 🙂

  2. Ire buon giorno *-*
    Ho letto questi nuovi dispacci tutti d’un fiato e ora ho il pizzicorio alla gola per l’emozione!!!!!
    Cavolo sei davvero a San Francisco e stai vivendo li ormai da un po di ore… wow!!
    La camera é dolcissima e sappi che pretendo taaaaanti dispacci!!!

    In bocca al lupo bella ma non ne hai bisogno!!! I lupi te li mangi

    • Buongiorno! (io mi sono svegliata ora, con 9 ore di ritardo rispetto a voi!)
      Sono davvero qui e sto davvero vivendo qui, incredibile anche per me.
      Taaaanti dispacci in arrivo 🙂
      Crepi il lupo, gnam!

  3. Anch’io ho letto tutto d’un fiato…è tutto così emozionante! 😀 la camera, poi, è molto carina, aspetto una foto della strada (tutte quelle casette mi fanno impazzire :P).
    Sarà sicuramente un’esperienza grandiosa, sono emozionata anch’io per te!XD

  4. E’ molto bello leggerti, perchè trasmetti sempre benissimo le emozioni! Anch’io ho letto tutto d’un fiato 🙂 La camera è davvero carina. Buone giornate 🙂

  5. beh, niente male però passare per una città eterna, “sospesa fra due mondi e due ere”, crocevia del mondo, come istanbul, per approdare a un nuovo periodo di vita negli states! buon inizio d’avventura.
    p.s. e sempre plausi al saggio bob!

  6. Buona avventura!! <3

    PS: Il problema dei cuscini da collo con le palline è che una volta provati non riesci a distaccartene…sono terribilmente comodi!!! Ma poi non mi entra in valigia e invidio quelli con quello gonfiabile!!! 🙂

    Gaia

  7. Aspetto una marea di dispacci!!!
    Sono così contenta che tu sia arrivata e che tutto (alla fine) sia andato bene!
    Ho letto che hai già iniziato a lavorare…grandissima!!!!!
    Filerà tutto liscio!
    …e facci sapere come fanno senza bidet! 😉

    • Speriamo dai! Per ora mi sto adattando! Ho mille cose da scrivere ma non trovo mai il tempo, sono super di corsa e i trasferimenti sono luuuuunghissimi. Ma arrivano presto altri dispacci, promesso!

  8. Ciao!
    Ho scoperto da poco il tuo blog e me ne sono innamorata, condividiamo la stessa passione per i viaggi. 🙂
    Ti auguro un enorme in bocca al lupo per questa tua avventura, ho vissuto anche io negli USA ed e’ stato il periodo piu’ bello della mia vita…spero lo sia anche per te!
    E continua a scrivere, mi raccomando! Leggero’ avidamente ogni tuo post.
    Un bacione, Giada.

    • Che bel commento Giada! Grazie 🙂
      Crepi il lupo, spero che anche per me sia così bello, per ora mi piace proprio tanto.
      Appena ho tempo scrivo, promesso!

  9. Io ti leggo e commento poco (non so se ricordi, sono quella col fratello emigrato in Ecuador), ma, ragazza, leggerti è sempre come leggere di un bel sogno, di fatiche che ripagano ed entusiasmo. Bello.
    E buona avventura: son stata a Frisco solo 4gg, ma l’ho adorata!!

    • Certo che mi ricordo! Grazie di questo commento ❤
      L’avventura sta andando molto bene e ho mille cose da scrivere, arrivano altri post molto presto, io aspetto i tuoi commenti però, eh! 😉

  10. Non ci conosciamo ma è da un po’ che leggo i tuoi post, che figata i cambiamenti! Io li adoro! Poi San Francisco è meravigliosa ^__^ Buona fortuna!!!

    • Allora grazie di aver commentato! So che non è facile commentare per la prima volta in un blog e lo apprezzo tantissimo (spero tanto che non sia l’unica). Benvenuta 🙂 Speriamo che questo cambiamento sia per il meglio!

  11. Mi unisco al coro dei “letto tutto d’un fiato!”
    Mi fai sempre morire dal ridere con il tuo modo di raccontare le cose..
    Che fatica questo viaggio, ma per la destinazione finale ne è valsa la pena!
    La camera sembra carinissima *.*

    ok, ricomincio a piangere 🙂

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