Dispacci dalla Silicon Valley #5: posti preferiti, supermercati peculiari e quello che mi manca

Questo è l’ultimo post della serie dei Dispacci.
Sono tornata a casa, quindi non è un vero e proprio dispaccio in real time. Però buona parte di questo post l’ho scritta in California quindi ho deciso che vale come dispaccio, per chiudere in bellezza.

Vi parlo di due cose serie e di una scema: del mio posto preferito a San Francisco, di quello che mi manca di tutta questa meravigliosa esperienza, e delle assurdità che si trovano nei supermercati americani.

Mi mancheranno questi dispacci, mi mancherà tutto di questo periodo, grazie di averlo vissuto insieme a me con questo entusiasmo felice.

Dispacci dalla Silicon Valley #5 posti preferiti, supermercati peculiari e quello che mi manca

Il mio posto preferito a San Francisco

Questo che vedete qui sotto è il mio posto preferito di San Francisco.
E quando in una città hai un posto preferito è fatta.
Sei fregato, è già un pezzo di cuore. E forse anche un pezzo di futuro.

Il mio posto preferito a San Francisco

Quando hai un posto preferito significa che hai un rifugio, significa che hai avuto abbastanza tempo per affezionartici, significa che i muri sono crollati ed è entrata la luce.

Significa che una strada, una piazza, un parchetto, non sono più soltanto una strada, una piazza o un parchetto.
Sono un po’ casa, anche se dall’altra parte del mondo.
E se un posto diventa un po’ casa poi quando te ne vai fa malissimo.
Io quella piazzetta me la sono legata con un elastico al cuore.
Lì per lì non mi sono nemmeno accorta di cosa stavo facendo. Ero felice di essere lì, felice di vivere quel momento, felice di legare quell’elastico.
Poi ho preso un aereo e ho viaggiato per 10mila chilometri in direzione opposta a quella piazzetta.
E l’elastico non si è spezzato, ha solo iniziato a tirare fortissimo.

Lo sento ogni volta che mi muovo, quell’elastico.
Ad ogni impercettibile movimento, a ogni respiro, a ogni pensiero, quell’elastico mi stringe il cuore.
E ogni volta che tira mi ricordo di quella piazzetta, in quel giorno di sole, con un sorriso luminoso, a San Francisco.

San Francisco è la città più bella del mondo

Il supermercato degli orrori a Menlo Park

Ma intervalliamo questo post bello intenso con un tema più scemo: la mia famosa e potentissima passione per i supermercati!

Anche questa volta ho esplorato tutti i supermercati del mio quartiere per scoprirne i prodotti più esagerati, ciccioni, chimici e ridicoli.
Al Safeway enorme dietro casa mia c’era di tutto, quindi ho dovuto selezionare con cura i pezzi migliori.
Girovagando tra le corsie labirintiche di quel luogo affascinante ho trovato alcuni pattern comuni tra i prodotti che più mi intrigavano.
Vediamoli.

[Cibi colorati con l’evidenziatore]

Ho scoperto che negli States un cibo per essere appetitoso deve essere colorato.
Più è colorato, più rasenta il fosforescente, meglio è.
Quello che in Italia può sembrare al limite dell’illegale per l’uso sconsiderato dei coloranti, qui è simpatico e goloso.

Vincitori della categoria “Cibi (ridicolmente) colorati con l’evidenziatore”:

  • Tortilla Chips Blu mare (ma biologiche!)
  • Torta arcobaleno che se la mangi fai luce per una settimana
  • Glasse in scatola per decorare le torte che Stabilo levati!

Tortilla chips blu Preparato per Torta arcobaleno Glassa colorata in barattolo

[Cibi a forma di cose o persone]

La forma dei cibi è un aspetto particolarmente apprezzato dai consumatori americani.
Più si avvicina alla figura umana è meglio è, non ho ben capito perché.
A me inquieta anche abbastanza, ma io sono limitata e banale, mangio i maccheroni a forma di maccheroni, figuriamoci.

Per la categoria “Cibi (inquietantemente) a forma di cose o persone” premiamo:

  • Zuppa con la pastina a forma di principesse Disney: chi non ha mai sognato di mangiare Cenerentola, Belle o Ariel?
  • Mac&Cheese in scatola a forma di Star Wars, Minions e Spongebob
  • Occhi di zucchero da appiccicare sui cibi per fare in modo che ti osservino mentre li mangi

La Zuppa delle principesse Mac&Cheese a forma di Start Wars, Minions e Spongebob Occhi di zucchero da mettere sui cibi

[Cibi inscatolati contro ogni logica e buon senso]

In America mettono in scatola anche mia nonna.
Pensate a una cosa che non ha senso inscatolare/surgelare/precuocere. Fatto?
Loro l’hanno già pensata prima di voi, l’hanno cacciata dentro una scatola e l’hanno piazzata al Safeway.

In questa categoria il vincitore è uno e assoluto, il cibo che per eccellenza va mangiato appena preparato e che comunque dopo cinque secondi perde consistenza e croccantezza. Ebbene sì, hanno inscatolato anche lui.
Rullo di tamburi, squillino le trombe.
Signore e signori, vi presento Gli Anelli Di Cipolla Fritti In Scatola:

Anelli di cipolla in scatola

Cosa mi manca della Silicon Valley

La Silicon Valley per me non è stato un viaggio, è stata una casa.

Ci ho vissuto un mese ed è stato sufficiente per capire che per me quel luogo è qualcosa di più di un luogo.
È un modello, è un’ispirazione, è un sogno, è un traguardo.
Ha cambiato la mia testa e i miei piani.

È un pezzo di mondo che si adatta perfettamente a come sono io oggi e a come voglio essere domani.
E non mi è mai capitato nella vita di trovare un incastro del genere.

Io sono fisicamente in Italia, ma la mia mente è là.

E della Silicon Valley mi manca tutto, ma alcune cose di più:

  • Gli eventi alla mattina presto per colazione che iniziano a farti girare le rotelline del cervello ad orari che consideravi appartenere alla giornata precedente
  • Oblivion di Aimee deBeer
  • Rose Avenue, la stradina più bella di sempre (vedi Dispacci dalla Silicon Valley #2: pancakes, quaderni nuovi e Rose Avenue)
  • La lezione sulle tecnologie esponenziali alla Singularity University
  • Le Eggs Benedict di Stacks
  • Le notti intere sul divano a sviluppare piani economico-finanziari
  • I polli di gomma che mi fanno essere una persona migliore
  • Il panino con i peperoni verdi e una montagna di cipolla del Safeway (che i peperoni verdi non mi piacciono nemmeno di solito)
  • Technicolour Beat degli Oh Wonder
  • La luce della nostra cucina a qualunque ora del giorno
  • Gli incontri stimolanti, di quelli che ti accendono il cervello e non te lo spengono per giorni
  • Il sole caldo insieme all’aria fresca
  • L’energia negli occhi delle persone
  • Le casine di legno di colori pastello con la staccionata bianca e le rose curate in giardino
  • Gli scoiattoli saltellanti
  • I pensieri positivi e if you can dream it you can do it
  • Uber che in 5 minuti viene a prenderti sotto casa
  • Il sushi di Niji Sushi a Mountain View
  • I pancake fatti in casa con i miei coinquilini la domenica mattina
  • La disponibilità disinteressata e completa delle persone, anche di quelle sconosciute
  • Svegliarmi ogni mattina con un sorriso gigante

Questo mese mi ha scombussolato la vita, ma sono felice e mi sento come se stessi costruendo a mano, uno a uno, i mattoncini dell’Irene futura.
E mi piace da morire.

Cosa mi manca della Silicon Valley Cosa mi manca della Silicon Valley

25 thoughts on “Dispacci dalla Silicon Valley #5: posti preferiti, supermercati peculiari e quello che mi manca

  1. Ciao Ire,
    Anche se non ho commentato sempre ho letto i tuoi dispacci nell’esatto momento in cui ho ricevuto la mail della loro pubblicazione, non vedevo l’ora di scoprire qualcosina in più di questo tuo fantastico viaggio!
    San Francisco é la città al mondo che preferisco insieme a Bangkok e se potessi mi ci trasferirei subito.. Si respira un’aria che dice tu sei il migliore e nessuno può fermarti.

    Ti auguro che l’Irene del futuro possa avere una bella casina in Rose Avenue con tanto di super giardinetto.

    Un bacione bella e bentornata a casa :*

    • Grazie cara, come sempre 🙂 L’Irene del presente è fortemente determinata nel far sì che l’Irene del futuro possa raggiungere quella casina in Rose Avenue!

  2. Ciao e ben tornata!! Ti avevo avvisata che saresti tornata e avresti patito di nostalgia acuta, non so se te lo ricordi, ma te l’avevo detto!! Purtroppo quando si torna in Italia, sembra di stare in un altro mondo. Raggiungere Rose Avenue non è e non sarà facile, a meno che tu non abbia degli appoggi o una professionalità che a “loro interessi catturare”, tuttavia io te lo auguro. Safeway non è male, ma anche Publix non scherza: non ti sei imbattuta negli agnolotti in scatola? Mi farebbe piacere incontrarti di persona per chiacchierare sugli USA se ti va mettiti in contatto con me tramite la mia mail. Nel frattempo, ora parto io, e mi sparo 45 giorni in America, e 10 giorni in Mexico. Keep in touch honey, . Kisses ‘n Hugs. Patrizia

    • Purtroppo hai ragione, la via per Rose Avenue è tutta in salita, ma la fortuna aiuta gli audaci, io ci credo molto, poi chissà. Comunque vada sono felice di aver trovato un posto così perfetto per me. Goditi il tuo viaggio, poi al ritorno mi racconti!

  3. Che belli i tuoi racconti Irene! 🙂 E grazie per i consiglli su Londra..utilissimi! Capisco bene l’elastico di cui parli, per me adesso è Londra 🙂

  4. Come lo capisco, quell’elastico.. io ne ho uno che mi lega a Dublino, e a volte tira così forte da spezzare il fiato!
    Ti auguro tanto che tu possa tornare dove l’elastico tira di meno 🙂

  5. Mi piace molto la metafora dell’elastico!
    E parlandone, io credo di averne moltissimi che mi tirano da tutte le parti, incluso uno, fortissimo, che nonostante tutto mi tira verso il posto dove vivo adesso.
    Chissà cosa potrebbe succedere se si spezzasse all’improvviso 🙂

    —Alex

  6. Che bello sentire parlare in questo modo!!!
    E’ un periodo un po’ così al lavoro, e sentirti dire ” if you can dream it you can do it”, e il tuo entusiamo, la tua voglia di fare…beh, mi fa venire in mente che davvero si possono fare un sacco di cose, e non sempre nel posto in cui si è sempre vissuti!!!
    Quindi grazie per questo post, e in bocca al lupo perchè tu possa tornare lì!!
    🙂

    • Io faccio spesso questo esercizio. Mi chiedo: se potessi fare qualunque cosa, cosa farei? Se avessi un desiderio per modificare la mia vita, cosa modificherei? E spesso mi trovo a desiderare cose non così impossibili, cose per cui non ho bisogno del genio della lampada, ma per cui può essere sufficiente rimboccarsi le maniche e lavorare sodo. Quando ti accorgi che i tuoi desideri sono realmente realizzabili c’è un momento di gioia estrema e terrore puro. Quando ti rendi conto che se vuoi, puoi, a quel punto la responsabilità della tua vita è tua e basta. Ci penso spesso in questi giorni.
      (Crepi il lupo e grazie per questo commento “pieno”)

  7. Farò outing: gli occhi di zucchero ce li ho anch’io! (e li ho comprati in via Santo Stefano, ehm)
    Come capisco la tua piazzetta legata con l’elastico 😉 Ce l’ho anch’io una piazzetta all’estero, che considero MIA e che -sono sicura- è lì che mi aspetta.
    Dal numero di “click” entusiasti che descrivevi ero sicura che saresti tornata con tanti pensieri nuovi per la testa, ed anche tanti progetti di vita. In bocca al lupo! if you can dream it, you can do it.

    • Nooooo gli occhi di zucchero che trasformano i biscotti in esseri viventi pronti ad essere sbranati!! Aiuto!! 😀
      Le nostre piazzette ci aspetteranno per sempre. Io la mia voglio andarla a trovare prima possibile 🙂

  8. Troppo simpatico questo post!!

    A proposito di cose assolutamente inutili, ho un debole per il donki a Tokyo.

    6piani pieni zeppi solo di oggetti assolutamente inutili.
    Aperto 24h, ovvio (son cose inutili..).

    Donqui è lo short di donquijote, viaggiatore andaluso dedito a sparare un sacco di panzane. Tipo le sue battaglie da solo contro un esercito, vinte da lui, ovvio. Peccato che i soldati in realtà erano pecore : ) e che ha rimediato un dente rotto (dal contadino proprietario delle pecore, infuriato da questo pazzo che le faceva scappare rincoreendole)

    in tutti gki oggetti del donqui c’è parecchia sottile ironia, made in japan. A me prima sconosciuta. Difficile da spiegare. Ma divertente.

    Devo ammettere che Adesso che ce l ho, mi è difficile separarmi dal mio sbucciarance a forma di becco di usignolo. (Ma come ho fatto a vivere prima??! :)))
    Vuoi mettere la penna da aereo?? Non ho ancora capito perche è da aereo, ma tant è. ogni volta che la vedo sorrido (forse serve a ridere in aereo?)

    E le pillole che non fanno dimagrire ma tolgono i sensi di colpa per il cibo? : )
    (Hanno anche un sito in inglese dove si possono ordinare da oltreoceano gli oggetti che sono sugli scaffali e ritirarli solo lì !!! : )

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