Tra due settimane precise partirò per dieci giorni sui monti e nella natura, in tenda.
Saranno dieci giorni staccati dal mondo (e da internet) con tutto quello che mi serve dentro lo zaino: sacco a pelo, stuoino, tenda, cibo, fornellino, pochi vestiti e una gran voglia di avventura.
(Tornerò il 10 agosto, la sera tardi, e l’11 mattina partirò per il Vietnam. Rilassanti queste ferie!)
E questa era la prima premessa al post
La seconda premessa è che da qualche mese sto scrivendo pezzettini di esperienze in campeggio/in tenda e mi sto divertendo un bel po’.
Vi spiego.
All’inizio dell’anno mi ha contattato ECVacanze e mi ha detto “Cara Irene, visto che ti piace così tanto campeggiare e impazzire per montare una tenda, ti va di scrivere 12 pezzettini per noi su quello-che-ti-pare-basta-che-abbia-a-che-fare-con-il-campeggio? Te li scrivi e li pubblichi sulla tua Pagina Facebook, del resto carta bianca”.
Io ovviamente mi sono gasata perché avere carta bianca mi piace molto e ho iniziato a scrivere quelle che poi sono diventate su Facebook le #CampingPills. Mi sono proprio divertita a scriverle. E poi ho deciso di aggiungerci anche delle foto anche se all’inizio non era previsto: i post su Facebook mi piacciono di più con le foto!
Poi a un certo punto mi sono accorta che questi post sono così bellini che è un peccato che si perdano nello stream di Facebook.
Quindi, avendo carta bianca (e visto poi che la collaborazione riguardava solo Facebook), ho deciso di raccoglierli in due post e di pubblicarli anche qui. Anarchia!
Insomma, spero che via piacciano.
Sono pensieri più o meno organizzati, dai miei ricordi in campeggio, al com’è svegliarsi la mattina dentro una tenda, fino alle cotte in tenera età per i bimbi olandesi.
E tra due settimane riprendo su la tenda e me ne vado su per i monti, non vedo l’ora.
***
Il mio primo ricordo in campeggio
Ho iniziato ad andare in campeggio ancora prima di saper parlare. I miei genitori mi facevano girare l’Italia da un campeggio all’altro, con la nostra roulotte super attrezzata.
Il primo ricordo che ho del campeggio è bellissimo: eravamo a Pineto, in Abruzzo, ero piccolissima, avevamo la roulotte in una piazzola vicino alla spiaggia, sotto l’ombra dei pini marittimi. C’era solo una rete a dividerci dalla sabbia e poi dal mare.
Io ero minuscola e mia mamma mi faceva il bagno in una bacinella rossa. La riempiva di acqua calda, la appoggiava agli stuoini davanti alla roulotte, sotto la veranda, e mi faceva il bagno dentro la bacinella rossa, quella che di solito si usa per lavare i panni. Io la guardavo da dentro la bacinella che mi sembrava grandissima. Ed ero al centro del mondo.
È da lì che ho iniziato ad amare il campeggio, luogo di esperienze bellissime e ricordi indelebili.
***
Tutte le cose che amo del campeggio e una che invece no
Cose che amo del campeggio:
- I tempi rilassati
- La cordialità delle persone
- L’ombra dei pini marittimi
- Girare in bicicletta tra le stradine del campeggio
- Sentirsi dentro a un microcosmo sicuro e genuino
- Stare sempre in ciabatte
- Fare colazione in veranda tutti insieme
- Sentire parlare tante lingue diverse, tutte con toni allegri
- Dimenticarsi delle automobili per una settimana
- Riscoprire gli oggetti: la moka, le carte da gioco, carta e penna, il sapone da bucato.
Una, fondamentale, cosa che odio:
- Svegliarsi la mattina in tenda, con il sole già alto che picchia e scalda, dentro al sacco a pelo caldissimo, con l’aria bollente. Un forno.
Ultima cosa che amo:
- Uscire fuori quando dentro è caldissimo e respirare l’aria della mattina a pieni polmoni.
***
Tanti piccoli Indiana Jones si aggirano tra i pini
Il campeggio per i bimbi è un’avventura. Io mi sentivo un incrocio tra Indiana Jones, 007 e Mowgli. Per me ogni cosa era una missione.
“Andresti a riempire le taniche?” “Certo!”
E partivo con le taniche (piccolissime in realtà) in una foresta di pini marittimi cercando la via più breve per raggiungere il rubinetto. Attraversavo piazzole di tedeschi in sandalo e calzino, schivavo bambini con biciclette a tutta birra, superavo in tutta fretta famiglie con ombrelloni colorati e teli da spiaggia. Una volta raggiunto il rubinetto riempivo le taniche con la massima attenzione, cercando di arrivare fino all’orlo senza farne uscire neanche una goccia. Una precisione millimetrica. E poi via di corsa, che il tempo è prezioso e la missione è quasi completata. Schiva l’ombrellone, salta la bicicletta, scavalca il tedesco.
“Eccomi mamma con le taniche pienissime!”
“Ottimo lavoro, mi servivano proprio ora, hai fatto prestissimo.”
Sorrisi a ventimila denti che neanche Indiana Jones col Santo Graal. Che soddisfazioni.
***
Guida pratica alla scelta della piazzola in campeggio – Parte 1
La parte 1 è dedicata alla tenda, la parte 2 sarà dedicata alla scelta di bungalow/casetta/capanna (tutto quello che non è tenda).
La scelta della piazzola per un campeggiatore in tenda è STRATEGICA.
Ecco i 5 consigli fondamentali per la vostra scelta:
- Sceglietela in ombra, soprattutto alla mattina: vi salverà la vita e l’umore non dovervi svegliare con 50° dentro la tenda
- Sceglietela senza sassi o buche: una settimana di sonno incuneati su un sasso è una tortura, non una vacanza
- Sceglietela laterale, non incastrata in mezzo alle altre: eviterete di essere scavalcati da altri campeggiatori (spesso carichi di pentole lavate o ombrelloni insabbiati)
- Sceglietela tra due alberi: potrete stenderci un filo per il bucato, un’amaca o far lavorare la vostra creatività
- Sceglietela vicina ai bagni!
***
Guida pratica alla scelta della piazzola in campeggio – Parte 2
Seconda parte sul delicatissimo tema della scelta del posto in campeggio. La volta scorsa abbiamo parlato della piazzola per la tenda. Oggi parliamo della scelta di bungalow/casetta/capanna.
Come la volta scorsa ci vuole una premessa doverosa: questa scelta è la più importante che farete in tutto il vostro soggiorno, è STRATEGICA.
Ecco i 5 consigli fondamentali per la vostra scelta:
- Sceglietela in ombra, soprattutto alla mattina
- Sceglietela vicina al centro del campeggio, non sarete felici di fare i chilometri a piedi per raggiungere il supermercato o il bar
- Sceglietela vicino a delle persone simpatiche, non troppo chiacchierone o invadenti, ma sorridenti
- Sceglietela spaziosa -ovviamente in base al budget – ma date importanza allo spazio: vi mancherà dopo una settimana di spostamenti stile Tetris
- Cercate un dettaglio che vi metta di buon umore (ad esempio io quando sono stata al Camping Fabulous avevo i gerani rossi in veranda, mi alzavo allegra ogni mattina)
***
Campeggio, camping, campamento, kemping, κατασκήνωση – sull’interculturalità e su quella volta che mi sono presa una cotta per un bimbo olandese conosciuto nella piscina del campeggio
Il campeggio è un piccolo mondo a sé. Si parlano tutte le lingue e tutti i dialetti: ci sono le C aspirate dei toscani, le K dure dei tedeschi, le SC accentuate dei romagnoli, le R frizzanti dei francesi, le vocali apèrte e sguaiate dei milanesi, le U continue dei sardi, le cantilene ipnotiche degli inglesi.
Si sente sempre chiacchierare e non sempre si capiscono le parole.
Si cucina a tutte le ore: gli inglesi cenano alle sei, i pugliesi vanno avanti fino a mezzanotte tra brindisi e chiacchiere.
Si incontrano culture e tradizioni, si mischiano, si scoprono.
Molti anni fa, da piccolina, stavo facendo il bagno nella piscina del campeggio, nell’acqua bassa, senza materassini o splendidi coccodrilli gonfiabili. Una testolina bionda mi venne incontro con due salvagenti colorati: una tartaruga e una specie di minipony. Senza parlare mi fece segno di sceglierne uno. Voleva giocare con me, chissà perché proprio con me. Era straniero, forse tedesco, probabilmente olandese. Scelsi il minipony. Giocammo tutto il giorno divertendoci come matti senza capire una parola l’uno dell’altra.
Alle 19 ero cotta a puntino, me lo ricordo ancora.
Ecco un tipo di vacanza che non mi attira per niente: piazzare la tenda oppure parcheggiare la roulotte\camper per una stagione intera nel solito posto, per non parlare di chi affitta la stessa piazzola anno dopo anno.
Capisco la differenza dei costi rispetto a farsi la casa al mare\montagna\lago etc. e capisco che a moltissime persone piaccia così ma per favore non chiamatemelo “campeggiare”.
Ben altra cosa a mio parere è spostarsi con camper roulotte o tenda da un campeggio all’altro mentre si visita una regione anche se francamente non l’ho mai fatto, probabilmente per pigrizia.
Mi affascina di più ma confesso che non ho il “coraggio” di affrontarlo, il campeggio “selvaggio”; chissà, magari un giorno… 😉
—Alex
Io li ho provati tutti: campeggio classico, camper, roulotte e poi ogni anno mi carico la tenda nello zaino e vado a campeggiare in natura, lungo un percorso di trekking in montagna, spostando la tenda ogni giorno. E ti dirò che tutti sono stradivertenti. Il campeggio fisso ti fa risparmiare un bel po’ di soldi e ti va vivere in un microcosmo che è da solo un’esperienza. Il campeggiare in natura (dove è possibile piantare la tenda) invece è proprio bellissimo, è avventura pura.
Appunto, se dovessi mai “buttarmi” sceglierei la seconda modalità! (anche perché adoro il trekking)
—Alex
Non ho mai fatto week-end o viaggi in tenda, forse perchè nella mia famiglia nessuno li ha mai fatti (anche se a dire la verità nessuno ha mai viaggiato quanto me se la mettiamo sul piano famiglia).. Però da come lo descrivi tu sembra essere bellissimo *-*
Per me è molto bello perché ti permette di vivere i luoghi in maniera diversa: dormire sotto una pineta al mare o sull’erbetta verde in montagna è un’emozione che consiglio a tutti.
Poi c’è il fattore costi che calano notevolmente e ogni tanto ci sta (noi ad esempio abbiamo fatto il viaggio di maturità in tenda per risparmiare)!
È l’unico tipo di vacanza che non mi piace per nulla. O meglio, mi piacerebbe la tenda se significasse “spostarsi ogni due/tre giorni in un luogo diverso”.. Sono stata due settimane in tenda sempre nello stesso camping e non credo lo rifarò 😀
Ti dirò, io sono abituata a spostare la tenda ogni giorno ed è una bella palla! Rimanere più a lungo in un posto non sarebbe male dal punto di vista della comodità: riesci anche a goderti di più tutto il resto.
Quando fai trekking sei obbligato a spostarla ogni giorno perché la tua “casa” ti deve seguire (tipo una lumachina), ma è molto pesante, avventuroso ma pesante.
La vacanza in campeggio è tutt’altro, ma quando dormi proprio accanto alla spiaggia con il rumore del mare in sottofondo è impagabile.
“Il campeggio per i bimbi è un’avventura”
Io ho un paio di piccole cicatrici sul braccio sinistro, a ricordare di una scivolata, mentre costruivamo, con gli amici, una capanna in un posto impossibile del campeggio (scosceso e pieno di rovi). Che ricordi…
Io in campeggio mi sentivo Indiana Jones anche quando andavo a lavare le pentole 🙂
Io ho campeggiato sia in tenda che nel più comodo bungalow. Lo trovo un modo economico e “avventuroso” per passare le vacanze, quindi non escludo che in futuro possa ripetere l’esperienza. Sperando sempre che non piova 🙂
Quando piove io ODIO la tenda! Se si bagna qualcosa non si asciugherà mai più. Un incubo!
Io mi sono sciolta per quella pupattola dentro la bacinella rossa: M E R A V I G L I O S A
elisa
Non sono mica cresciuta poi molto 😀 E la faccia è la stessa!
Ho fatto la prima esperienza in campeggio proprio questo fine settimana, in un bungalow, con una bimba di un anno e una coppia di amici…eravamo un po’ strettini ma ci siamo divertiti un sacco, basta solo organizzarsi un po’ e sapersi adattare…certo forse non passerei le mie vacanze così, soprattutto per gli spazi ristretti…ma per un paio di giorni va più che bene, e anche la piccola si è divertita un sacco a salire e scendere dalle scalette dell’entrata e a nascondersi in ogni angolo del bungalow! La prossima volta ci attrezziamo anche noi con una vaschetta come la tua per farle il bagnetto!!!
Ahah! Bellina! Il bagno nella bacinella è uno dei ricordi più teneri dell’infanzia.
(E per sciacquarmi la testa mia mamma usava una coppetta vuota della Coppa del Nonno!)
Bellissimo!!!! anch’io nella bacinella a due anni!!!!!
Ahah! Mitiche le mamme di una volta!