Stupore.
A Marsiglia mi sono stupita in continuazione.
Me l’aspettavo diversa, nel bene e nel male.
Mi ero immaginata una città francese, un po’ freddina e distaccata, un po’ snob come tutte le città della Provenza, molto curata come tutte le città francesi.
Ma proprio per niente, neanche alla lontana.
Marsiglia è una città mediterranea e profondamente multiculturale, energica, potente, puzzolente, colorata, un po’ sporca, che di francese ha solo l’architettura.
Marsiglia si sviluppa tutta attorno al porto, sa di mare, di sale e di pesce.
L’aria è bagnata e salata, si appiccica sulla pelle, nei capelli, entra nei polmoni e ti sveglia.
Il vento tira forte, sempre.
Prende gli odori e li porta lungo le stradine della città, quelle con i muri scrostati e l’asfalto sempre bagnato.
A Marsiglia ci sono tutte le facce del mondo e pochi francesi.
E anche i francesi che ci sono non hanno la faccia da francesi. E nemmeno i modi.
Le culture si incontrano e gli odori si mischiano: dalle case e dai ristoranti escono profumi di spezie e paesi lontani.
Cumino, cannella, curry, curcuma.
Per riuscire a trovare una Quiche Lorraine ho dovuto girare tre café diversi.
Ed era comunque un po’ speziata.
La periferia è povera e molto degradata: palazzoni enormi e decadenti riempiono ogni spazio vuoto.
Anche molte zone del centro sono state lasciate a sé stesse.
Diverse grandi industrie marsigliesi sono fallite e hanno lasciato dietro di sé immensi spazi vuoti e tanta disoccupazione e povertà.
Per lavoro sono stata a La Friche de la Belle de Mai, un’ex fabbrica di tabacco di migliaia di metri quadrati che è stata trasformata in un complesso culturale e che oggi ospita mostre, concerti, studi televisivi, uno skate park, un ristorante, un incubatore di startup creative, per un totale di circa 170 realtà e associazioni diverse.
Poi c’è il centro e il quartiere del Panier, il più provenzale e francese, ma sempre con l’aria menefreghista marsigliese.
Casine pastello, viottoli ciottolati che si arrampicano in salita, piazzettine soleggiate piene di café dalle sedie colorate.
Negozi di sapone che profumano le strade, ristorantini con i tavoli sparsi nelle vie, tantissimi bambini che giocano con i genitori che li chiamano dalle finestre in tutte le lingue, urlando fortissimo.
È il bon-ton provenzale che si interseca con il caos mediterraneo.
È una città tosta Marsiglia.
Cruda, vibrante, colorata, salata, puzzolente, rumorosa, vera.
Un incrocio e incontro di culture unico.
Passeggiando e perdendosi tra i quartieri si passa dalla Francia, al Marocco, alla Turchia, all’India, all’Italia.
Andateci senza aspettarvi niente, pagina bianca, fate le spugne.
Sarà un’esperienza pazzesca.
ancora una volta, mi ritrovo in ogni parola. e che belle le foto.
Ed è un piacere ritrovarti nei commenti. Grazie.
Vedi strane le aspettative.
Io non mi sarei aspettato niente di diverso da quello che hai descritto 😉
—Alex
Invece per me è stato proprio strano trovare un luogo così diverso da quello che avevo in mente. Molto bello però.
Concordo che sia molto bello!
Chissà perché per me è stato diverso; forse perché ho già l’esperienza di francesi atipici (gli alsaziani)
—Alex
Sai che ci sono sempre passata ma mai fermata? Forse perché avevo un po’ l’idea tua.. mi dovrò ricredere! 😀 Io adoro le tue foto. Ok. L’ho ridetto!
Ahah! Che carina! Come città merita, ma non più di un paio di giorni secondo me..
Io ci ho vissuto sei mesi per lavoro e l’ho trovata bellissima nella sua multiculturalità. E sinceramente ho dovuto mettere da parte tutti i “pregiudizi” che avevo prima di partire. Come mi disse una ragazza conosciuta lì : Marsiglia, o la odi o l’ami. Io l’ho amata e ci ritornerei. Da visitare assolutamente.
Sembra anche molto più “vera” rispetto, per esempio, ad una Parigi 🙂 no?
Questo sì, non è per niente artefatta. Però Parigi è più bella, niente da fare!
Bella la tua descrizione. Avevo già voglia di passare qualche giorno a Marsiglia, ora ancora di più 🙂
Cecilia
Bravissima! Poi fammi sapere se ti è piaciuta! 🙂