Travel Horror Story: il Prescott Hotel di Boston

Boston, un pomeriggio di ottobre.

Quattro amici, un road trip, una jeep, un hotel da trovare a Boston.

Quello che leggerete di seguito è la trascrizione parola per parola dalla mia Moleskine.
Un filo sottile tra il terrore e una candid camera.

 Travel Blogging

Arriviamo a Boston e cominciamo a chiedere in giro per cercare da dormire. Non c’è neanche una camera nel giro di decine di chilometri (per colpa di una maledetta fiera).
Vediamo sulla guida che è segnalato questo hotel a School Street Everett Boston, in cui non eravamo ancora stati. Impostiamo School Street sul navigatore e ci troviamo nel centro spaccato di Boston.
Dell’hotel non c’è traccia.
Massimo scende dalla jeep e comincia a chiedere in giro per 10 minuti buoni e nessuno sembra conoscere questo hotel. Dopo un po’ di tempo e qualche controllo su internet ci accorgiamo che il navigatore si è sbagliato: dovevamo andare alla School Street di Everett, un paesino a qualche chilometro da Boston, vicino a Cambridge.

Arriviamo, il posto sembra una scuola media trasformata in un ostello. È pieno. Fa un po’ di telefonate e ci indica un altro hotel, sempre a Everett, che ha posto: il Prescott Hotel, in Church Street.

Raggiungiamo Church Street e già lo scenario da film horror inizia a prendere forma: via semibuia, lampione intermittente, e il Prescott Hotel.
L’hotel è già da fuori un posto assurdo, che a parole non rende: classica casa su più piani americana con veranda, tutta di legno dipinto di grigio, in veranda ci sono poltrone vecchie e rotte una ammassata sull’altra e… un pianoforte impolverato. 

Entriamo.
Alla reception non c’è nessuno, l’albergo sembra deserto.
Sul bancone un busto di Elvis colorato con una croce attorno al collo, in giro degli addobbi di Halloween, sul muro uno specchio rotto e un calendario del 1970.
Proviamo a chiamare qualcuno “Hello, is there anybody here?
C’è una scala che scende al piano di sotto da cui si sentono delle voci. Mandiamo i due uomini in esplorazione.
Tornano su dopo un minuto terrorizzati: “c’è una tv accesa che parla da sola e delle porte sbarrate dalle sedie.
Ok, andiamocene.

Proprio mentre stiamo uscendo esce un ragazzo dai sedili posteriori della macchina che è parcheggiata davanti all’hotel da quando siamo arrivati.
È il gestore dell’albergo, palestrato, con una canottiera bianca e numerose collane.
Ed era sempre stato dentro la macchina.

Guarda caso al Prescott Hotel c’è posto.
Ci accompagna a vedere una camera con carta da parati a fiori e quattro letti da ospedale. 
Usciamo per consultarci sul da farsi. Mentre stiamo parlando un tipo esce dall’hotel e si ferma sulla veranda. Ci avviciniamo per chiedergli informazioni e lui inizia a correre a gambe levate lungo Church Street.
Ok, non la prendiamo.

Decidiamo di andargli a dire che non ci interessa.
I due uomini non hanno nessuna intenzione di rientrare quindi mandano noi e ci aspettano in macchina.
Cuor di leone.

Entriamo dentro a dirgli che non vogliamo la stanza e nella hall non c’è più nessuno, c’è solo un gatto nero che sembra avere tre zampe.
Siamo scappati a gambe levate con i due uomini che si cagavano sotto!

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19 thoughts on “Travel Horror Story: il Prescott Hotel di Boston

      • ecco, volevo proprio farti la stessa domanda di Silvia!
        Oddio! Poveretti!
        Credo che per il tour prenderò in considerazione il tuo consiglio: prenotare in anticipo.
        Comunque troppo forte sta storia! 😀

        • Noi facevamo gli avventurieri “vedrai che non c’è problema a prendere una camera lì per lì!”
          Non ti dico in che bettole di motel abbiamo dormito!

  1. Da una recensione:
    “The hotel is obviously a place to stay for the local homeless,elderly or those with financial problems. It wasnt a comfortable environment, and wasnt helped by the shabby decoration, and broken mirrors (heled together with sellotape) we wont be returning and we would urge others not to bother as it is a fair distance from Boston anyway. ”

    Mancava solo un suono di sega elettrica (come sentii una volta a Milwaukee), ed il quadro era completo.

  2. OH mamma… che bei momenti! Sarebbe stato l’inizio di un film horror di successo… C’è solo da cercargli un titolo!

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