Lione: gli alberi di Monet, i passaggi segreti e le vite dall’alto

Lione era proprio una di quelle città che non mi attiravano per niente.
Quando mio babbo quest’estate l’ha proposta come una delle tappe del nostro road trip francese non ero particolarmente esaltata, mi ispiravano di più i paesini della Provenza.
Ma il suo piano diabolico era quello di raggiungere Bordeaux nel minor tempo possibile per far incetta di vino.
Lione sarebbe stata la nostra prima tappa. Nessuna di noi avrebbe avuto voce in capitolo.
Lione sia.

Viaggiare insegna veramente che i pregiudizi sono stupidi.
Lione è bellissima.
La città più bella che abbiamo visto in tutto il viaggio.
E mi ha fatto pensare, mi ha fatto sognare, mi ha fatto addirittura studiare.

i café di lione con la luce degli alberi di monet

Vieux Lyon. La Vecchia Lione. Oltrepassi il Rodano e la trovi lì: così francese, così dolce, senza spocchia. Tutti i colori sono caldi e a pastello. Anche la luce sembra colorata a matita. Quando ci sono stata io il cielo era azzurro e il sole scaldava senza dare fastidio. Settembre è un mese meraviglioso per viaggiare.
Le stradine, tutte ciottolate, sono un susseguirsi di café, librerie, bouchon, enoteche e negozietti di arredamento.
Ad ogni svolta c’è una piazzettina, quadrata di solito, con quegli splendidi alberi che non so come si chiamino ma che fanno un effetto luce-ombra da quadro di Monet.

vieux lyon, particolari

 

traboules. Sono passaggi segreti tra un palazzo e l’altro. Entri da un portone completamente anonimo e attraversi interi isolati della città sbucando dalla parte opposta.
Mi hanno così intrigato che sono andata a cercare tutte le informazioni possibili sui traboules, ho studiato tutto. Questi passaggi venivano utilizzati dai tessitori di seta nell’800 sia per trasportare i materiali che per muoversi agilmente durante le rivolte, poi furono sfruttati dai partigiani della Resistenza Francese durante la Seconda Guerra Mondiale.
Oggi, pur attraversando proprietà private, circa una quarantina di traboules sono aperti al pubblico.
Sono luoghi particolari: sono intriganti, segreti, intimi, storici.
Respiri l’umidità e cammini in silenzio, guardando i muri e seguendo il percorso.
Ti immagini storie, vite, ansie, corse sfrenate, paure fortissime, silenzi di tomba con il groppo in gola. Chissà cos’hanno visto questi traboules. Chissà chi hanno protetto. Chissà chi hanno salvato.
Oggi per entrarci basta suonare un campanello (o addirittura a volte i portoni sono aperti) e infilarsi in androni, scale, cortili, fino ad arrivare al portone che riporta all’esterno, tra le stradine ciottolate di Vieux Lyon. Per le strade di Lione si vedono turisti un po’ intimiditi che spingono pesanti portoni con due dita aprendone solo uno spiraglio senza sapere ancora se entrare o no. Si affacciano dentro allungando il collo, si lanciano sguardi esitanti, si convincono a vicenda, e alla fine entrano, sparendo dentro a un traboule che li restituirà alla città qualche strada più avanti.

i traboules di lione, passaggi segreti tra i palazzi

 

La penisola tra i due fiumi, la Presqu’Île. È un luogo che mi affascina, che mi parla, come se fosse una coincidenza speciale che due fiumi così grandi abbiano deciso di incontrarsi proprio lì per diventare un fiume solo, formando una penisola perfetta per costruirci il centro vitale di una città così bella.
Il Rodano e la Saona si sono messi d’accordo. Hanno deciso di incontrarsi lì per regalare a Lione ben quattro lungofiume. Quattro lunghissime passeggiate sull’acqua all’ombra degli alberi di Monet (c’è un alberologo che possa aiutarmi?).
La Presqu’Île è proprio il centro di Lione: quello dove si passeggia, si fa shopping, si mangia, ci si svaga. Quello vivo. Da non perdere la passeggiata da Place des Terraux a Place Bellecour, che tra l’altro sono due piazze maestose e magnifiche.

place bellecour

Place Bellecour

 

La collina di Fourvière. Da qui si vede tutta Lione. Si raggiunge con la funicolare che si arrampica sul pendio, lentamente, portando i suoi passeggeri fino alla cima della città. La Basilica che incontrate lassù è così bianca che risplende.
Si vedono tutti i tetti, tutti gli alberi, tutte le casine.
Mi piace da matti vedere le città dall’alto: quante persone si comprendono in un unico sguardo, quante vite? Contemporaneamente sotto i nostri piedi e i nostri occhi ci sono così tante storie che si stanno svolgendo e noi non possiamo saperlo. Guardiamo quella distesa di casine che sembrano minuscole sapendo che dentro ognuna c’è qualcuno che sta vivendo la sua storia. Come mi affascina questa cosa, ci penso sempre, un giorno ci farò un post perché sto già divagando.

collina di fourvière

 

bouchons lyonnais. Cibo. Ciccione e molto buono. Bello rustico. Attenti a non farvi fregare dai classici trappoloni per turisti. Lione è considerata la capitale gastronomica della Francia quindi potete sbizzarrirvi. Ha tantissimi piatti tipici e se siete curiosi come me avrete l’imbarazzo della scelta. Salade lyonnaise (insalata verde con uovo in camicia, pancetta e crostini), Zuppa di cipolla gratinata (da provare, rigorosamente con la crosticina sopra!), Gateaux de foies de volaille (sformato di fegatini di pollo, buonone!). Poi ancora Boudin aux pommes (sanguinaccio con le mele), Andouillette (una salsiccia fatta con le interiora del maiale) e tanta tantissima Trippa (piatto che io detesto)!
E se ne avete già abbastanza di tutta questa pesantezza io vi consiglio una bella crêpe salata (e poi anche una dolce, via).
Poi ve ne andrete da Lione grassi come dei tordi, ma così soddisfatti!

bouchon, ristoranti e piatti tipici a lione

19 thoughts on “Lione: gli alberi di Monet, i passaggi segreti e le vite dall’alto

  1. Ciao! Non ci conosciamo. Mi ha segnalato questo post un’amica. Grazie di questo racconto. Lione è proprio così. Ci ho vissuto sei mesi e ne ho un ricordo splendido. Ti segnalo la canzone L’angelo di Lyon di De Gregori. A me ha reso sufficientemente bene la magia di certe atmosfere!
    Ti seguirò nei prossimi viaggi!

    • Bellissima questa canzone! Grazie Diletta, non la conoscevo. L’ho ascoltata a ripetizione, mi piace un sacco, in particolare:
      “…e ad occhi chiusi sognò quei due fiumi, il Rodano e la Saône, simbolo eterno delle due anime maschio e femmina di Lyon.”

      • Vero!!!
        Piccola coincidenza: ho scoperto proprio oggi il tuo blog e ho visto che eri a Trento. Io vivo qui da qualche mese e mi ha fatto molto piacere leggerti in questa bella cittadina!

  2. Lione è davvero un posto magico anche se questo non è chiaro a tutti. Ho scelto di vederla per la prima volta non in occasione della festa delle luci, per vedere la Lione vera, quotidiana, meno turistica. Era un momento particolare per me e questa città mi ha riconciliata con la vita. Ci sono ritornata e ci vivrei volentieri.

    • È incredibile vedere quante persone siano innamorate di Lione. Io prima di vederla non l’avevo presa minimamente in considerazione, invece è speciale.

  3. Grazieeeee!!! Sono stata a Lione per le vacanze Pasquali dopo aver letto del tuo viaggio nel 2014. E’ proprio come tu l’hai descritta. Ne’ mio marito nè mio figlio avrebbero voluto andarci ma li ho convinti e si sono piacevolmente ricreduti. Tra l’altro siamo anche noi di Bologna….

    • Che bello Elena, sono proprio contenta! Anch’io all’inizio ero un po’ scettica, invece è davvero un gioiellino sottovalutato 🙂

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