Napoli è la città su cui ho sentito i pareri più discordanti.
C’è chi la ama senza riserve, chi la considera un posto allucinante.
Chi ci respira la vita pura, chi ci respira la disperazione.
Chi ci vive poi la ama e la odia, fortissimo, contemporaneamente.
Mia mamma me ne ha sempre parlato col sorriso e con parole molto dolci per quel calzolaio, quello scarparo, che le aggiustò un tacco senza farle pagare nulla, solo per gentilezza. “Non voglio niente, si porti Napoli nel cuore, così sa che a Napoli non ci stanno solo mariuoli“.
Io non c’ero mai stata.
Mi ha colpito tantissimo, mi hanno affascinato i suoi contrasti più di ogni altra cosa.
Tornando a casa da Napoli, sul treno velocissimo che ci riportava a nord, ho letto Storia di Irene, l’ultimo libro di Erri De Luca. Ad un certo punto parlava della sua Napoli, e ne parlava nello stesso modo un cui l’ho vista io:
Dicevo, i contrasti.
Tutto a Napoli convive: la grande eleganza, la raffinatezza, la povertà, la sensazione costante di poca sicurezza, la superstizione, la gentilezza, la trascuratezza, il calcio, i sorrisi, gli sguardi sospettosi, l’orgoglio, la sfacciataggine, la disponibilità, il folklore, l’arte, la superiorità, la galanteria, la bellezza.
Camminare lungo tutta Spaccanapoli, piena di vita e di Napoli, in fondo girare a sinistra nella bella via Toledo, passeggiare voltandosi a destra di tanto in tanto per spiare tra i vicoli che si arrampicano su nei Quartieri Spagnoli. C’è tutto. Tutte le anime.
A Napoli vedi tutto il mondo.
Ho pensato che mi piacerebbe raccontarvi Napoli attraverso tutte le sue personalità e attraverso tutte le diverse parole che nel tempo l’hanno descritta.
E attraverso le mie foto, che ho scelto di fare solo con l’iPhone perché volevo che fossero spontanee, immediate.
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