Nella mia famiglia c’è un rito a cui sono molto affezionata: ogni anno, più o meno verso la fine di ottobre, io, mia mamma e mia sorella (e ogni tanto anche mia cugina) ce ne andiamo qualche giorno a Londra, lasciando a casa mariti e morosi.
Siamo tornate 2 giorni fa, con un’esperienza assurda che merita un post: il Sing-a-Long-a.
Ora vi racconto.
Nella foto angolini belli di Londra: il tramonto su Paddington, le porticine Notting Hill, il Camden Lock dopo la tempesta.
La storia inizia un anno fa: per il compleanno di mia mamma io e mia sorella le avevamo regalato i biglietti per andare a vedere il musical Mamma Mia! al Novello Theatre di Londra. È stata un’esperienza esaltante, indimenticabile.
Quest’anno, visto l’entusiasmo dell’anno scorso, volevamo regalarle i biglietti per un altro musical. Una sera mi sono messa a spulciare un po’ le offerte per gli spettacoli: Billy Elliot, Wicked, The Lion King, Sing-a-Long-a The Sound of Music… Beh?
The Sound of Music è il titolo originale di Tutti insieme appassionatamente, uno dei miei film preferiti che da piccola guardavo e riguardavo in loop cantando tutte le canzoni insieme a Julie Andrews.
Clicco per saperne di più su questo Sing-a-Long-a e mi si apre un mondo.
Inizio a saltare da un sito all’altro cercando di capirci qualcosa, dopo qualche minuto di perplessità mi si rivela in tutta la sua follia il concetto di Sing-a-Long-a: ci si ritrova in un cinema tutti vestiti a tema in base al film proiettato, il presentatore fa un po’ di gag, si premia il vestito migliore, e poi tutti insieme si guarda il film cantando a squarciagola le canzoni che sono sottotitolate tipo karaoke.
Tutto questo in UK, patria della morigeratezza e dell’aplomb, ma anche della birra alle 18 a stomaco vuoto e dei Sing-a-Long-a.
Potevo quindi farmi scappare un’occasione del genere? Non potevo.
E così venerdì 25 ottobre alle 19 o’ clock ci presentiamo davanti al Prince Charles Theatre di Leicester Square con un misto di eccitazione e titubanza.
“Saremo nel posto giusto?” ci stavamo chiedendo, prima di essere superate da dieci inglesi giunoniche (e come minimo alla terza Guinness) vestite da suore.
Un po’ alla volta arrivano tutti: ci sono i bimbi vestiti tutti uguali con la fantasia delle tende di casa Von Trapp, i nazisti supercattivi, le baronesse ingioiellate, gli austriaci in salopette e calzettoni, eserciti di suore alticce. Ci sono perfino uomini vestiti da suore, di una bruttezza rara.
Il cinema è carino, un po’ vintage, completamente ristrutturato. Raggiungiamo i nostri posti dove troviamo una busta con degli strani gadget. Il presentatore (vestito da donna – dev’essere un vizio) ci spiega il contenuto della busta: sono tutti oggetti da utilizzare durante la serata, per interagire con il film.
Ci sono delle immagini da sfoderare durante alcuni pezzi della canzone How do you solve a problem like Maria?, un pezzetto di stoffa da sventolare sulle note di My favourite things, un mazzolino di fiori bianchi da usare come microfono durante la magnifica Edelweiss cantata dal Capitano Georg von Trapp (e da un centinaio di inglesi euforiche). E come ciliegina sulla torta c’è una specie di petardo-stella filante da far scoppiare durante la scena in cui finalmente Georg bacia la sua Maria nel gazebo.
Inizia il film e già alla prima canzone ho i brividi: The hills alive esplode nel teatro con la voce di Julie Andrews che ne guida altre cento. Un’emozione fortissima.
Il film continua, bellissimo come sempre, anche più bello in lingua originale (i testi delle canzoni sono nettamente migliori).
Il pubblico canta, commenta, addirittura in alcune scene incita gli attori (tipo i bimbi durante gli spettacoli dei burattini “Girati, il cattivo è dietro di te!”).
Tutto è un po’ assurdo e un po’ meraviglioso.
In alcuni momenti mi sono chiesta come fosse possibile una cosa del genere, tutta quella gente dentro un cinema a cantare insieme le canzoni di un film del 1965.
In alcune scene ho riso fino alle lacrime a vedere le inglesi esagitate.
In alcune scene invece mi sono commossa.
Durante tutto il film ho cantato a squarciagola, con mia mamma da una parte e mia sorella dall’altra.
È stata un’esperienza pazzesca, gli inglesi son fuori di testa, altro che tè delle cinque e cappellini bon ton. C’erano delle signore di 50 anni che di giorno me le immagino dietro ad una scrivania a ingrigire e di sera si lanciano in acuti da professioniste sulle note di I have confidence in me (una delle mie preferite).
Il sito è questo, trovate tutte le informazioni e le prossime date: www.singalonga.net
Lo so che sembra un pacchianata (e lo è un bel po’!) ma se capitate a Londra (o in generale in Inghilterra, lo fanno anche in altre città) andateci, ne vale la pena.
Io la prossima volta voglio andare al Sing-a-Long-a di Grease.
E se trovo il coraggio voglio andarci vestita da una delle Pink Ladies.
(Almeno al posto delle suore ci sono i T-Birds.)
Nella foto: qualche suora e un nazista fuori dal Prince Charles Theatre.
Sembra una delle serate a tema Rocky Horror Picture Show, solo targata Julie Andrews! o.O
Devi esserti divertita veramente moltissimo!!!
Infatti ci sono anche a tema Rocky Horror Picture Show! È stato esagerato, in tutti i sensi 🙂
devo devo devo andarci! tra grease, the sound of music e the rocky horror e moulin rouge sono veramente indecisa.
The Sound of Music è davvero carinissimo, ma è un film che io adoro in generale. Tra l’altro non costa tanto, io ho preso i biglietti su lastminute e ho speso una sciocchezza.
Favoloso! Sembra veramente entusiasmante… E comunque anche io ero (e lo sono ancora anche se lo do meno a vedere) una fan sfegatata di “Tutti insieme appassionatamente”. Uno di quei film che guardavo e riguardavo, insieme al mitico “Il tempo delle mele”… Quando tornerò a Londra vi farò un pensierino! 🙂
Grande! Ti capisco 🙂