Una storia di armonia tra l’uomo e la natura

Agriturismo Dalaip dei Pape, luglio 2013, esterno giorno.

“Noi coltiviamo piccoli frutti.”
“Ah, bello!” dico io, e intanto penso a piccole mele, minuscole pere, microscopiche angurie.
Capirete il mio imbarazzo nello scoprire che questi “piccoli frutti” non sono altro che i più conosciuti frutti di bosco, ma coltivati (e quindi non di bosco). Chiaro, no?

piccoli frutti, agriturismo dalaip dei pape

Mirtilli, more, lamponi, fragole (enormi!), ribes rosso e nero, uva spina.
Fermi tutti. Ho detto uva spina

[Parentesi vintage]
Vi ricordate le gelatine Big Frut della Dufour? Quelle rettangolari, con la carta semirigida con il filino dorato con cui mia zia quand’ero piccola mi faceva gli origami.
In particolare quelle nel sacchettino rosa, il mix frutti di bosco. Ci siete?
Ecco, c’erano gusti buonissimi: fragolina di bosco, mirtillo, lampone.
E poi lei: la terribile uva spina.
Erano le più cattive e inutili caramelle al mondo. Io le lasciavo sempre per ultime e poi alla fine, schiava della loro irresistibile copertura zuccherina, mangiavo pure quelle.
Al Dalaip dicono che il motivo per cui esistono è l’alta concentrazione di pectina nell’uva spina che è un addensante naturale e quindi è molto facile farci le gelatine.
Secondo me invece il Signor Big Frut si diverte molto a sfidarci: pur sapendo che sono cattive, nessuno riesce mai a resistere al richiamo dello zucchero. Come le Fruit Joy verdi. Non sapremo mai la verità.
Comunque la malefica uva spina ha la faccia che vedete qui sotto.
[Fine parentesi vintage]

uva spina

Per respingere parassiti, vermicelli e animaletti fastidiosi al Dalaip dei Pape praticano la lotta integrata (che già dal nome è una figata): cercano di sfruttare quello che la natura offre per combattere ciò che è dannoso per le piante.
Ad esempio per mandare via i pidocchi si lascia campo libero alle formiche.
Per evitare che gli animaletti vadano a infastidire le fragole si lascia crescere l’erba sotto i vasi senza tagliarla: in questo modo possono trovare qui una casa comoda senza andare a infestare i frutti.
Si lasciano passeggiare le oche tra le piantine dei piccoli frutti perché hanno un ottimo occhio per i vermicelli dannosi.
Qui trovate qualche informazione in più sulla lotta integrata, io non sapevo nemmeno cosa fosse ed è stata una bellissima scoperta.

Altra bellissima scoperta: i custodi dei semi.
Anche qui io zero assoluto. In poche parole: ci sono piante della tradizione che rischiano di estinguersi se non vengono ogni anno coltivate per ottenere nuovi semi.
Quindi ci sono persone che, accomunate dall’intento i preservare i valori genetici e la diversità colturale, si prendono cura di piante rare e ne moltiplicano i semi.
All’agriturismo Dalaip crescono il mais dorotea e l’orzo distico.
Qui le informazioni su questo progetto e le modalità per diventare custodi dei semi.
Io faccio morire anche i fiori finti quindi non credo di essere portata per custodire e moltiplicare piante rare.

(No scusate, ve la faccio rivedere perché non so se avete capito quanto è grande questa fragola. Come una mano di un bimbo. Ci saranno voluti 4-5 morsi per mangiarla tutta.)

fragola giganteE poi romanticherie!
Nella storia della famiglia (che ha sempre vissuto lì, la tenuta è un agriturismo solo dal ’96) ogni volta che nasceva un bimbo veniva piantato un ciliegio.
Ce c’è uno proprio vicino alla casa che ha più di 100 anni ed è veramente maestoso.
A me sembra così dolce che ognuno cresca insieme al proprio ciliegio.

Ci sarebbero così tante cose da dire: le faraone con il mantello a pois, le passeggiate con gli asini che organizzano per i bambini, la macchina magica per le marmellate, l’orto con le erbe aromatiche, le caprette e i conigli.
Insomma, è stata davvero una piacevole scoperta.

Piccola nota personale: vorrei che leggeste questo post nel modo meno “marchettaro” possibile. È vero che ho visitato l’agriturismo durante un blogtour, ma generalmente nei blogtour si vedono così tante cose che qui non ne finisce neanche l’1%. Sul blog scrivo solo di quello che mi ha colpito davvero. E questa cosa vale per tutti i miei post, ma ripeterlo non guasta mai.
Questo posto ve l’ho voluto raccontare perché mi ha colpito molto, soprattutto per il suo “backstage”: le persone che rendono questo luogo così accogliente, la filosofia con cui si vive in armonia con la natura, la terra che lo percepisce e risponde in maniera vibrante. Tutto è colorato, profumato e vivo. 

Vi lascio con una foto del pranzo così vi rimane il languorino per tre giorni!
(Ah, tra l’altro hanno anche il marchio Ecoristorazione, tanto per non farsi mancare niente.)

mangiare all'agritur dalaip dei papi

 

 

 

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