Sapete cos’è #albeinmalga?
Albe in malga è svegliarsi alle 4:30 senza schiacciare snooze, già attivi e curiosi.
È iniziare a camminare col buio e vedere il cielo schiarirsi passo dopo passo, e tingersi di rosa e poi di azzurro.
È la signora Gianna che si commuove alla vista di tante persone che si sono alzate all’alba solo per conoscere lei e la sua vita.
È una colazione su un prato con smorum, pape e caffè d’orzo mischiato col vino rosso.
È una splendida iniziativa del Trentino (che è cominciata a luglio e dura ancora per tutto agosto – qui tutte le info) a cui sono stata invitata e da cui sono tornata entusiasta.
Ho fatto tante domande e ho imparato un sacco di cose. È stata un’esperienza che mi ha fatto approfondire pezzettini di mondo che non conoscevo a pieno.
Mi vengono in mente così tante cose da raccontare che è meglio fare un elenco, per ordinarle. E limitarmi a un numero definito. Facciamo dieci che è un numero tondo e mi piace (e nelle liste va sempre forte).
Ecco le dieci cose che ho imparato alla Malga Canali. All’alba.
1 – In una malga c’è sempre il camino acceso
È la prima cosa che ci ha detto Gianna, la padrona di casa, quando ci ha incontrati. Emozionata e un po’ commossa, ci ha spiegato che il camino è il centro di una malga, le dà vita, e per questo va tenuto sempre acceso.
2 – Mungere una mucca è difficile e non funziona assolutamente come ce lo immaginiamo
Quando Gianna ha chiesto chi volesse provare io subito mi sono fiondata. Sicura di me mi sono seduta e mi sono accorta che davanti a me c’era una mucca grandissima con una mammella enorme. Già l’impatto è forte, e la spavalderia se ne va in un attimo.
Con un po’ di indecisione ho allungato le mani e ho stretto le dita attorno ai capezzoli della mucca: lo so che sembra sciocco, ma in un primo momento mi sono sentita in imbarazzo, come se stessi invadendo la sua intimità.
Sotto le mie dita sentivo il calore del suo corpo e non sapevo bene cosa fare, se stringere o tirare, avevo paura di farle male. Quindi ho provato, impacciatissima, a imitare quello che avevo visto fare a Gianna. Un rivolino di latte, timido timido.
Ho provato ancora, ma la paura di farle male mi frenava i movimenti.
Così ho lasciato lo sgabello a Gianna che in pochi secondi e con gesti decisi è riuscita a riempire metà del secchio.
Nel caso ci fossero ancora dei dubbi non ho un futuro da malgara.
3 – Un luogo può essere bellissimo, ma solo con la cura e l’amore diventa unico
Sono i dettagli che fanno la differenza, lo dico sempre. Ogni particolare alla Malga Canali parla dell’amore di questa famiglia per la propria casa.
4 – Ogni malga ha il suo stampo originale e riconoscibile con cui produce il burro
È tipo un logo: ha un disegno, delle iniziali, dei decori. Tutto registrato. È il marchio di garanzia che quel burro è lavorato dal malgaro di quella malga precisa in cui le mucche mangiano l’erba di quel determinato pascolo.
E il suo nome giusto in realtà non è burro ma botiro (che per me somiglia tanto a butter – tutto torna).
5 – Per un bimbo la vita del malgaro è un gioco bellissimo
Chiaro che è una vita dura: ti alzi all’alba e lavori tutto il giorno, sodo. Ma per un bimbo è divertente e nello stesso tempo incredibilmente istruttivo e formativo.
Si impara a conoscere la natura, a comprenderne i meccanismi e a conviverci, rispettandola ma sfruttandola.
Si impara il valore del lavoro, di uno sforzo che viene ripagato sotto forma di latte, uova, carne.
E soprattutto si impara che la famiglia è il centro della vita, il nostro bene più prezioso.
Qui sotto il marito di Gianna e il loro nipotino, mentre danno da mangiare alle galline.
6 – L’alchemilla è un’erba romantica
L’achemilla ha una foglia che sembra una piccola coppa. Alla mattina la rugiada si raccoglie sul fondo formando una splendida perla d’acqua. Gianna si ricorda ancora che suo babbo la raccoglieva e la regalava a sua mamma, che la infilava nell’asola del giacchetto come una spilla. Una meravigliosa spilla verde con una perla di rugiada.
7 – La tosela cotta nel burro è una goduria
Sabato mattina l’abbiamo preparata con il latte appena munto (in Trentino).
Domenica sera l’abbiamo mangiata dopo averla cotta in padella con un po’ di burro (in Romagna).
Da leccarsi i baffoni.
8 – Per vivere otto anni di fila – estate e inverno – in una malga bisogna avere una grande forza
Una volta d’inverno si tornava in città, insieme agli animali, per poi risalire in malga all’inizio della primavera. D’inverno lassù deve fare un freddo cattivo. E svegliarsi alle cinque per iniziare i lavori dev’essere davvero dura.
Da otto anni Gianna vive a Malga Canali estate e inverno, tutto l’anno. È casa sua, sempre.
Mi ha colpito molto il motivo per cui ha scelto di farlo: per conoscere e comprendere le stagioni. Rimanendo sempre alla malga ha visto per otto volte il ciclo completo della natura e ha imparato a conoscerlo e a rispettarne il ritmo.
9- “Le pape” sono buonissime, soprattutto con la ricotta affumicata sopra
Premetto che mai e poi mai avevo sentito parlare delle pape.
Sono un piatto “povero” che una volta preparavano più per riempire lo stomaco che per golosità. Ne parlano al plurale, non so perché: tipo “vieni a mangiare le pape” invece che “vieni a mangiare la pappa”.
Le pape vengono fatte con farina gialla, farina bianca, acqua, latte e sale.
Gianna ce le ha fatte assaggiare con sopra la ricotta affumicata durante la colazione sul prato, insieme allo smorum che è un altro piatto tipico.
Se siete curiosi qui trovate una video ricetta delle pape.
10 – Quando le persone le accogli col cuore si sentono a casa
La Malga Canali è davvero un posto accogliente.
Questo è un bigliettino appeso a una parete, scritto da qualcuno che qui è stata proprio bene.
Per me è un pensiero bellissimo.
mi ci voleva un po’ di magia delle malghe stamattina!
(n.b. ho ringraziato il cielo il giorno in cui mia sorella ha imparato a fare la tosela. ora ha un suo posto speciale in freezer)
Con la tosela in freezer non so se saprei controllarmi, è troppo buona!
Ti ringrazio perché non potrò essere a #albeinmalga per motivi di lavoro, ma col tuo racconto ho potuto assaporare un po’ di Trentino e un po’ di genuinità. Buona giornata!
Sono contenta, è un peccato perché è un’esperienza che merita!
La vita di montagna mi incanta perchè con lei si riscopre un ritmo lento e più umano, quello che noi abbiamo perso. Quando vado in montagna sulle Dolomiti, di solito in inverno, visito sempre la stalla del paesino dove alloggio….ah che belle le stalle trentine! tutte ordinate, il profumo del fieno….
La sig.ra Gianna..starei delle ore ad ascoltarla…
un abbraccio,
donatella
È il ritmo della natura, che è sempre affascinante da scoprire. E la signora Gianna è un portento!
Non avresti potuto usare parole migliori
E’ stato come tornare lì!
Alla prossima avventura 🙂
Sei stata un’ottima compagna di avventura! 🙂
quanta bellezza in questa luce mattutina. ti capitasse di piegare verso nord ovest, goditi le malghe dell’alpe veglia o dell’alpe devero, nel nord del piemonte: consiglio, davvero.
In Piemonte sono stata sono per una gita alle superiori. Rimedierò, grazie del consiglio.
La mia cara amica Gianna ……….è una donna che adoro…….oltre che una stupenda padrona di casa, è una persona che ha capito il vero senso della vita, lo applica e riesce a lasciare un segno indelebile nel cuore di molti. Lunga vita a Malga Canali ed alla bella famiglia che ci vive.
Una donna che lascia il segno, davvero.
Salve, qualcuno mi potrebbe dare l indirizzo completo, per arrivare dalla sig. Gianna?? Grazie
A questo link puoi trovare l’indirizzo e il numero di telefono per chiedere altre informazioni: http://www.agriturismotrentino.com/en/node/138
Ciao! Bellissima esperienza! Per chi volesse provare a vivere così come si fa a contattare una malga?
Grazie