Facciamo tutti i vaccini.
Mettiamo in valigia Buscopan, Normix, Amuchina, Autan e cappellini.
“Berremo solo acqua dalle bottiglie, niente ghiaccio e niente frutta o verdura cruda!”
Ci portiamo la nostra federa da casa.
Che tenerezza.
La buona volontà è da riconoscere.
E sicuramente non c’è stata premeditazione.
Già le prime ore a Kuala Lumpur hanno mandato in fumo i nostri buoni propositi.
Un tempo da record.
Queste sono solo alcune delle cose che non avremmo dovuto fare, ma che invece abbiamo fatto. E per cui ci siamo divertiti tantissimo.
1. Mangiare qualsiasi frutto con una faccia interessante alle bancarelle del mercato
Io amo tantissimo la frutta. Scrivendo questo post avrò mangiato almeno una decina di susine. Capirete quindi che tutti quei frutti strani e colorati non potevano rimanere impilati sulle bancarelle.
Dragon fruit, rambutan, mangosteen.
Uno è fucsia, l’altro è peloso, l’altro ancora alla vista sembra aglio.
Vi consiglio davvero di provarli, alla faccia del non mangiare la frutta in Malesia.
In particolare il mangosteen, quello che sembra fatto da spicchi di aglio, a me è piaciuto tantissimo. Per aprirlo basta prenderlo in mano e schiacciarlo nel pugno. Gli spicchi sono dolcissimi, simili all’uva, da provare.
2. Assaggiare il Deg al tempio Sikh
Quando siamo stati al Gurdwara Tatt Khalsa Sikh Temple abbiamo chiacchierato per molto tempo con un ragazzo che ci ha guidato nella nostra visita al tempio spiegandoci ogni cosa di questa religione e della sua storia.
Ha risposto a tutte le nostre domande con grande disponibilità e precisione. Ci ha mostrato ogni angolo del tempio, anche quelli più riservati.
Alla fine della nostra visita siamo arrivati davanti a quello che può essere assimilato ad un altare cristiano. E davanti a questo altare c’era una pentola chiusa.
Potevo forse non chiedere cosa c’era dentro? Potevo.
E invece l’ho chiesto. E lui invece di rispondermi mi ha chiesto se lo volevo assaggiare.
Potevo forse dire di no? Potevo.
E invece ho detto di sì, pentendomi immediatamente una volta scoperto che dentro la pentola c’era uno strano composto marrone umidiccio. Ne ha preso un po’ tra le mani e me lo ha fatto assaggiare. Veramente cattivo. Però ho sorriso perché per lui era un gesto molto importante, una specie di comunione per i cristiani.
3. Prendere uno schiaffo da un macaco arrabbiato
I macachi non vanno guardati negli occhi. Lo prendono come un gesto di sfida.
Un’altra delle cose da non fare con i macachi è tentare di fotografarli a dieci centimetri di distanza. Eh già. Da non crederci.
Uno dei miei compagni di viaggio per sicurezza ha provato a fotografare i peli del naso del macaco. Lui per tutta risposta gli ha smollato uno schiaffone.
4. Mangiare il Dodol dalle mani di uno sconosciuto a Little India
Come vi dicevo qui [Viaggi & Cibo: viaggiare e assaggiare] a me piace davvero tanto provare gusti nuovi. Non vi dicevo però che non sempre il risultato è positivo. Il dodol è uno dei cibi più disgustosi che io abbia mai mangiato, eppure era così invitante da vedere.
Tutti questi sacchettini marroni impilati in maniera ordinata sulle bancarelle di Little India. Li guardo e mi immagino un gusto simile al caramello, o al meraviglioso dulce de leche di cui mi abbuffavo in Brasile.
Un ragazzo dietro una bancarella mi guarda, mi sorride e apre uno dei sacchettini per offrirmi un po’ di dodol. Io contentissima ne prendo con slancio un bel pezzettone dalle sue dita e lo metto tutto in bocca. In mezzo secondo il mio sorrisone si trasforma in una smorfia di disgusto. Non so cosa fare, un po’ lo mando giù, un po’ riesco a sputarlo senza farmi vedere. Mi giro per avvertire i miei amici, ma sono già intenti a masticare l’orribile dodol facendo delle facce buffissime.
Morale della storia: se andate in Malesia comprate il dodol da far mangiare a chi perde una scommessa.
(L’unica immagine che ho del dodol è questa, anche se il soggetto della foto era il bell’addormentato. Ve la posto lo stesso, giusto per farvi un’idea. Se no googlatelo.)
5. Caricare 4 valigie e 5 persone su un taxi chiaramente troppo piccolo
La leggenda vuole che in Malesia per 20 Ringgitt sia possibile fare di tutto. Noi abbiamo convinto un taxista a trasportarci fino al centro di Malacca con due valigie per metà fuori dal bagagliaio e le altre due sulle nostre ginocchia, dentro al taxi.
Una scena surreale, io avevo le lacrime dal ridere e i crampi agli addominali. Ad ogni dosso le valigie nel baule saltavano insieme al cofano posteriore, mentre dentro venivamo schiacciati da venti chili di valigia.
In tutto questo l’autista era l’uomo più sereno del mondo, mentre noi quattro sghignazzavamo allegramente. Dei cretini.
6. Salire su un pullman guidato da uno squilibrato per 200 km
Quest’uomo aveva due paia di occhiali da sole.
E pioveva.
7. Contrabbandare un pacco famiglia di chewing-gum a Singapore
Noi sapevamo che non si potevano masticare chewing-gum a Singapore.
La cosa che non sapevamo era che non si potevano nemmeno possedere chewing-gum a Singapore.
In questo Stato non esistono le gomme da masticare.
Tipo la neve in Africa o il caffè decente in Inghilterra.
Quando sul pullman, a cinque minuti dalla frontiera, abbiamo tirato fuori il barattolo gigante di chewing-gum, tutti i passeggeri hanno trattenuto il respiro.
E dopo pochi secondi sono scoppiati in una fragorosa risata, divertiti come matti per questi quattro rimbambiti che stavano per prendere migliaia di dollari di multa per aver importato a Singapore delle gomme da masticare.
L’autista, misericordioso, ce le ha fatte nascondere nel cestino del pullman e ce le ha riconsegnate dopo la frontiera.
E così siamo diventati dei contrabbandieri.
Non di rum, non di diamanti. Di chewing-gum. Ma quando lo racconterò non entrerò nei dettagli, credo.
8. Fare colazione e poi pranzare a casa di uno sconosciuto
Questa è senza dubbio una delle cose più belle che mi siano capitate nella vita.
Una mattina, nel Borneo, siamo partiti in escursione senza fare colazione.
La nostra guida l’ha saputo e ci ha portato a casa di sua sorella per mangiare qualcosa.
La sua famiglia, musulmana, aveva appena festeggiato l’Hari Raya, la fine del Ramadan, quindi la dispensa era piena di prelibatezze dolci e salate. Ci hanno accolto in soggiorno con una distesa di ciotoline di vetro piene di ogni bontà. Tutta la famiglia è venuta a salutarci con grandi sorrisi e strette di mano. Abbiamo mangiato e chiacchierato con loro finché non hanno insistito per averci ospiti anche a pranzo.
Una giornata che non dimenticherò mai, anche per la zampa di gallina intera che mi sono trovata nel piatto.
Veramente delle persone ospitali e disponibili, di una gentilezza che fa bene al cuore.
9. Scalare una roccia a mani nude nel Borneo e poi scivolare
Io in realtà ho solo assistito alla scena, prendendomi una paura nera.
Per fare questa foto il genio ha rischiato l’osso del collo, rimanendo aggrappato alla roccia solo con due dita.
Io invece ho perso dieci anni.
Per la disperazione, non sapendo come aiutarlo, mi sono offerta come cuscinetto per attutire la caduta.
Poi per fortuna non è caduto, è ancora tutto intero.
10. Raggiungere un’isola su una barchetta pericolante e trasportare le valigie in spalla fino a riva
Eh già, alle Isole Perhentian la sera c’è la bassa marea e le barchette non arrivano fino a riva. Un’altra cosa che non sapevamo, ma che abbiamo imparato molto bene.
Quindi bisogna arrotolarsi i pantaloni, togliersi le scarpe e trascinare barca e valigie fino alla spiaggia. Per fortuna che con noi c’erano due aitanti giovincelli che hanno avuto il cuore di portare anche le valigie di due donne piccole e indifese.
E siamo arrivati alle Perhentian in uno dei modi più divertenti possibili.
Alla fine del viaggio siamo tornati in Italia sani e salvi e soprattutto contenti.
E c’è da dire che tecnicamente di caramelle dagli sconosciuti non ne abbiamo accettate, quindi i nostri genitori possono dormire sonni tranquilli 🙂
Immaginavo il macaco 😀 😀 😀 Comunque pure io sono come te: assaggio tutto, mi infilo in situazioni al limite della decenza e non mi faccio scrupoli arrivando anche a mettermi nei guai. E’ il bello di viaggiare! 😀
Il macaco è stato davvero esilarante! Fa tutto parte del viaggiare 🙂
Comprendo in pieno quel senso di “volontà che crolla”.
A me è successo in Messico dove ogni cibo da mercato (acqua compresa) era il mio.
Risultato? Mai stata meglio.
Forse perché il fisico era forte, chi lo sa…
Mai stata meglio e mai così felice soprattutto!
Questo post mi ha riportata indietro di più di un anno…
La frutta stranissima e buonissima, come non mangiarla?? I mangosteen i miei preferiti!
I macachi…. Una sera ce ne siamo trovati uno in camera a Kuantan 🙂 io volevo fare amicizia, ma lui non è stato molto felice ed è scappato (per fortuna senza schiaffi!)
I chewing gum! Nemmeno io sapevo che a Singapore fossero vietati… il dubbio mi è venuto non vedendoli in vendita da nessuna parte, ma io ormai avevo già contrabbandato le mie gomme dall’Italia! Meno male è andata bene 🙂
Tra l’altro fanno multe salatissime! Dai, possiamo dire di aver fatto le contrabbandiere una volta nella vita!
Un bellissimo racconto fresco e divertente! Me lo sono goduto tutto 🙂
Grazie! 🙂
Tra la frutta da assaggiare..e che dire dei DURIAN??? Li hai assaggiati?? In Malesia sono vietati sui taxi e dentro gli alberghi per il loro disgustoso fetore.. il sapore e’ un miscuglio di aglio e calzini maleodoranti.. eppure i malesi lo adorano, lo mangiano in tutti i modi, c’e’ pure la torta di durian.. eh si puo’ viaggiare tanto ma certe diversita’ rimangono ragionevolmente tali!
I Durian, è vero!! Che puzzo immondo!
come si fa ad andare in un posto così e resistere a colori, profumi e sapori?
avete fatto bene! (…e vi è andata benissimo…)
ma com’è la storia del chewingum vietato?
La storia è che a Singapore non esistono i chewing-gum perché sporcano per terra. Non si possono importare e non ne vendono. Se un abitante di Singapore non è mai uscito dai confini della città non ha mai visto un chewing-gum in vita sua 😀
Leggevo e ridevo!!!
Anch’io, rido tutte le volte che lo rileggo! 🙂