iPhoneography: quello che Cartier-Bresson faceva con il rullino.

Questo post è ispirato da Giorgio Fochesato e dalle foto su Instagram di Chiara di Machedavvero?

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Io ho una Canon e appena ne ho l’occasione la porto con me: fotografo visi, oggetti, luci, attimi, panorami, particolari

Ho anche un iPhone e ogni giorno scatto almeno una decina di foto: fotografo visi, oggetti, luci, attimi, panorami, particolari, fotografo gli orari dell’autobus per ricordarmeli, una frase di un libro per non dimenticarla, la carta d’identità perché non ho la fotocopiatrice.

L’iPhone permette di avere sempre una macchina fotografica con sé. La vera rivoluzione sta qui: poiché la sostanza è più importante della forma, l’iPhone vince perché, pur a scapito della qualità, dà la possibilità di cogliere attimi che altrimenti si perderebbero per sempre (vedi post sulle foto Carpe diem). Il grande sogno di ogni fotografo è quello di essere nel posto giusto, al momento giusto, con una macchina fotografica in mano. L’iPhone aumenta esponenzialmente le possibilità che ciò accada.

Non ti perdi la signora che in treno si addormenta in una posizione assurda.

Non ti perdi la luce pazzesca che incontri mentre torni a piedi dal lavoro.

Non ti perdi gli spaghetti in lattina del supermarket in UK.

Instagram ha poi aggiunto un tassello in più: la foto è diventata un messaggio, un pezzo di identità. La possibilità di aggiungere un centinaio di caratteri e di condividerla sui social apre porte impensabili pochi anni fa.
Cambiano i soggetti e cambiano gli intenti della fotografia.
Si fotografa per condividere. Per farsi conoscere, per farsi scoprire. Per comunicare con gli altri (vedi le foto bellissime di Chiara, su Instagram la seguono tutte le sue lettrici, diventa un vero e proprio canale di comunicazione).
E poi si tagga, si hashtagga e si geolocalizza.
Le foto non sono più il punto di arrivo, ma un punto intermedio, un mezzo per un diverso fine. Si passa dalla foto per raggiungere un link, un luogo, una persona.

(Mi viene in mente il libro “I Barbari” di Baricco, e tutto il discorso che fa sul surfare sulle cose piuttosto che immergersi, vi consiglio di leggerlo.)

Ora fotografo la colazione per dare il buongiorno ad un amico lontano.

Fotografo un cartello assurdo perché mi fa ridere e voglio far ridere anche i miei amici.

Fotografo un concerto per dire che ci sono anch’io.

Poi fotografo anche l’aperitivo perché voglio far vedere che sono una donna di mondo.

Con iPhone e Instagram la fotografia entra nella vita di tutti, gli scatti sono di più, meno ricercati e studiati magari, ma nel complesso il risultato è che una fetta maggiore di mondo rimane impressa nelle foto. E, come dicevo prima, aumenta anche la possibilità di fare lo scatto giusto al momento giusto, avendo sempre a portata di mano un iPhone.

Penso che sia davvero positivo.
Da usare parallelamente alla macchina fotografica, non al posto di.
Io credo ancora che il vero talento, quello che fa di un fotografo un artista, sia quello di saper scattare nell’istante perfetto. Con un rullino.
Henri Cartier-Bresson, per me il più grande fotografo di tutti i tempi, ci riusciva. E diceva:

We photographers deal in things which are continually vanishing, and when they have vanished there is no contrivance on earth can make them come back again. We cannot develop and print a memory.

Chissà cos’avrebbe combinato lui con un iPhone.

Sarebbe stato un campione anche lì.

p.s:. la combo iPhone+Instagram porta a fotografare soggetti totalmente inutili e anche bruttini. Magicamente le immagini con i filtri diventano anche carine. Per fare un esempio della degenerazione a cui porta tutto questo, qui sotto una foto che ho fatto sabato mentre mi preparavo per festeggiare il St. Patrick’s Day: i miei piedi. (potete trovare questa e tante altre foto inutili sulla mia pagina di Instagram)

p.p.s.: i miei piedi e Cartier-Bresson a distanza di poche righe. Scusate. Vado a inginocchiarmi sui ceci.

7 thoughts on “iPhoneography: quello che Cartier-Bresson faceva con il rullino.

  1. Ahahaha bellissimo post davvero! Divertente e curato…
    Stiamo assistendo ad un cambiamento anche in questo campo è vero…non so ancora se sono contenta oppure no!

    Un abbraccio 🙂

  2. L’iPhone è davvero un bell’oggetto e sono stato ad un passo dal comprarlo, ma poi ho preferito un buon android. Pur ammettendo che mi piace non sono riuscito a superare lo scoglio del sentirmi legato, dal punto di vista del software, alla politica commerciale del produttore. Non che manchi qualcosa, tutto ciò che uno può volere lo trova, ma comunque solo se approvato da Apple. Il mondo android per ora è più libero, e questo basta a non farmi pesare il fatto che magari certe cose ancora non si trovino. Instagram ad esempio, anche se hanno da poco annunciato che la versione per android è quasi pronta 🙂

    Belli gli scatti comunque 🙂

    • L’unica cosa che non mi piace della politica Apple è che vede l’utente come un topino in un percorso prestabilito: alla fine del percorso c’è il formaggio. Se il topino vuole scavalcare il muro non può. Se collego l’iPhone al Mac per scaricare le foto devo passare da iPhoto. È tutto molto bloccato, zero iniziativa. Però quando non hai voglia di fare fatica è celestiale vedere che qualcun’altro ci ha pensato per te (e prima di te).

      • Giusto, è proprio quello che intendevo. E nonostante nei prodotti apple ci sia tutto ciò che serve mediamente alla maggior parte degli utenti, sapere che comunque devi seguire la strada che vogliono loro mi fa venire una specie di allergia…. Sarà perchè sono nato nel 68 ? 😀

  3. HCB era un Fotografo. Usava leica perchè era veloce, silenziosa e con lenti di alta qualità.
    Il resto… è fuffa.

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